È materia calda di questi ultimi tempi il problema della sede delle ATP Finals. Il torneo si disputa alla O2 Arena di Londra dal 2009, ma l’attuale contratto scade nel 2020 e l’ATP ha iniziato a guardarsi un po’ intorno. Stando a fonti non ufficiali, sarebbero pervenute le candidature di circa quaranta città interessate ad ospitare l’evento. Il board dell’ATP sta procedendo ad una scrematura che dovrebbe portare alla compilazione di una “short list” di tre città che verrà diramata il prossimo 14 dicembre. La decisione finale invece dovrebbe arrivare presumibilmente all’inizio dell’anno nuovo.
Anche l’Italia non si è tirata indietro, vista la grossa opportunità, lanciando la candidatura di Torino e del PalaAlpitour. Il sindaco, Chiara Appendino, in questi giorni sarà presente alla O2 Arena, quasi sicuramente per perorare la causa del capoluogo piemontese. In pole position per la successione sembra però esserci Tokyo, che può contare anche sull’appoggio del main sponsor delle Finals, l’azienda giapponese Nitto. Discorsi e considerazioni che lasciano un po’ il tempo che trovano, ma che indubbiamente potrebbero anche avere un peso. Fino al 14 di certo ci sarà poco.
Abbastanza sicuro Roger Federer nel ribadire la sua posizione in merito alla questione del cambio di sede. “Non so quali siano le opzioni, ma saranno sicuramente importanti se vengono prese in considerazione. Credo che questo sia il più importante evento annuale per la O2 Arena e se la sede è felice e il pubblico continua ad affluire in abbondanza, perché cambiare?“, ha dichiarato lo svizzero. “Non vedo nessuna ragione di cambiare, a meno che non ci sia un’altra città che lo voglia disperatamente e che sia pronta a subentrare e supportare il tour per molti anni a venire, come è stato per Shanghai e Londra“.
Più possibilista il serbo che crede fortemente nel Masters come occasione per portare il tennis in più luoghi possibili del globo: “Questo torneo dovrebbe essere itinerante, perché è il più grande che l’ATP possegga. Ci sono i migliori otto giocatori del mondo e il formato unico del round robin, di conseguenza vedi un certo giocatore almeno per tre volte. Penso sia una grande occasione per promuovere il tennis in giro per il mondo. Capisco che non si possa cambiare ogni anno o ogni due, magari ogni tre/quattro. Sicuramente penso che dieci anni nello stesso posto siano troppi“.