(foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
Per cominciare ecco subito una doverosa premessa riguardo alla prima giornata di quest’Australian Open: la storia più bella, che a un certo punto pareva proprio sul punto di profilarsi, non è accaduta. Andy Murray, di cui tutti ormai sapevano purtroppo pronto al canto del cigno, ha fatto di tutto per non “morire” qua, e sotto due set a zero contro Bautista Agut, testa di serie n.22 e vincitore a Doha, aveva vinto terzo e quarto mandando in delirio tutto il pubblico della Melbourne Arena, conquistato verosimilmente oltre che dal suo passato più unico che raro – cinque finali qui tutte perdute a Melbourne – dal drammatico annuncio dell’altro giorno. C’era già qualche malignetto in giro che suggeriva come Andy l’avesse fatto forse quasi apposta a fare quella dichiarazione venerdì, un po’ per mettere in imbarazzo il suo avversario e un po’ per procurarsi appunto maggiormente i favori del pubblico. Beh onestamente non era una malignità assolutamente condivisibile. Faceva torto all’onestà di un campione già fin troppo ferito dalla malasorte. Un grande uomo di sport apprezzato da tutti i suoi colleghi.
Al di là di questo, è purtroppo andata a finire – e quel purtroppo è semplicemente collegato ad una storia giornalistica mancata, che è poi quella per la quale io faccio sempre spudoratamente il tifo in ogni occasione e per qualunque duello – che Bautista Agut nel quinto ha dominato portandosi rapidamente sul 5-1 e chiudendo il set decisivo per 6-2. Murray ha quindi perso, ma come ha detto Mark Petchey (il suo primo coach!) intervistandolo a fine partita, in fondo ha vinto lui. “Farò tutto il possibile per tornare qui, mi sottoporrei a una difficile operazione pur di cercare di tornare”. E poi hanno mostrato un video in cui tanti giocatori, Nadal, Djokovic (“Abbiamo giocato quando avevamo 12 anni in Francia”) , Zverev, Isner, Pliskova, Federer, Wozniacki “Se vuoi diventare il mio coach insieme a mio padre…”) , Cilic. Stephens… mentre Judy Murray filmava tutto con il suo cellulare accanto a Jamie.
Andy: “Sono stato fortunato a competere in un’era con così tanti incredibili talenti, ma certo… anche molto duro lottare contro tutti quei campioni, Federer, Djokovic, Nadal. È molto bello sentire che tutti i tuoi colleghi mostrano di apprezzarti”.
Un’altra partita memorabile è stata certo quella dei giganti, dei due Watussi con racchetta: l’ha spuntata Opelka, 2 metri e 11, su John Isner, 2 metri e 8 e testa di serie n.9. Isner negli Slam aveva sempre battuto tutti i 9 americani incontrati precedentemente. Stavolta invece ci ha lasciato le penne. Voglio pensare che nessuno si sorprenda se vi dico che il match, vinto da Opelka in 4 set ha coinciso con quattro tie-break. Semmai la vera sorpresa è che ci sono stati addirittura due break. Mentre non è una sorpresa che insieme abbiano collezionato 87 ace, 47 Isner e 40 Opelka e anche che condividano il record di velocità di oggi: 227 km l’ora. 2 h e 58 minuti soltanto per 4 set con 4 tiebreak, ma di scambi prevedibilmente se ne sono visti pochissimi e i game filavano come i loro ace. Razzi.
Per il resto vanno segnalate le altre due teste di serie maschili sconfitte, Edmund n.13 (e semifinalista un anno fa) non ha fatto neanche un set contro il rinato Berdych (63 60 75) e Johnson n.31 battuto dal nostro Seppi. Direi che non si possa parlare di vere sorprese anche se Johnson aveva battuto Seppi tre volte su tre (una annullandogli match point): con le classifiche di questo lunedì Johnson è n.34 e Seppi n.35. Quanto a Berdych, la sua carriera di top-ten parla per lui e giustifica Edmund in quella che sarebbe stata una pessima giornata per il tennis inglese, anche per diverse sconfitte al femminile, se non fosse entrata… nella storia per il primo tie-break nel set decisivo concluso ai 10 punti proprio una ragazza inglese molto poco conosciuta: Katie Boulter. Ha battuto 60 46 76 (10-6) una ex top-ten, la Makarova che qui in passato aveva mandato a casa perfino Serena Williams, ma la cosa più divertente è che quando si è trovata avanti 7-4 ha alzato le braccia al cielo in segno di vittoria!
“Ero talmente concentrata a giocare punto su punto che non mi sono proprio ricordata che il nuovo tiebreak si sarebbe concluso a 10 punti. Eppure è vero che sul 6 pari l’arbitro ci aveva avvertite. Ma in quei momenti chi ci ha più pensato…”.
