4. Percentuale di game vinti in risposta
Dopo due anni al primo posto e uno al quinto, esce dalla classifica Sara Errani: nel 2018 il suo dato è sceso al 41,9%, e così prende il comando la numero 1 del mondo Simona Halep.
Fra le prime dieci prevale nettamente il genere di tennista che si affida alla solidità del palleggio rispetto a chi invece ha nella incisività diretta e immediata della risposta il proprio punto di forza; l’unica eccezione è infatti quella di Maria Sharapova, settima. Nel 2017 la rappresentante di questo tipo di tennis presente era Jelena Ostapenko, mentre nei due anni precedenti compariva Serena Williams a tenere alto lo stile di chi spinge molto in risposta.
5. Classifica nazionale per tornei vinti
Se volete togliervi altre curiosità statistiche potete trovare a questo indirizzo ulteriori dati e numeri interessanti sulla stagione WTA 2018. Per esempio la più giovane vincitrice di un torneo è stata Olga Danilovic a Mosca (17 anni, 6 mesi, 30 giorni), la più anziana Svetlana Kusnetsova a Washington (33 anni, 1 mese, 10 giorni). Qui riepilogo una sintetica classifica per nazioni, ricordando che da gennaio fino a novembre si è giocato nel corso di 44 settimane in giro per il mondo.
Chi ha vinto più tornei nel 2018 è Petra Kvitova, con 5 titoli, distribuiti su un ventaglio di condizioni di gioco differenti: terra rossa (Praga e Madrid), cemento (Doha), cemento indoor (S. Pietroburgo) ed erba (Birmingham); manca solo l’Har-Tru di Charleston per completare il catalogo di superfici. Seguono con 4 titoli Elina Svitolina e con 3 titoli Bertens, Halep, Mertens, Wozniacki. A livello nazionale questi sono stati i paesi in grado di vincere tornei:
– 7 tornei: Rep. Ceca (5 Kvitova, 2 Pliskova)
– 6 tornei: Ucraina (4 Svitolina, Tsurenko, Yastremska)
– 5 tornei: Germania (2 Goerges, 2 Kerber, Maria)
– 4 tornei: Belgio (3 Mertens, Van Uytvanck), Francia (2 Parmentier, Cornet, Garcia), Romania (3 Halep, Buzarnescu) Russia (Gasparyan, Kasatkina, Kuznetsova, Pavlyuchenkova)
– 3 tornei: Danimarca (3 Wozniacki), Olanda (3 Bertens)
– 2 tornei: Australia (2 Barty), Bielorussia (2 Sabalenka), Cina (2 Wang), Giappone (2 Osaka), Serbia (Krunic, Danilovic)
– 1 torneo: Italia (Giorgi a Linz), Lettonia (Sevastova), Slovacchia (Schmiedlova), Spagna (Muguruza), Svezia (Larsson), Taiwan (Hsieh), Ungheria (Babos), USA (Stephens)
Come si vede sono rappresentati tutti i continenti a eccezione dell’Africa, che ha comunque ottenuto una finale con la Tunisia (Ons Jabeur a Mosca). La nazione che ha più volte raggiunto una finale è stata la Russia (11 finali) seguita dagli USA, con 10 finali; gli Stati Uniti ne hanno però perse ben nove e vinta una soltanto (Stephens a Miami).
6. Montepremi
Come è noto esiste una classifica ufficiale, regolarmente stabilita dalla WTA. Qualche settimana fa ne avevo proposta una differente basata solo sugli Slam, che vedeva al comando Halep davanti a Kerber, Serena, Osaka, Wozniacki.
Qui ne presento un’altra possibile, quella del montepremi. Una classifica che non è priva di valore tecnico, visto che di solito i tornei più importanti e prestigiosi sono anche quelli meglio pagati. Una precisazione: per definire questa lista sono calcolati solo i guadagni ottenuti nei tornei di singolare. Non compaiono quindi i premi di doppio, doppio misto e nemmeno i bonus che WTA distribuisce alle Top 10 (legati alle presenze), che a mio avviso sfalserebbero il senso del confronto.
Comanda Naomi Osaka (grazie al doppio successo Indian Wells + US Open), di pochissimo su Halep e davanti alle altre vincitrici Slam Kerber e Wozniacki. Si difendono bene anche le due finaliste del Masters Svitolina e Stephens con oltre i 5 milioni di dollari, mentre Serena in appena 24 partite ha comunque guadagnato 3 milioni e 700 mila dollari di soli montepremi: non male per un impegno meno che “part-time”. Se invece siete interessati alla classifica dei guadagni complessivi, inclusi doppi, doppi misti, etc. potete trovarla QUI.