ATP DOHA
I quarti di finale in Qatar hanno negato agli appassionati la possibilità di assistere alla sfida di livello Slam tra Novak Djokovic e Stan Wawrinka, ormai ritrovato eppur sconfitto da Bautista Agut pressoché perfetto; oltre però alla soddisfazione di un rientrante Tomas Berdych che fa vedere a Herbert come si gioca tennis, la giornata si chiude con Marco Cecchinato che raggiunge la sua prima semifinale in carriera sul duro – semifinale all’ITF di Zagabria 2013 esclusa – sfruttando l’opportunità che gli si presenta.
CECK CONTINUA A ESSERCI – Un’opportunità che ha le sembianze di Dusan Lajovic, n. 48 ATP: Marco Cecchinato non si fa pregare e la coglie, guadagnandosi semifinale e best ranking con una prova convincente su una superficie ancora da scoprire del tutto. Rovescio monomane elegante ed efficace e predilezione per la terra battuta sono caratteristiche di entrambi, ma è Cecchinato quello che cerca di giocare più vicino alla linea di fondo, mentre Lajovic si tiene più lontano, prendendosi il tempo per caricare i propri colpi. Il match è piacevole nonostante le ottime percentuali al servizio dei due non permettano di vedere game ai vantaggi, con il solo palermitano a soffrire nell’undicesimo gioco costretto a recuperare da 0-30. È però proprio Ceck a interpretare alla lettera il significato di tie-break, con una partenza fulminante suggellata da un rovescio lungolinea vincente che vale non solo cinque set point (trasforma poi il secondo), bensì anche un’ottima ripartenza, con il turno di servizio serbo che ne fa le spese in apertura e la forza di confermare prontamente il vantaggio annullando due palle break consecutive. L’opportunità mancata da Dusan risulta decisiva e Marco, forte di un secondo break, procede sicuro verso la semifinale e il numero 18 ATP; con zero punti da difendere fino a marzo e con la capacità di queste prestazioni anche sul veloce, nuovi best ranking sembrano senz’altro alla sua portata. Venerdì troverà Tomas Berdych che ha passeggiato su Pierre-Hugues Herbert, n. 55 del ranking. Persa buona parte della scorsa stagione per l’infortunio alla schiena, il trentatreenne ceco esprime ancora un livello di tennis troppo alto per i malcapitati avversari di questa settimana e torna a disputare una semifinale dopo quella di Marsiglia in febbraio.
DIFESA E REGALI – Senza brillare e con non poche difficoltà, Novak Djokovic supera in rimonta Nikoloz Basilashvili, n. 21 ATP, a tratti scatenato ma con l’abituale idiosincrasia per gioco di volo che gli preclude la possibilità di chiudere più rapidamente e con facilità gli scambi che domina. Nole, raramente con in mano l’iniziativa, si accontenta di far giocare più palle possibili (e impossibili) all’avversario di turno con il non trascurabile apporto dei risultati a dargli ragione. Il georgiano veste bene i panni del distruttore di sfere gialle che nulla teme tranne la zona nei pressi della rete e si porta prepotentemente sul 4-1, pesante come il suo dritto che mediamente viaggia 24 km/h più veloce di quello serbo. Cede però uno dei break con un doppio fallo e uno smash sbagliato e, sempre più nella parte di sé stesso, fallisce un’altra schiacciata che gli avrebbe dato il 5-3, trovandosi così davanti a una palla break e a un nuovo smash: opta allora per un drittone al volo (forse pensando “se lo fanno nella WTA…”), recupera il game e chiude la partita al successivo turno di servizio. Djokovic, nell’ormai consueta versione difensiva, può esultare solo sui gratuiti dell’avversario, peraltro puntuali quando si tratta di sfruttare la possibilità di recuperare il break subito all’inizio del nuovo set. La seconda opportunità, in risposta sul 3-5, sembra ormai cosa fatta, ma Nole, mai battuto, riesce ad alzare un lob che Basil si guarda bene dal colpire al volo e, ricominciato lo scambio, finisce con il perderlo ormai stremato. Nel set finale, il pilota automatico di Djokovic continua a fare le bizze; così, sotto 1-2, il numero uno del mondo decide di prendersi una pausa, esce dal campo con il consenso dell’arbitro e a dispetto della regola (“il toiley break dovrebbe essere preso alla fine del set e non può essere usato per altri scopi”) e, rientrato con calma olimpica, vince tre giochi consecutivi: il match è deciso, nonostante Nikoloz continui a mettere a segno dei bei vincenti e si prenda anche lui un break, rientrando però fin troppo rapidamente.
