In luglio tantissimi tifosi croati avevano riempito Piazza Ban Jelacic, la principale piazza della capitale Zagabria, per festeggiare e ringraziare i vicecampioni del mondo di calcio dopo l’incredibile cavalcata che li aveva portati fino alla finale di Mosca. Lunedì la piazza zagabrese si è nuovamente riempita e colorata di biancorosso per festeggiare un’altra impresa sportiva del piccolo paese balcanico: la seconda vittoria della Coppa Davis della sua storia. Rientrata in tarda mattinata in aereo da Lille, la squadra croata (che sempre ieri è stata anche insignita di una onorificenza della Repubblica croata da parte del presidente Kolinda Grabar Kitarovic, anche lei rientrata da Lille) è arrivata poi in pullman in centro a Zagabria, per salire sul palco allestito nella piazza dedicata al conte Josip Jelacic, governatore della Croazia nel XIX secolo. Tra canti e cori, i giocatori e il ct Krajan si sono alternati al microfono per salutare i tifosi. Ecco alcune dichiarazioni dei principali protagonisti della vittoria.
Noblesse oblige, a parlare per primo è stato il n. 1 Marin Cilic, che conquistando domenica il punto decisivo ha potuto finalmente rimuovere il ricordo della sconfitta contro del Potro nella finale di due anni fa. “La Davis è una competizione diversa, le sensazioni che si provano sono diverse. Sono felice di essere parte di questa rappresentativa e che abbiamo ottenuto questo successo. Che forse spingerà le nuove generazioni a praticare questo sport. Come ha fatto il nostro Borna, che sta crescendo sempre di più. Per lui questa è stata sinora la migliore stagione e sono sicuro che le prossime saranno ancora migliori”.
E proprio il secondo singolarista Borna Coric ha poi preso il microfono, ricollegandosi a quanto detto da Cilic e rivelando che anche per un “animale da Davis” come lui – che, seppur ancora giovane, in più occasioni non aveva tremato ed aveva portato il punto decisivo alla squadra (come nel quinto decisivo match della semifinale di settembre contro gli USA) – giocare una finale della massima competizione mondiale a squadre non è stato così facile dal punto di vista psicologico. “Sì, è stata una stagione eccezionale, e questo è il trofeo più importante della carriera. Quando da bambino guardavo Ljubicic e Ancic, sognavo di emularli e ora ce l’ho fatta. C’era tanto nervosismo, non ho praticamente dormito nei giorni prima della finale, non mi sentivo neanche benissimo, avevo una tensione che di solito non ho, ma fortunatamente alla fine tutto è andato bene”.
Non poteva mancare l’intervento del veterano Ivan Dodig, la cui prima apparizione con la maglia croata risale al 2010, in doppio con il grande amico Cilic, ma che la Davis la conosce da molto prima dato che tra il 2002 ed il 2006 giocò per la nazionale di origine, la Bosnia ed Erzegovina. “Che sensazione fantastica! Sono veramente felice che tante persone siano venute qui in piazza per questa vittoria. Questo è uno di quei momenti che sogni quando inizi a giocare a tennis e finalmente si è avverato. Voglio ringraziare tutti, è qualcosa di particolare e dobbiamo godercerlo!”. Ha parlato ovviamente anche il ct Zlatko Krajan, rassicurando tutti sull’integrità dell’insalatiera, che durante la premiazione si era staccata dalla base proprio mentre veniva sollevata dal 39enne coach croato. “Niente di particolare, la base non era attaccata come si deve. La stessa cosa era accadutoaa Delbonis due anni fa, e a quanto mi ricordo a lui era caduta in testa. Grazie a Dio a me non è successo, e tutto è a posto”.