Dopo aver finalmente vinto un torneo dello Slam e concluso la stagione in vetta al ranking per la seconda volta consecutiva, Simona Halep si appresta a tornare in campo a Sydney dopo il problema alla schiena e, soprattutto, dopo la separazione dal coach Darren Cahill. Nelle interviste rilasciate a The Guardian e WTA Insider, la ventisettenne rumena conferma che non avrà un allenatore per i primi tre o quattro mesi della stagione. “Voglio sentirmi rilassata. Ho subito una forte pressione lo scorso anno, dalla Romania, dalle persone che mi circondavano, perché tutti parlavano del titolo Slam” spiega Simona. “È solo uno sport, ma per me era tutto. Ecco perché un po’ ho sofferto”.
UN ANNO IMPEGNATIVO – Senza alcun dubbio. il 2018 l’ha messa a dura prova, a cominciare dal percorso dell’Australian Open, iniziato con l’infortunio alla caviglia, proseguito con i tre match point salvati contro Lauren Davis, la vittoria su Kerber per 9-7 al terzo set in semifinale per finire con la tendinite al piede e il ricovero in ospedale per disidratazione dopo la sconfitta subita nell’ultimo atto. “Mia madre era terrorizzata e disse che non avrei mai più dovuto rifare una cosa del genere”. Per quanto riguarda il successivo Roland Garros, c’era da scalare la solita montagna eppure sempre più alta – il major mancante – mentre entrava in campo affrontando, prima che Sloane Stephens, il rischio di perdere la quarta finale Slam dopo che dodici mesi prima era stata avanti un set e 3-0 contro Jelena Ostapenko. “Ho perso perché non ho saputo controllare le emozioni. Non uso la parola ‘depressa’ perché è troppo, ma sono stata triste per un lungo periodo”. L’agognato titolo conquistato in rimonta a Parigi l’ha sì alleggerita di un peso ma, come abbiamo visto, ha anche portato quell’ulteriore pressione da cui ora sente di potersi liberare approcciando l’inizio di stagione in solitaria. “Adesso non voglio impegnarmi con qualcuno, perché quando assumi un coach prendi un impegno e vuoi il meglio per lui e per la squadra”. Si spiega in questo modo la decisione di starsene tranquilla per qualche tempo, mentre la possibilità che possa rivelarsi sbagliata non preoccupa Simona: “Mi sento meglio rimanendo così. È una mia scelta e non so se sia la migliore, ma ho corso il rischio. La mia vita non è solo tennis adesso. Cerco di divertirmi di più”.
QUALCUNO NELL’ANGOLO – La domanda inevitabile è se ce la si possa davvero fare senza coach. “No, a questo livello è impossibile essere da soli” replica perentoria la prima giocatrice del mondo, non nascondendo la speranza di una nuova collaborazione con Cahill. Tra i due è rimasta un’ottima relazione e, mentre continua ad accettarne i consigli dispensati ora nelle vesti di amico, Simona ricorda il ruolo fondamentale dell’ex coach nella propria crescita dal punto di vista mentale, un aspetto fragile che pare condividere con molti suoi compatrioti. “Siamo dotati di grande talento, ma non abbiamo fiducia in noi stessi. Sono stata fortunata, Darren è australiano e assolutamente diverso. Mi ha spinto a essere positiva. Sono cambiata moltissimo”. Una svolta importante è stata innescata dalla sconfitta contro Konta a Miami due anni fa, con l’atteggiamento troppo negativo di Halep che aveva indotto Cahill a mollarla. Lei si è subito rivolta a una psicologa che l’ha aiutata a comprendere sé stessa e a lavorare sulle sue debolezze. “Darren era davvero orgoglioso e abbiamo ricominciato a lavorare insieme perché ha capito che voglio essere la migliore”.
IL PRIMO VERO TEST PER LA SCHIENA – A poche ore dal rientro in campo a Sydney, dove esordirà da numero uno del seeding al secondo turno contro Ashleigh Barty, c’è l’incognita del livello di preparazione e della reazione del suo corpo alle competizioni dopo la pausa dovuta all’ernia del disco: sei settimane senza tennis, solo un’ora al giorno di esercizi che, tuttavia, hanno portato il vantaggio di frequentare gli amici e andare a qualche festa. “La schiena è stata bene durante la off season” assicura. “Non ho avuto dolore e mi sono allenata al 100%. Ho giocato qualche set, qualche match, ma non lo sai mai finché non giochi incontri ufficiali, così aspetto questa settimana per capire come mi sento”.
SIMONA’S WAY – Salute e felicità hanno la precedenza nei piani di Halep che vuole essere completamente a posto con la schiena e a cui riserverà particolare attenzione, desiderosa anche di compiere ulteriori progressi per quanto riguarda il suo atteggiamento, mentre “il tennis si prenderà cura di sé stesso: se mi alleno normalmente, se lavoro duro, credo che sarà ok”. Non mancano tuttavia altri e nuovi obiettivi a spronarla. Consapevole di non essere una di quelle che vincono dieci o venti Slam, ora sogna il titolo in Fed Cup e le prossime Olimpiadi, tornando però a rimarcare il punto fermo della nuova direzione intrapresa: “Ma non voglio mettermi pressione. Avrò ancora pochi anni di tennis e allora voglio migliorare in altri modi. Entro dieci anni vorrei avere tre figli, una bellissima famiglia ed essere fuori dal tennis, sapendo di aver dato tutto”.