La vittoria di Riccardo Bonadio a Il Cairo, lo scorso 8 dicembre, ha portato a quota 500 il contatore dei successi italiani nei tornei Futures. Ne dà notizia la FIT, che tiene il registro aggiornato a partire da febbraio 1998 – anno in cui prese il via il circuito – quando Gabrio Castrichella si impose nel 10mila dollari di Accra, in Ghana. Bonadio è stato uno dei protagonisti del ricco 2018 azzurro: in Egitto per il veneto (326 ATP) è arrivato il quarto trofeo stagionale, poker anche per Raul Brancaccio (265 del mondo) mentre hanno portato a casa tre coppe ciascuno Alessandro Bega, Alessandro Petrone e Pietro Rondoni.
Il primo gradino del mondo open maschile ha aperto le porte del tennis che conta anche agli attuali migliori interpreti italiani. Fabio Fognini esordì a 15 anni a Selargius collezionando tre trofei tra il 2005 e il 2006 (Murcia, Bergamo, Siracusa). Ben noto invece il ritardo con cui è arrivato tra i big Marco Cecchinato, che ha conquistato l’ultimo successo Futures appena nel 2017 (il totale è fermo a sei). Il primato italiano tra i vincitori in doppia cifra appare difficilmente insidiabile: Riccardo Bellotti, 27 anni, ha vinto ben 30 tornei spingendosi a maggio 2017 fino al numero 199 del mondo (oggi è scivolato al 594). Nel 2016 ha fatto registrare quello che viene considerato oggi il record di specialità: nove successi in un anno.
Sul piano logistico, va segnalato come l’Italia abbia organizzato sul proprio territorio ben 35 tornei nell’anno appena concluso (come gli Stati Uniti), preceduta solo da Tunisia (45) e Turchia (41). Ben 16 eventi, molti dei quali combined, sono stati ospitati in Sardegna dal “Forte Village” di Santa Margherita di Pula, dove è stato distribuito un montepremi complessivo di 775mila dollari. Dal 2019 i Futures entreranno insieme agli ITF femminili nel nuovo Transition Tour, circuito intermedio che modificherà il meccanismo di assegnazione dei punti, non concorrendo più alle classifiche ATP e WTA per i tornei dal montepremi fino ai 15mila dollari.