Cinque tornei nel circuito challenger questa settimana, nove gli italiani impegnati e appena quattro le vittorie conquistate; sono quelle di Bolelli, che ha raggiunto gli ottavi sul cemento di Eckental, di Lorenzi sulla terra di Guayaquil e del duo Gaio-Fabbiano sul cemento di Shenzhen. Una settimana decisamente negativa, tanto che bisogna tornare addirittura a inizio febbraio per trovare una tornata di tornei senza almeno un italiano ai quarti di finale. In una stagione che ha regalato all’Italia ben quattordici titoli di categoria, a pari merito con gli Stati Uniti e dietro all’Australia, si tratta di un dato sicuramente anomalo.
Proprio l’Australia ne ha approfittato per aumentare il distacco vincendo il 17esimo titolo stagionale con Jordan Thompson, alla terza affermazione individuale quest’anno. Thompson si è imposto sul cemento casalingo di Canberra ($75,000) battendo in finale il 18enne spagnolo di origini austriache Nicola Kuhn; si è trattato del secondo torneo di categoria disputato quest’anno a Canberra, il primo lo aveva vinto Seppi a gennaio. Thompson ha vinto il trofeo da terza testa di serie e ha avuto un percorso abbastanza fortunato, non avendo dovuto sconfiggere alcuna testa di serie (la prima, Kubler, si è ritirata prima del torneo) né alcun top 200.
Gli altri due tornei più ricchi della settimana sono stati accompagnati da due graditi ritorni. Quello del 21enne Tommy Paul, che tre anni fa a Charlottesville aveva raggiunto la prima e unica finale challenger della sua carriera e si è ripetuto quest’anno nello stesso torneo, questa volta aggiudicandosi anche l’ultimo incontro e forse rinnovando le sue ambizioni in parte disattese. Un gran torneo per lo statunitense, che ha battuto Karlovic agli ottavi, il primo favorito del seeding Klahn in semifinale e Polansky in finale con un doppio 6-2. Questo successo lo riavvicina alle prime 200 posizioni del ranking, dopo aver iniziato la stagione da n.151. L’altro giovane ritorno è quello del 19enne serbo Miomir Kecmanovic, forse definito con troppa fretta il ‘nuovo Djokovic’ ma certamente dotato di buone qualità. Confermando il suo feeling con le terre asiatiche, come peraltro il suo idolo e mentore, Kecmanovic ha vinto il torneo di Shenzhen (battendo in tre set Albot in finale) dopo aver centrato la finale a Liuzhou la scorsa settimana; dodici mesi fa, ancora a cavallo tra ottobre e novembre, aveva vinto il suo primo challenger sempre in Cina, a Suzhou.
Gli altri due campioni di questa settimana sono il 23enne francese Antoine Hoang, che sul cemento tedesco di Eckental ha vinto il primo titolo challenger in carriera, e l’argentino Guido Andreozzi, che imponendosi a Guayaquil (Ecuador) si è portato in testa alla classifica dei ‘titolati’ di questa stagione con quattro allori. Per lui è l’ottavo titolo in carriera, ottenuto concedendo al portoghese Pedro Sousa in finale l’unico set della settimana.