Accettando l’incarico di coach di Lucas Pouille per il 2019, Amelie Mauresmo aveva fatto nascere qualche dubbio sulla compatibilità del ruolo appena acquisito con l’incarico di selezionatrice di Coppa Davis per la Francia. Tempo poche ore, invece, e la ex numero uno del mondo ha rinunciato alla fascia di capitano del team transalpino, svicolando dal conflitto di interessi e allontanandosi ulteriormente dalla FFT, la federtennis francese. Il tempo per conciliare le due attività non sarebbe mancato, dato che di Pouille si occuperà per sole venti settimane l’anno e la Davis 2.0 sarà ancora meno ingombrante a livello di calendario. Il passo indietro eviterà però a Mauresmo di trovarsi tra due fuochi al momento delle convocazioni per la maxi-finale di novembre: il suo nuovo assistito è infatti stato, tra i giocatori, uno dei più decisi nello schierarsi contro la riforma, tanto da annunciare con grande anticipo che non avrebbe risposto “presente” a partire dalla prossima stagione.
Quella di Mauresmo è inoltre una scelta che sancisce un ulteriore allontanamento tra lei e la FFT, la Federtennis francese. La trentanovenne due volte campionessa Slam si era già tirata indietro un anno e mezzo fa dal Podium, una sorta di consiglio di saggi formato, oltre che da lei e dall’altro ex capitano Yannick Noah, anche da Guy Forget e Cedric Pioline, decretando in buona sostanza la fine di quel progetto. All’epoca, la giustificazione da lei fornita fu che erano state prese “delle decisioni senza consultarci né metterci al corrente, facendole passare al pubblico come scelte condivise”. Si trattò di una frecciata diretta al presidente Bernard Giudicelli, oggi dimissionario e reo di aver dato la spinta decisiva alla Coppa Davis verso le mani di Kosmos nonostante la volontà di un intero paese. Inclusa Mauresmo, evidentemente, la quale era stata annunciata come sostituta di Noah ben prima del meeting di Orlando di agosto e ne aveva accolto con scetticismo il risultato.
Quella compravendita di voti, costata all’insalatiera la propria storia, sta in ogni caso sta venendo punita da una serie di diserzioni che rischiano di lasciare la FFT coperta da appena una foglia di fico. Di candidati a sostituire Mauresmo nel ruolo di capitano di Coppa Davis – nonché di selezionatore olimpico per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, e di responsabile delle nuove leve per quelli di Parigi 2024 – al momento non sembrano infatti essercene. Pierre Cherret, direttore tecnico nazionale, ha comunicato che a breve proporrà un nuovo nome per la panchina al Comitato esecutivo. Già, ma quello di chi? Al neo-pensionato Julien Benneteau è già stata affidata la squadra di Fed Cup, e sarebbe eccessivo farlo esordire già con un doppio incarico; Fabrice Santoro si è accasato con Pierre-Hugues Herbert; Michael Llodra, in veste di commentatore per France TV durante la finale contro la Croazia, non ha risparmiato le critiche alla federazione madre.
Il più papabile sembrava essere Sebastien Grosjean, ritiratosi nel 2010 il giorno prima del suo trentaduesimo compleanno ma rimasto nell’orbita ampia del tennis francese come allenatore di Richard Gasquet dall’anno successivo fino al 2016. Grosjean tuttavia, campione di Coppa Davis nel 2001 e finalista due volte nel 1999 e nel 2002, sembrerebbe aver dichiarato di non voler avere a che fare con la Davis nella sua nuova configurazione. “Questo formato non mi interessa per nulla” sarebbero le parole raccolte dall’Equipe. “Per interessare, c’è bisogno di costruire un progetto annuale con i ragazzi, e con i loro coach. Così invece, con due singolari e un doppio al meglio dei tre set, può vincere chiunque”. Alla fine qualcuno da far sedere in panchina si troverà perché in Francia, almeno a livello demografico, il tennis non ha mai vissuto momenti neri. La vera domanda è se quel qualcuno sarà in grado di mettere insieme una squadra, perché la nuova coppa pare non essere l’ambizione di nessuno.