Spazio sponsorizzato da Barilla
IL VIDEO-RIASSUNTO DELLA GIORNATA IN INGLESE: IL DIRETTORE CON BEN ROTHENBERG
Dopo il 3-1 della prima giornata nella seconda il bilancio azzurro è 5-3. Ma poteva essere 7-1. Infatti come potete più diffusamente leggere nel pezzo di Luca Baldissera, con i vari spunti di cronaca, Marco Cecchinato e Luca Vanni hanno perso entrambi in cinque set dopo essere stati avanti due set a zero. Chiaro che mentre una vittoria di Vanni su Carreno Busta avrebbe avuto quasi del miracoloso, la sconfitta di Cecchinato contro Krajinovic suscita non pochi rimpianti. Era favorito, aveva dominato il secondo set surclassando il serbo, ha avuto il match point nel tie-break del quarto set, sull’8-7, poteva anche trasformarlo ma ha sbagliato un rovescio dopo un lungo scambio. N.18 contro il n.93, perdere quel set è stato un mezzo trauma. In quel set era stato infatti anche avanti 2-0. E al secondo turno ci sarebbe stato il russo Donskoy n.96. Una opportunità sfumata. Chiaro che il Ceck fosse furibondo: “Se ne riparla domani, ora sono troppo triste e arrabbiato”.
Di come l’ha presa il Vanni tennista ne parlo con il Vanni giornalista (Gibertini) nel video che si apre nel segno di Federer e Barilla. Lui nella giornata si è occupato anche della nuova Coppa Davis che si giocherà quest’anno a Madrid nel mese di novembre. Troverete il suo interessante articolo. Ma il tennista di Foiano della Chiana – che nomi che abbiamo in Italia per i nostri Paesi! – e che tutti chiamano “Lucone” è intervenuto un amico a rasserenarlo per la delusione della sconfitta subita in quello che credo sia stato il primo “cinque set” della sua carriera: “Ricordati Lucone che un anno fa giocavi in questo periodo il torneo open di Orvieto contro un 2.4. Oggi hai giocato in uno Slam contro il n.24 del mondo!”. L’episodio naturalmente lo ha raccontato lui stesso.
Meno male che Camila Giorgi non ha avuto il benché minimo problema a regolare in 53 minuti la slovena Jacupovic e che Fognini, vinto il primo set al tie-break, si è issato a un secondo tie-break con il pupillo di Rafa Nadal, Munar, recuperando un break sul 6-5 e annullando anche un set point. Un altro ne ha annullato anche nel successivo tie-break e avanti due set a zero è arrivata la vittoria grazie anche al ritiro del maiorchino per uno stiramento ai flessori. “La top ten non mi interessa più, ho avuto occasione fra New York e Shanghai – ha poi detto Fognini – avrei potuto andare al Masters come riserva ma andare lì a guardare gli altri non mi sarebbe piaciuto. Di Masters ne ho già giocato, in doppio con Simone. Ora se vado a numero 20 o 30 non cambia nulla. Il mio obiettivo è fare i risultati nei tornei importanti. Quando ho visto che Kachanov ha vinto Parigi certo che due… madonne le ho tirate, ma l’importante è restare sempre sul pezzo, vedi Cecchinato a Parigi”. Qui troverà al secondo turno Leo Mayer: è avanti 3-2 ma hanno giocato sempre sulla terra battuta, e i due precedenti del 2018 Fabio li ha persi entrambi.
Per me è stata una giornata campale perché sono stato letteralmente sepolto di messaggi, WhatsApp, telefonate, segnalazioni su pubblicazioni dell’episodio uscito sul sito di The Age di Bleacher Report e non so più quante riviste on line. Questo mercoledì alle 13 andrò anche alla tv australiana dell’Australian Open. Sabato Radio Rai. E dovreste aver sentito mio intervento su Radio Sportiva, a metà fra l’imbarazzato e il divertito. A sentire Andrea Capretti era stato un intervento vivace e spontaneo, ma potete giudicare direttamente voi.
https://soundcloud.com/ubitennis/d10-scanagatta-944-intro
Come ha scritto argutamente una lettrice, tanto interessamento e improvvisa popolarità per un sonnellino di 15 secondi e per le pur simpaticissime smorfie di Rafa, dopo 40 anni di onorata carriera con migliaia di articoli, beh, non so se sia una pena del contrappasso per qualche mio peccato. Però è certo un paradosso, che va preso con il giusto spirito, un sorriso e senza dargli importanza.
Ho dovuto però anche replicare per scritto a un paio di giornalisti inglesi che all’insegna della famosa frase del grande Norman Mailer “never spoil a good story with the truth” (non rovinare mai una bella storia con la verità!) si sono inventati che stavo addirittura russando. Hanno ecceduto in fantasia, naturalmente. È stata invece la primissima cosa che lì per lì ho bisbigliato al media manager di Rafa, Benito Perez Barbadillo, che sedeva a due posti da me: “Non ho mai russato in vita mia, spero proprio di non averlo fatto stavolta. Sono due notti che dormo tre ore a notte e con il jet-lag!” premesso che avevo seguito tutta la conferenza stampa di Rafa fino a un minuto prima. Benito che parla benissimo l’italiano mi ha subito tranquillizzato. Rafa è stato simpaticissimo, le facce che gli ho visto fare nel video sono un capolavoro. Solo nel video di Repubblica.it si vede anche quella che era la mia posizione.