Fra le donne le teste di serie eliminate sono tre, se non me ne sono persa qualcuna: Goerges n.14 battuta dall’americana Collins, 26 76 64, Ostapenko – quasi sempre deludente dacché vinse il Roland Garros un anno e mezzo fa – battuta dalla greca Sakkari 61 36 62 (tipico punteggio da Ostapenko, vince netto e perde netto tutti i set!) e Strycova sconfitta dalla Putintseva 64 76, con tanto di gelidissima stretta di mano a fine partita. Già che ci sono a parlare delle donne, beh Sharapova che vince 60 60 con la povera ‘Brit’ Dart (che pure aveva passato le qualificazioni…quanto avrebbero perso le altre? 6 sottozero, 6 sottozero?) ci ha messo più tempo di Sabalenka contro Kalinskaja (61 64).
Una parola di conforto per la belga Van Uytvanck: nel 2015 qui perse da Serena Williams poi campionessa, nel 2016 da una campionessa di due edizioni, la Azarenka, e qui in prima giornata ha perso dalla Wozniacki, campionessa in carica. Per il sorteggio del prossimo Australian Open la belga, che ha provato mille racchette e poi ha deciso che quella con la quale si trovava meglio è la Snauwaert di recente nuova produzione – la vecchia casa belga ha tirato fuori 4 nuovi prodotti, ciascuno con caratteristiche ben precise per diversi tipi di giocatori (francamente sembra una cosa più seria rispetto a quelle marche che per motivi solamente commerciali promuovono venti modelli diversi…è impossibile che al di là di come sono dipinte all’esterno possano esistere vere differenze fra 20 modelli! – farà meglio a prevedere di farsi prima benedire.
Mentre Puig che perde contro Pavlyuchenkova 64 63 non fa certo notizia perché… non vince quasi mai. Eppure è n.54 del mondo. Però io che l’ho visto giocare in maniera spettacolare, splendida, quando ha vinto l’oro olimpico a Rio, non riesco a capacitarmi ancora come sia possibile che una giocatrice possa giocare a quel modo soltanto per una settimana nella vita!
TORNANDO AI MASCHIETTI – Per gli uomini sono arrabbiato con me stesso perché – e nemmeno dormivo in quel momento come è invece successo con Nadal! il video di Rafa che mi dice “Buongiorno Ubaldo!” e il resto, è diventato virale perché diffuso da Eurosport e perfino il sito dell’ATP, una figura imbarazzante e per fortuna inedita, nel senso mai accadutami prima – mi sono fatto sfuggire per cinque minuti la conferenza dell’indiano Gunneswaren battuto da Tiafoe in 3 set. L’indiano sarà nostro avversario in Davis a Calcutta ai primi di febbraio e avrei voluto parlarci, conoscerlo, saperne di più. Pazienza.
Ma i primi giorni non sono mai facili, giocavano Nadal, Federer, Murray, Dimitrov, i due campioni americani di… basket, e c’erano da seguire i quattro italiani in gara. Lo ha fatto molto meglio di me Luca Baldissera nell’articolo in cui troverete ogni particolare, mentre Vanni Gibertini si è espresso sui campioni di altri passaporti. Dico solo che tre italiani su quattro al secondo turno. Mica male. Anche perché due sono venuti contro avversari meglio classificati, quali erano Andreozzi 77 per Travaglia 137 (60 posizioni, mica una, e l’argentino aveva vinto il primo set) e Seppi contro Johnson. Fabbiano 101 contro l’australiano Kubler (n.130) che non credo fosse lontano parente del famoso ciclista degli anni Cinquanta-Sessanta Ferdi Kubler. Per Travaglia, che si allena con lo stesso team di Cecchinato, è la seconda volta al secondo turno in uno Slam dopo che nel 2017 eliminò Fognini in quella famosa partita in cui Fabio disse cose irripetibili nei confronti dell’arbitro donna e fu espulso dallo US Open.
E Fabbiano era approdato al secondo turno a Wimbledon sei mesi fa. Un bel traguardo. Ora dovrà superare se stesso e i 38 cm in altezza che lo separano da Opelka per arrivare al terzo turno. “Cercherò di allenarmi con Karlovic se Ivo ci sta, giusto per fronteggiare altre fucilate sparate dai 2 metri e 11!” ha detto il simpatico e spiritoso pugliese, un ragazzo cui non si può fare a meno di voler bene.
Onestamente ha più chance lui di arrivare al terzo turno che Travaglia che deve affrontare Basilashvili, il georgiano che ha fatto irruzione tra i top-20. Dei tre italiani vittoriosi in prima giornata chi sembrerebbe messo meglio degli altri è Seppi: contro Thompson sarà lui il favorito, sulla carta. In seconda giornata forse Fognini con lo spagnolino Munar, Cecchinato con Krajnovic e Giorgi con Jakupovic sono favoriti, Vanni con Carreno Busta no. Ma se il toscano servisse come nelle qualificazioni può almeno sognare. Carreno Busta non sembra quello che arrivò in semifinale all’US Open 2017.