A soli 29 anni, anche se da un anno non otteneva più grandi risultati, il ritiro di Agnieszka Radwanska è stato uno choc per gli appassionati di tennis e dello sport in generale. I polacchi non avevano mai avuto una campionessa di questo calibro e in questo momento il loro tennis è a terra. Sarà difficile metabolizzare il ritiro dal tennis di Aga, sia per le sue colleghe, che per i tifosi e gli addetti ai lavori. Il giornalista connazionale di Radwanska Adam Romer, intervistato da Ubaldo Scanagatta a Londra, si è fatto portavoce del rammarico generale per l’addio di una delle tenniste più talentuose degli ultimi anni.
Siamo qui con Adam Romer, giornalista polacco per “Tenisklub Magazine”, mio amico e anche buon amico di Agnieszka Radwanska. Sarai molto dispiaciuto, come tutto il tuo Paese, perché ha deciso di ritirarsi a soli 29 anni. Qual è stata la reazione in Polonia?
Se andate a leggere i giornali polacchi, c’è grande disappunto. È un disastro, perché è stata la migliore dell’era moderna del nostro tennis: otto anni nella top 10, numero due del mondo e finalista a Wimbledon. Aveva la speranza di raggiungere qualche altra finale importante, ma l’ultima volta che ho parlato con lei a ottobre sentivo che non c’era più quel fuoco dentro di lei. Ha avuto molti infortuni, un grosso problema al piede destro dal 2017. Questo è il motivo della caduta attorno alla 75esima posizione in classifica.
E nel mentre metteva su famiglia…
Sì, anche questa è un’altra causa del suo calo. Si è sposata nel 2017 e per le donne il matrimonio fa molta differenza.
Sta aspettando un figlio?
Non ancora. Ho parlato con lei molte volte e ha sempre detto che se la famiglia si fosse allargata, avrebbe smesso col tennis, perché non riesce a conciliare queste due cose. O la famiglia o il tennis. Questo è un altro motivo per cui ha smesso ora. Ho parlato anche col padre, che è un ex allenatore e ha seguito Agnieszka fino al 2011. Lui sperava che scegliesse di congelare il ranking, riposarsi per metà stagione per poi tornare nella stagione su erba. Ma ha deciso di lasciare e per il tennis polacco è un gran dispiacere.
Radwanska è stata la migliore nella storia del tennis polacco, prima solo Wojtek Fibak era stato capace di fare qualcosa di storico.
Agnieszka è più grande di Fibak. Lei ha vinto il Masters e ha fatto finale a Wimbledon, ma soprattutto ha vinto venti titoli. È molto di più di quanto ha fatto Fibak tra gli anni Settanta e Ottanta. Lei ha fatto qualcosa di più in Polonia, è riuscita ad avvicinare le persone al tennis e renderlo popolare, soprattutto tra i giovani. Per questo ci mancherà tanto.
Invece la sorella Urszula continuerà a giocare?
Urszula vuole giocare, ma è difficile tornare a un buon livello, credo che anche lei lascerà presto.
Avete anche Janowicz, che però è quasi sparito ormai…
Quella di Jerzy Janowicz è una storia a parte. La scorsa settimana è uscito dal ranking ATP, non ha più punti. Il suo ultimo match risale al Challenger di Bratislava dello scorso novembre, ma tornerà. Sappiamo che presto diventerà papà, forse questa potrebbe essere una importante e nuova motivazione per lui.