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F. Tiafoe b. A. Seppi 6-7(3) 6-3 4-6 6-4 6-3 (dal nostro inviato a Melbourne)
Sulla carta, la partita tra Andreas Seppi e Frances Tiafoe si presenta equilibrata, lo statunitense è il 39 ATP, l’azzurro il 35. Dal punto di vista tecnico, considerate le condizioni di gioco molto veloci, il nostro Andreas dai colpi filanti e poco caricati di top-spin potrebbe perfino avere un minimo margine di vantaggio. Il drittaccio potente ed efficace, ma davvero troppo macchinoso di Frances, se attaccato con palle basse e veloci tende ad andare spesso in difficoltà, e un fine stratega del tennis come Seppi proverà certamente ad approfittarne.
Come da pronostico, nel primo set regna l’equilibrio, e il canovaccio tattico è quello che ci si aspettava, gran pallate di Frances, belle geometrie di Andreas. Si arriva al 6-6 senza aver visto palle break, nel momento decisivo è l’azzurro (aiutato da un paio di gratuiti di Tiafoe) a prendersi i punti che contano: 7-3 e primo set per Seppi, ottimo. Il gioco riprende senza variazioni, onestamente non è una partita spettacolare, gli aspetti tattici prevalgono sullo “show” tecnico. Nel sesto game, Frances, che si sta prendendo tutti i rischi possibili ora, brekka l’azzurro, e sale 4-2. Tre game dopo, senza che nessuno dei due abbia minacciato il turno di battuta avversario, è 6-3, tutto da rifare per Andreas.
Ma il nostro prediletto “ragioniere del tennis” non è certo tipo da farsi abbattere per un inciampo simile: in pochi minuti, giocando davvero bene a livello di solidità, Seppi capitalizza alcuni errori di troppo commessi dallo statunitense, e va in vantaggio 3-0 con break al secondo game. L’altoatesino prosegue fino al 5-3, al servizio per chiudere il set, quando la pressione costante di un Tiafoe mai domo ottiene i risultati sparati, cioè diversi errori sia gratuiti che forzati da parte di Andreas, che concede il controbreak. Nel momento più delicato, però, sotto 4-5 e al servizio, tocca a Frances mettersi a sbagliare a ripetizione. Dal suo punto di vista la cosa è imperdonabile, dal nostro significa un break, e un set, sinceramente regalati, non saremo certo noi a lamentarcene. 6-4 e due set a uno Andreas, portiamo a casa e vediamo che succede.
Il primo game del quarto parziale vede Seppi nuovamente in difficoltà, e Tiafoe che lo brekka per la terza volta nel match, non ci voleva accidenti. L’azzurro ha subito la possibilità di pareggiare, ma la palla del contro-break viene cancellata da un ace, bravo Frances qui, 2-0 per lui. Non vengono corsi altri rischi da chi serve fino al 5-4 Tiafoe, quando Andreas aggredisce con tutto quello che ha, si prende lo 0-40 e tre palle del pareggio, ma viene ripreso da un ottimo Frances, che le annulla, chiude 6-4 e forza la contesa al quinto e decisivo set.
Pronti, via, e come nel parziale precedente, subito arriva un passaggio a vuoto di Seppi, che sbaglia troppo, va sotto 0-40, e alla fine cede la battuta per la quarta volta. Onestamente qui un po’ di colpe Andreas ce le ha. Il match ora è equilibrato, il contrasto di stili tra lo sgraziato e carismatico Tiafoe (come faccia a giocare con quella evidentissima cifosi alla parta bassa della spina dorsale, e quella camminata sciancata in cui non appoggia i talloni, lo sa solo lui) e il lineare e impassibile Seppi, è anche affascinante, se vogliamo. Ma nel frattempo il break di vantaggio Frances se lo tiene stretto, fino ad arrivare addirittura a una possibilità di secondo break, che è anche match point, sul 5-3 servizio Seppi. Andreas, che in questa fase è un po’ troppo difensivo, annulla con la prima palla, poi però subisce ancora la pressione dello statunitense, affronta un altro match point, e il drittone vincente di Frances lo condanna definitivamente. Peccato, veramente peccato, l’amaro in bocca dell’occasione sfumata lo abbiamo tutti in tribuna, figurarsi Andreas in campo.
LA PARTITA – “Eh, alla fine è girato tutto in quei due game”, ammette Andreas a fine match. “Ho preso il break a inizio quarto e a inizio quinto, non so perché, un attimo di distrazione, e poi è dura recuperare. Lui è un buon giocatore, serve abbastanza bene, soprattutto di rovescio è bravo a spingere le palle alte. Di dritto è un po’ troppo falloso ancora. Fisicamente sto bene adesso, giocherò Sofia, Rotterdam, e poi in america per Indian Wells e Miami. Per la Coppa Davis in India credo che tornerò a casa, poi ripartirò per là. Qui è rimasto solo Fabio, dovesse perdere domani non credo rimanga qui nemmeno lui”.
DAVIS E ATP CUP – “Credo che siamo favoriti, cioè la squadra la abbiamo migliore noi, giocassimo in Italia sulla terra non ci sarebbe storia, però loro sono particolari, fanno tutti serve&volley, ti vengono sotto di continuo. Poi bisogna vedere come sono i terreni di gioco, se ci troviamo su un campo di patate potrebbe essere difficile. Certo, giocherò la fase finale della Coppa Davis a novembre, e anche la nuova ATP Cup a gennaio, alla fine sarà buona come preparazione, come giocare un torneo. So che quelli buoni, Roger, Nole, Zverev a novembre non vogliono giocare, ci sarà Rafa credo perché è a Madrid. Mah, se è una buona cosa questo cambiamento? Alla fine dell’anno in effetti vorresti fermarti, magari giochi Bercy, e poi basta, invece così devi continuare ad allenarti. Ma d’altro canto sono tipo due settimane all’anno, non lo so”.