Torino vuole le ATP Finals per il quinquennio 2021-2026 e prova ad andarsele a prendere. Sembra abbia avuto buoni riscontri diplomatici la missione londinese di Chiara Appendino, affiancata da CONI e FIT nel presentare il progetto italiano ai vertici ATP. “L’esposizione e l’inglese perfetto della sindaca hanno colpito gli inglesi“, ha spiegato a La Stampa Guido Nepi Molineris responsabile del Marketing e Sviluppo del Coni. Presente all’incontro anche Sergio Palmieri in rappresentanza della Federtennis, che ha parlato così: “L’ATP si è resa conto che dietro la candidatura non ci siamo solo noi, ma il Governo e tutta la città che vuole fortemente le Finals. Tra le righe, ci hanno fatto capire che si fidano di noi. La realtà del Foro Italico la conoscono bene, e si sono resi conto che in due anni di Next Gen a Milano gli abbiamo fatto fare bella figura, quindi non avrebbero problemi ad affidarci anche le ATP Finals“. I manager chiaramente tirano dritto per la loro strada, fino all’obiettivo. Ma, in questi giorni, l’ostentata armonia tra il governo pentastellato (che sia locale o nazionale) e il comitato olimpico lascia il tempo che trova. O magari è una sponda, nella più complessa trattativa sulla riforma dello sport italiano contenuta nella legge di bilancio. Appendino, in ogni caso, spinge sull’acceleratore: “La sfida non ci spaventa perché abbiamo un Palasport attrezzato e perfetto per ospitare una manifestazione di questo livello – le parole della prima cittadina raccolte da Repubblica -, possiamo contare su elevate competenze maturate nel tempo in materia di organizzazione e gestione di grandi eventi sportivi e Torino può mettere sul piatto della candidatura un patrimonio ambientale, architettonico e culturale di una città d’arte visitata ogni anno da milioni di turisti“.
Nella riunione operativa alla O2 Arena, sede delle Finals in corso, la delegazione italiana si è seduta allo stesso tavolo con il numero uno dell’ATP Chris Kermode e i suoi più stretti collaboratori. Sta di fatto che Torino ha presentato un progetto credibile, basato sull’eccellenza del Pala Alpitour che avrebbe per l’occasione una capienza di circa 15mila posti. Sul tavolo avrebbe il suo peso anche il supporto della Regione Piemonte e l’esperienza recente della città nell’organizzazione dei grandi eventi – dall’Olimpiade invernale del 2006 ai recenti Mondiali di volley -, senza negare una logica velatamente compensativa dopo l’esclusione dalla candidatura olimpica per il 2026, rimasta sull’asse Milano-Cortina.
I REQUISITI – Ciò che spaventa è l’aspetto economico della vicenda, più che quello logistico. Torino pare pronta a offrire all’ATP 20 milioni di dollari (quasi 18 milioni di euro) tra montepremi e tassa d’accesso, cifra ritenuta il minimo indispensabile per nutrire qualche ambizione. La concorrenza potrebbe muovere budget maggiormente significativi: si parla di Tokyo, Singapore e Abu Dhabi, senza trascurare l’ipotesi di una conferma per Londra sponsorizzata in questi giorni addirittura da Roger Federer.
IL PERCORSO – Nella prima settimana di dicembre, la commissione ATP sarà a Torino per verificare i requisiti infrastrutturali. Aspetto che non preoccupa, come detto, l’aspirante comitato organizzatore. Tra il 14 e il 15 dicembre il campo verrà ristretto a una short list di tre candidate in cui il capoluogo piemontese ha buone possibilità di figurare. Da quel momento, il via alle grandi trattative in vista di una scelta che dovrebbe essere ufficializzata a marzo nei giorni del torneo di Indian Wells.