TROPPO BABAU PER STAN – È un Roberto Bautista Agut in versione extralusso quello che supera con un doppio 6-4 Stan Wawrinka, a cui va riconosciuto il merito di non essersi mai arreso nonostante l’altissimo livello e la continuità della prestazione dell’avversario capace di conquistarsi ben quattordici palle break; e, anche se Stan ha dato il suo meglio proprio in quelle occasioni di difficoltà annullandone ben dodici, Roberto si è fatto bastare le due trasformate, non concedendo opportunità sul proprio servizio se non al momento di chiudere. Ma procediamo con ordine, quello che come al solito mette in campo lo spagnolo, centrato in risposta, preciso nel direzionare la palla e a darle ottima profondità, tanto che solo occasionalmente Wawrinka riesce a far valere la maggior pesantezza dei suoi colpi. Dopo i 198 cm di Khachanov e Jarry, Stan è subito in difficoltà di fronte alle caratteristiche ben diverse di Bautista ed entra in partita già sotto 1-3. Dal canto suo, lo spagnolo, mobilissimo, dispensa alcune smorzate esiziali e continua a giocare un tennis quasi perfetto, tanto che basta un solo gratuito a Wawrinka per compromettere qualsiasi speranza nei game di risposta. Dopo essersi visto annullare tre set point consecutivi nel nono gioco, lo spagnolo chiude con il servizio in quello successivo dopo una partenza un po’ tremebonda e apre la seconda partita con un parziale di otto punti a zero. L’inerzia non cambia e, se l’ex numero 3 del mondo mette poche prime, Bautista è bravo a limitarne la trasformazione a poco più del 60%. Con Stan che è riuscito comunque a rimanere in scia, Agut affronta le prime palle break (tre consecutive) quando serve sul 5-4: un rimpianto per la risposta fuori misura su una seconda di servizio, ma il recupero del game è merito di Bautista che trasforma il secondo match point con un ace e vola in semifinale contro Djokovic.
Risultati:
[7] R. Bautista Agut b. S. Wawrinka 6-4 6-4
[1] N. Djokovic b. [5] N. Basilashvili 4-6 6-3 6-4
[WC] T. Berdych b. P-H. Herbert 6-2 6-4
[4] M. Cecchinato b. D. Lajovic 7-6(2) 6-2
Michelangelo Sottili
ATP PUNE
Solo due veterani come Ivo Karlovic e Ernests Gulbis, 4 metri e 70 anni in due, potevano mettere in atto le Guerre Puniche in quel di Pune a colpi di prime di servizio; a vincere la gara degli aces è ovviamente il 39 croato che ne totalizza ben 25, vincendo una partita con due tie-break, fatta quasi esclusivamente di punti conclusi in due-tre colpi; Il colosso croato, che era sotto 0-3 nei precedenti contro il lettone, si avvicina quindi ai 13.000 aces piazzati in carriera. Rimpianti per Gulbis, in gran forma fisica ma evidentemente disturbato dai colpi di clacson delle strade circostanti , gracchiare di uccelli e un pubblico scarno ma esuberante. Dr. Ivo, il più vecchio semifinalista di un torneo ATP da Jimmy Connors nel 1993, si appresta a sfidare Steve Darcis, che dopo un primo set al tie break, ha avuto ragione della testa di serie n.4 Malek Jaziri; è del belga un vincente slice lungolinea che finirà sicuramente negli highlights di fine stagione. Una vittoria come questa può dare molta fiducia a Darcis reduce da un anno di digiuno dal tennis per infortunio al gomito.
Le altra coppia semifinalista è formata dalla testa di serie n.1 Kevin Anderson, che senza patemi ha avuto ragione dell’unico Next Gen rimasto in gara, Jaume Munar, e Gilles Simon, tds n.3 che ha dovuto sudarsela 3 set con un Benoit Paire indomito e centratissimo; il campione in carica continua cosi la corsa per la conferma del titolo mentre si spera invece di vedere più spesso in questo 2019 un Paire cosi combattivo.
Buone notizie infine per il nostro Simo Bolelli, che se in singolo ha cocciato duro contro Munar , si consola nel doppio con Ivanone Dodig superando la coppia tedesca Krawietz/Mies con un imperativo 6-2 6-4 in 58 minuti. La coppia trova in semifinale Bhopanna/Machanda, che hanno sconfitto l’altra star del tennis indiana Lender Paes in coppia con il messicano Reyes Varela al super tie 17 a 15.
[1] K. Anderson b. [7] J. Munar 6-3 6-3
[3] G. Simon b. [5] B. Paire 3-6 7-6(4) 6-4
S. Darcis b. [4] M. Jaziri 7-5 6-2
I. Karlovic b. E. Gulbis 7-6(5) 7-6(5)
Michele Blasina