L’ex campione tedesco ha ufficialmente rinunciato all’immunità diplomatica che si era auto-arrogato la scorsa primavera nel tentativo disperato di sfuggire alla banca Arbuthnot Latham, a cui deve milioni di euro. Becker si era infatti appellato al suo ruolo di “Ambasciatore per lo Sport e la Cultura della Repubblica Centroafricana” presso l’Unione Europea. Il ruolo, sostenevano gli avvocati, lo avrebbe fatto entrare in possesso del passaporto diplomatico dello stato africano, e lo avrebbe quindi protetto in giudizio grazie ad un articolo della Convenzione di Vienna che prevede l’esenzione dal processo nel caso di mancato pagamento di un debito privato.
Bum Bum venne però immediatamente smentito dalla segreteria del ministero degli esteri della Repubblica Centroafricana: il passaporto di Becker è un falso e fa parte di una serie di falsi prodotti nel 2014. Il debito quindi, dovrà essere ripagato: Becker aveva già messo all’asta alcuni dei suoi cimeli a giugno di quest’anno. Dovrà ora, per ordine del tribunale, liberarsi degli altri trofei che ancora gli restano in libreria. Boris è stato dichiarato in bancarotta dopo che per il secondo anno consecutivo la Arbuthnot Latham aveva denunciato il mancato pagamento di un lauto prestito effettuato all’ex numero 1 al mondo. I cimeli che andranno in vendita sono stimati intorno alle 200mila sterline: lontano dai milioni che Becker deve all’istituto di credito. Becker e i suoi avvocati non si sono presentati all’udienza; il tedesco ha scritto comunque di non essere in una situazione finanziaria sufficiente a poter ripagare i debiti.