Chiudo questa parentesi molto personale ricordandomi un episodio molto simile che accadde tanti anni fa, e proprio qui in Australia, una ventina di anni fa a Rino Tommasi che era arrivato in ritardo a Melbourne per via di un incontro di boxe che aveva dovuto commentare – mi pare fosse di Tyson – dagli Stati Uniti. Ebbene ogni tanto Rino chiudeva gli occhi, sopraffatto dal sonno, ma pur senza guardare tutti gli scambi non sbagliava mai il punteggio, che evidentemente sentiva dall’arbitro e ripeteva perfettamente. C’era da domandarsi come facesse. Finché però a un certo punto si vede che proprio crollò, e improvvisamente, mentre stavano giocando mi pare Emilio Sanchez e John McEnroe, Rino sbottò in una specie di urlo e gridò: “Emiliooo!”. Nel farlo fece un soprassalto, si accorse di quello che gli era uscito dalla bocca e fu preso da un fou-rire irrefrenabile. E inevitabilmente anch’io. Coprimmo entrambi i microfoni con le mani, ci togliemmo le cuffie e la telecronaca si arrestò per almeno 15 interminabili secondi. Quell’episodio ci restò talmente impresso che ogni tanto, per ricordarlo e scherzare nelle situazioni più improbabili io all’improvviso guardavo Rino, magari a tavola, e gridavo “Emilioooo!”. Glielo avrò fatto non so più quante volte e quasi tutte le volte lui cominciava a ridere come un bambino, a crepapelle.
Vabbè, scusate la lunga digressione personale. So che vorreste leggere qualcos’altro, ma onestamente al di là degli incontri degli italiani, non è che sia successo tantissimo, nessuna clamorosa sorpresa. Ma tante piccole curiosità.
IL DAY 2 A MELBOURNE – C’è stato il derby delle mamme, vicine di casa in Florida, si incontrano con il passeggino, anche se ora Olympia cammina e Serena rimpiange i tempi più comodi di quanto se ne stava buona in culla: “Prima non capivo quando mi dicevano che era tutto più semplice finché non la dovevi seguire dappertutto”. Serena non aveva avuto alcuna pietà nei confronti dell’amica tedesca Tatjana Maria.
Le stava dando la stessa lezione che Sharapova ha riservato a Dart (6-0 6-0) finché sul 6-0 3-0 la tedesca ha fatto il suo primo game, riscuotendo una di quelle ovazioni che sono imbarazzanti come poche, e poi anche un altro e insomma è stato un 6-0 6-2. Con Serena di nuovo con le gambe inguainate in quelle calze comprimenti che chi corre il rischio di trombosi – e lei è stata lì per lì per lasciarci la pelle due volte, anche durante il parto – fa bene a mettersi. Obbligatorie, per esempio, quando si sale su un aereo. Ma anche a queste temperature, fra i 35 e i 40 gradi all’ombra negli ultimi giorni. Ma lunedì sui campi si potevano cuocere le uova senza bisogno del gas.
Molto soddisfatta del suo completo Nike – stavo per scrivere completino, ma insomma poi mi è parso che quel diminutivo non le si adattasse anche se rispetto a mesi fa è decisamente dimagrita –Serena ha fatto capire di essere soddisfatta anche della sua condizione fisica ed atletica: “Ho lavorato tanto, credo di aver fatto una buona preparazione”. E quando le hanno chiesto che differenza si sentisse di descrivere fra due anni fa quando vinse qui da appena incinta e ora da mamma è stata prontissima a rispondere: “La differenza è che – toccandosi la pancia – ora non sono incinta”. C’era solo una terza mamma in questo torneo. Una che l’ha vinto due volte. Vika Azarenka. Ha perso dalla tedesca Siegemund. Ed è scoppiata in lacrime.
Una curiosità il punteggio con il quale la Konta ha battuto la fidanzata di Kyrgios, la Tomljanovic, 7-6 al terzo con il long tie-break a 10. Per l’appunto è per ora successo solo due volte e sempre a tenniste britanniche. Lunedì alla Boulter che aveva esultato sul 7-4 credendo di aver già vinto. Per Ben Rothenberg, che dice sempre cose interessanti quando duettiamo nel video inglese, la miglior partita del giorno è stata quella vinta da Halep su Kanepi, match rivincita e frutto di un sorteggio malvagio.
Gran battaglia ha vinto ancora la trentottenne Venus Williams sulla Buzarnescu, e gran sfiga ha avuto il nostro Paolo Lorenzi, primo candidato alternate a lucky loser, perché non ricordo un altro Slam nel quale non si sia ritirato nessuno su 128 iscritti. Vero anche che chi arriva fino in Australia dopo il periodo di preparazione è difficile che sia rotto.
Gli aussies hanno perso in 24 ore i due bad boys, Tomic e Kyrgios. Kyrgios non è riuscito a mettere in difficoltà Raonic che a tratti. Ridimensionato seriamente rispetto a tante aspettative che aveva saputo suscitare anni fa. Nel 2015 aveva raggiunto i quarti. Ma di nove recenti duelli contro top-20 Kyrgios ne ha vinto uno solo.
Djokovic n.1 e Zverev n.4 hanno vinto senza perdere un set, proprio come lunedì Nadal n.2 e Federer n.3. Stanotte tocca di nuovo agli ultimi due e Nadal in particolare deve stare attento a Ebden, che non gli darà ritmo. E Rafa non mi è parso brillantissimo, salvo che in conferenza stampa.
Roger, e questa è quasi una notizia, non gioca di notte – tocca a Nadal – ma terzo nel pomeriggio aussie. Contro Evans non dovrebbe correre rischi di sorta. Noi seguiremo da vicino Seppi contro Thompson, n.72, e Andreas è favorito anche se giocare contro un australiano qui non è mai facile, ma Travaglia n.137 con Basilashvili neo top-20 ha un compito molto più duro. Fabbiano, 1,73, dovrà scalare la montagna Opelka, 2m e 11cm, il giustiziere di Isner nella battaglia dei giganti. Sarà dura, ma si può giocare se non saranno tutte noci di cocco.