Finale Davis, casa Croazia: i muscoli di Coric, la calma di Cilic
Si entra in clima Davis. Archiviato tutto ciò che la stagione tennistica doveva offrire, tanto a livello maschile quanto femminile, resta soltanto da assegnare l’edizione 2018 della Coppa Davis. Com’è noto sarà l’ultima insalatiera a coronare la competizione per come la conosciamo ora, in virtù dell’imminente rivoluzione-Kosmos. Si affronteranno Francia e Croazia, da venerdì 23 novembre a domenica 25, sulla terra rossa dello stadio Pierre Mauroy di Lille, lo stesso che ha ospitato la finale dello scorso anno vinta dai francesi contro il Belgio. Yannick Noah, pronto a lasciare il ruolo di capitano ad Amelie Mauresmo dopo questa finale, punta al ‘bis dell’addio’: nell’intera storia del tennis francese sono riusciti a confermarsi campioni soltanto i Quattro Moschettieri Borotra-Brugnon-Cochet-Lacoste, che trionfarono addirittura in sei edizioni consecutive tra 1927 e 1932.
LE PRIME VOCI DA LILLE – Attenuata, ma non del tutto spenta la polemica croata per la tardiva disponibilità dell’impianto di gioco – sabato al Pierre Mauroy si è disputato il test match di rugby tra Francia e Argentina – che in deroga ai regolamenti ITF sarà predisposto solo a partire da mercoledì mattina, i francesi hanno rilasciato le prime dichiarazioni. Pouille, Tsonga, Chardy, Herbert e Mahut non si sentono favoriti ma vogliono onorare la naturale tendenza di una competizione in cui il fattore campo ha spesso fatto la differenza.
“Non ci sarà più una finale di Coppa Davis, questa è la possibilità che aspetto da trent’anni. Dovrò gestire l’emozione” racconta Nicolas Mahut, escluso eccellente nella finale di dodici mesi fa in favore di Gasquet, in grado di sostituirsi egregiamente al recente finalista del Masters londinese. “Spero che il passaggio alla terra non dia problemi. Non ci giochiamo dal Roland Garros, ma io e Pierre possiamo contare su un ottimo momento di forma. Quando passiamo molto tempo insieme è più probabile che giochiamo bene, e da Bercy non ci siamo mai lasciati“. Gli si aggancia Herbert, dopo aver assicurato che la delusione delle Finals è stata prontamente assorbita. “I singolari saranno molto combattuti, bisognerà vedere come sta Cilic: tra Finals e cambio di superficie può essere difficile per lui. Per noi la sfida sarà arrivare con il pieno di energie e sensazioni positive”.
Il doppio è una certezza, e difficilmente Noah oserà dividere ancora Pierre-Hugues e Nicolas. In singolare invece, accanto a Pouille, si giocano una ‘maglia da titolare’ Tsonga e Chardy. Normalmente la scelta sarebbe agevole, ma Jo è reduce da un lungo periodo di stop per l’infortunio al ginocchio e le prime notizie da Lille non sono delle migliori: oggi Tsonga ha dovuto interrompere la sua sessione d’allenamento con lo sparring partner Barrere, mostrandosi dolorante, ed è uscito dal campo solo dopo aver parlato a lungo con il dottor Montalvan. Chardy è un po’ più che in pre-allarme, allo stato attuale delle cose, come lui stesso ha velatamente confermato. “Noah sceglie in base agli stati di forma, non pensa soltanto alle classifiche“. Il 31enne vanta sei presenze in Davis con un bilancio di cinque vittorie e una sola sconfitta, e per essere presente a Lille ha dovuto comunicare a sua moglie Susan un altro rinvio del viaggio di nozze. I due sono sposati dal settembre 2017 ma non sono ancora riusciti a regalarsi il viaggio tra Mauritius e Mozambico.
“Era felice per me, ma quando abbiamo dovuto annullare la luna di miele rideva un po’ meno. È la seconda volta che la rimandiamo, ma lei sa cosa rappresenta per me questa finale. Da quando sono bambino lavoro per momenti del genere”, ha raccontato Chardy ai microfoni di RMC Sport. L’ultima Davis val bene un rinvio, a patto che sia… l’ultimo.
L’INTERVISTA A QUENTIN MOYET, GIORNALISTA DE L’ÉQUIPE
A completare la panoramica sul team francese – domani vi ragguaglieremo sulle ultime di casa Croazia – c’è l’intervista rilasciata al nostro direttore dal giornalista francese Quentin Moyet, che lavora per L’Équipe. I due erano assieme a Londra per le Finals e hanno fatto una chiacchierata sulla finale di Lille.
Quali sono le aspettative in Francia per l’ultimo incontro della ‘vecchia’ Coppa Davis?
C’è un po’ di emozione. L’abbiamo vinta lo scorso anno, è vero, ma quest’anno è persino più speciale proprio perché dovessimo vincere sarebbe la seconda consecutiva. Non credo sia successo altre volte nella storia della Francia, eccetto il periodo dei ‘Moschettieri’. Sarebbe grandioso riuscirci.
Consideri la Francia favorita, per il fattore casa, nonostante debba affrontare giocatori meglio piazzati in classifica, Coric e Cilic? E chi giocherà tra i francesi?
Sì, gli avversari hanno un ranking migliore di tutti i nostri giocatori, ed è ancora più evidente a causa dell’assenza dell’infortunato Gasquet. Difficile prevedere chi giocherà. Lo scorso anno in finale, ad esempio, nessuno si aspettava che Gasquet sarebbe stato schierato in doppio. Pouille sicuramente giocherà, perché ha giocato praticamente sempre negli ultimi due anni, offrendo probabilmente le migliori prestazioni proprio in Davis contro Italia e Spagna. Il secondo potrebbe essere Tsonga, che però è appena tornato dall’infortunio e non sappiamo esattamente in quali condizioni di forma sia e se possa reggere cinque set, soprattutto sulla terra. Se non sarà pronto, giocherà Chardy.
Per la finale è previsto il tutto esaurito?
Non lo sappiamo ancora, ma lo scorso anno è stato così e probabilmente sarà così anche quest’anno.
Com’è la situazione in Francia rispetto al nuovo formato della Davis? I giocatori non lo apprezzano mentre Giudicelli è favorevole, sebbene ora non navighi in acque tranquille. Cosa accadrà a Lille? Ti aspetti qualche protesta o qualche striscione particolare?
Non credo sia il momento migliore per questo, è la finale e la gente vorrà supportare la squadra. Ricorderai però che in Italia alcuni tifosi hanno mostrato alcuni striscioni di quel tipo. Non so se a Lille sarà lo stesso, non ne sono sicuro.
Come credi sarà l’atmosfera rispetto allo scorso anno, ci sarà più o meno entusiasmo? E quale punto si rivelerà il più difficile da conquistare, il singolare contro Cilic o magari il doppio?
La Francia ha scelto la terra perché crede sia la superficie peggiore per i suoi avversari, più che per favorire i propri giocatori. Credo sia vero, ma anche sulla terra Cilic e Coric possono essere molto forti quindo non credo sarà semplice per noi conquistare punti in singolare. Dovremmo vincere il doppio perché abbiamo Herbert e Mahut, che quest’anno hanno vinto il Roland Garros, ma anche qui la Croazia ha una coppia molto competitiva. In sintesi non sono sicuro che la Francia sia favorita.
L’ultima domanda. Che tipo di campi sono stati preparati, più o meno veloci?
Non posso dirtelo, è un segreto! Immagina se i croati poi guardassero questa intervista…
A.S.