[3] A. Zverev b. [2] R. Federer 7-5 7-6(5) (da Londra, il nostro inviato)
Siamo arrivati alle semifinali, si ritorna alla tradizione tennistica del “dentro o fuori”, dopo due gironi all’italiana francamente deludenti per pathos agonistico e contenuti tecnici. Roger Federer (15esima semifinale al Master su 16 partecipazioni, record assurdo) affronta il suo pupillo Alexander Zverev, 21 anni, che è il più giovane in semifinale in questo torneo dai tempi di Juan Martin del Potro, che alla stessa età, nel 2009, si spinse fino alla finale, poi persa da Davydenko. Il pubblico del sabato pomeriggio alla O2 Arena è quello delle grandi occasioni, tutto esaurito in ogni prdine di posti, l’atmosfera è elettrizzante. Precedenti, 3-2 per Federer.
Nei giorni scorsi Sascha ha fatto vedere, in particolare, un servizio davvero “caldo”, sempre sopra le 130 miglia (210 kmh) con la prima palla, spesso oltre le 140 (225 kmh). E da subito il tedesco si mette di buzzo buono a martellare, con precisione ed efficacia. Roger replica a sua volta tenendo bene nei suoi turni di battuta, ovviamente lo svizzero è meno esplosivo, ma gli angoli e le rotazioni dei suoi servizi sono altrettanto ficcanti. Un paio di volte Zverev viene portato avanti dalle palle tagliate e basse di Federer, per poi venire messo in difficoltà dai passanti bassi e intelligenti della leggenda di Basilea. Ricordo l’improvvisato e divertente coaching di Roger a Sascha alla Laver Cup, con l’invito a stare il più possibile in avanti verso il campo, per togliere tempo all’avversario. La tattica potrebbe rivelarsi molto buona proprio contro Federer stesso, chissà se Zverev se ne ricorderà. Nel sesto game, con lo svizzero al servizio, due punti molto divertenti, in cui Roger scherza Sascha con i suoi tocchi al volo e le smorzate. In realtà gli scambi spettacolari nascono fondamentalmente da errori in chiusura e scelte di lato sbagliate in chiusura, ma gli spettatori apprezzano eccome. Si arriva al 5-5 senza che nessuno dei giocatori in risposta abbia superato il 30, Zverev continua a bastonare come un cecchino (bello come sempre il rovescio), Federer manovra con attenzione, e piazza ottimi tocchi al volo, è una buona partita finora. Sul 6-5 per Sascha, è Roger a combinare la frittata: due errori, un bel passante del tedesco, ed è 0-40, le prime palle break del match, che sono anche set-point. Il cross di dritto largo di Federer consegna il primo set a Zverev, un passaggio a vuoto grave nel momento più importante. Bravo Sascha a cogliere con cinismo l’occasione, 7-5 e un set a zero per lui. Meritato, visto anche il dato dei vincenti e degli errori, 7 -6 Federer, 11-10 Zverev, il tedesco ha spinto un po’ di più e ha giustamente incassato il premio per i maggiori rischi corsi.
Nel secondo parziale, la prevedibile reazione dello svizzero si concretizza sull’1-1. Un paio di bordate, prima rovescio, poi dritto, gli danno lo 0-40 e le prime palle break del suo match, ben tre consecutive. Quando alla terza occasione Federer sfonda con un regale rovescio lungolinea, esplode lo stadio, 2-1 e servizio per lui. Ci stiamo divertendo tutti, finalmente lo spettacolo vale il prezzo del biglietto, bravi Roger e Sascha. Purtroppo per Federer, però, accade la stessa cosa vista contro Anderson nel primo set: dopo essere passato in vantaggio, non continua a pressare con sufficiente cattiveria, e concede l’immediato controbreak, a 15. In questo set, per ora il 33% di prime in campo messe dallo svizzero, non ci siamo. Zverev, ottimo finora, ringrazia e passa a condurre 3-2. Ci crede e fa bene Sascha, inizia a entrare con le risposte a ogni occasione, e spinge in anticipo con i piedi dentro il campo appena può. Grazie, coach Roger, lezione imparata e applicata. O Federer sale di intensità, e in fretta, o rischia di brutto. Sotto 4-3 e 0-30, con l’acqua alla gola, Roger mette due vincenti da campione, e pareggia, ora la palla pesa come una pietra, la gente grida a ogni punto. Zverev non fa una piega, e sale 5-4 in un attimo, nessun margine rimasto per lo svizzero. Gran scambio vinto da Zverev nel decimo game, ma Federer tiene duro e si prende il 5-5. Cominque vada a finire, belle emozioni in questo pomeriggio di tennis, era ora. Ammirevole la solidità di Sascha, che non toglie il piedone dall’acceleratore, 6-5 per lui. “Highway To Hell” degli AC DC, sparata da DJ al cambio campo, suona quasi come un presagio dal punto di vista di Roger, che comunque rimane concentrato, tiene a zero, e siamo al tie-break.
Le urla e i cori “Let’s go Roger, let’s go!” sono assordanti. Sascha continua a lascare poco e nulla quando è alla battuta, anche Roger adesso sembra più incisivo con la prima palla. Sul 4-3 Zverev ferma il gioco a causa di una palla sfuggita a un “ball boy”, che poveretto si vede vorrebbe sprofondare, poi fa ace e siamo 4-4. Oggettivamente danneggiato qui lo svizzero, che stava comandando lo scambio in risposta, ma è solo sfortuna. Due punti dopo, una brutta volée in rete di Roger dà il 6-4 e due match-point a Zverev: il primo cancellato in attacco con coraggio, il secondo è quello che manda in finale Sascha, con lo schoaffo al volo vincente di rovescio. L’ultimo tedesco in finale al Masters è stato Boris Becker nel 1996 ad Hannover, poi sconfitto da Sampras. Federer fuori in semifinale per la terza volta, Sascha alla partita decisiva alla seconda partecipazione.
Sgradevoli i fischi del pubblico, che forse non ha in parte capito la situazione precedente. “Prima di tutto voglio scusarmi per l’episodio nel tie-break, c’era una palla in campo sfuggita al raccattapalle, non potevamo continuare lo scambio. Mi scuso anche con Roger e con i suoi fan, ma il regolamento è quello, che potevo fare, ancora mi dispiace, mi dispiace tanto. Lavorare tanto per questi traguardi, e raggiungerli, è bellissimo, ringrazio il mio team e Lendl. Chi preferisco in finale tra Anderson e Djokovic? Beh, forse una preferenza ce l’ho, ma non posso dirla!”, conclude in modo dolceamaro Zverev.
(in aggiornamento)
Risultati:
[3] A. Zverev b. [2] R. Federer 7-5 7-6(5)
[1] N. Djokovic vs [4] K. Anderson ore 21