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Il poker è diventato una coppia. Otto azzurri al via (sette uomini più la sola Camila Giorgi), quattro al terzo turno, sono rimasti solo due che possono teoricamente approdare agli ottavi. E sono i numeri del nostro tennis, Fabio Fognini e Camila Giorgi.
Il primo è atteso dallo spagnolo Carreno Busta che lo ha battuto 5 volte su 5 ma secondo me è battibile. E anche secondo Lucone Vanni che contro di lui ha vinto i primi due set e (6-7 2-6 6-3 7-5 6-4) e lo ha tenuto in campo per 3 ore e 47 minuti. Camila fin qui ha passeggiato, ma non potrà farlo nel match che chiuderà la giornata del sabato australiano (e corrisponderà circa alle 11 italiane del mattino) contro Karolina Pliskova, ex n.1 del mondo, ex finalista dell’US Open, testa di serie n.7. Pliskova ha vinto 4 dei 5 precedenti duelli, il solo che ha perso è stato sulla terra battuta a Praga. Sebbene Camila abbia battuto 9 top-ten in carriera, e quindi abbia dimostrato di essere capace di qualsiasi impresa, avrà bisogno della complicità della giraffa ceca per raggiungere gli ottavi.
Di come si sono comportati i due italiani sconfitti nella notte italiana, Fabbiano con Dimitrov e Seppi con Tiafoe, ha già scritto Luca Baldissera. È evidente che i maggiori rimpianti li ha Andreas, perché Fabbiano ha giocato qui la sua miglior partita contro un Dimitrov bene in palla e quindi superiore, ancorché non così nettamente come si sarebbe potuto pensare. Da questa partita la fiducia di Thomas nelle proprie possibilità dovrebbe essere uscita rafforzata: “Sono partite come queste, in tornei e campi come questi, davanti a così tanta gente cui certo io non sono abituato, quelle per le quali noi tennisti in fondo viviamo e ci battiamo” ha detto Thomas con la sua solita genuina semplicità.
Andreas invece rimpiange di aver giocato con poca attenzione all’inizio del quarto e del quinto set: “Mandare avanti di un break, subito 1-0, un giovane capace di esaltarsi e di giocare più libero da quel momento in poi, mi è costato caro”. Ci sono state soprattutto quelle tre pallebreak consecutive per raggiungere il 5 pari nel quarto set che potevano, se trasformate, condurre a un tiebreak in cui avrebbe potuto succedere di tutto. Peccato. Tiafoe ‘arrapato’ è comunque un cagnaccio. Bel servizio, gran rovescio, e un dritto arroncolato con una presa continental irregolare ma anche assai pesante quando lo tira a pochi cm dalla riga di fondo.
Per il resto… direi che lo scontro della giornata è stato quello fra Maria Sharapova e Caroline Wozniacki, due belle fanciulle che non si possono proprio vedere. Caroline non ha mai nascosto la propria antipatia per Maria. “Lei non parla mai con nessuna di noi, non ha amiche nel circuito, sta con il suo team e basta” ha detto anche ieri. Ma tutti ricorderanno che Caroline era fra quelle che non aveva avuti peli sulla lingua all’epoca in cui Maria era stata “pescata” dal controllo antidoping e se fosse stato per lei Maria sarebbe stata squalificata a vita. Un anno e mezzo fa poi fra le due ci furono due frecciate mica male fra le due rivali all’US Open 2017. La prima a lanciarne una fu Carolina, furibonda per una sconfitta (6-2 6-7 6-1) con Makarova patita sul campo 17 dove il match era finito ben dopo la mezzanotte: “(Someone back from a drugs sentence… play every match on centre court!) Qualcuno di ritorno da una squalifica per doping… gioca ogni match sul campo centrale! E fare un orario che mettendo la n.5 del mondo come quinto match su un campo periferico è inaccettabile” dichiarò in una videointervista al sito danese Exstrabladet su un campo periferico.
Maria Sharapova non gliele rimandò a dire dietro le spalle: “Prima di tutto sapete bene che non sono io a fare gli orari – disse dopo aver passato il terzo turno, lei che era n.146 del mondo e aveva potuto rigiocare dopo 15 mesi di squalifica grazie a una wild card contestata da tante giocatrici (fra cui Woz) – io lotto ovunque mi mettano, sono felice anche se mi fanno giocare nel parcheggio del Queens. La sola cosa che a me importa è che sono in ottavi. Sì, non so bene dove sia lei… (I am not sure where she is…)”. Perfida Maria.
Al di là di queste schermaglie, e di una rivalità datata e preceduta ieri da 10 duelli (6-4 per Maria erano gli head to head, ma l’ultimo match risaliva al 2015, a Madrid e l’aveva vinto Maria), il match è stato bello, intenso, ben giocato. Di più. Non avevo più visto giocare così bene Sharapova da un anno e mezzo, quando aveva battuto al primo turno dell’US Open 2017 Halep per la settima volta consecutiva: 6-4 4-6 6-3 fu il punteggio. E sapete come ha vinto stavolta su Woz? 6-4 4-6 6-3. Piuttosto curioso non trovate? Sulle seconde di servizio non trascendentali di Woz, Maria ha sparato risposte di dritto fulminanti. Meglio che ai bei tempi, quando era n.1. E che fosse ben determinata lo ha mostrato – vedi anche cronache di Vanni Gibertini – il recupero nel primo set da 1-4 a 6-4.
“Lì ho perso il mio ritmo…” ha detto Wozniacki, campionessa in carica, che ha sorprendentemente finito per perdere anche alcuni scambi lunghissimi… “Quelli che lei di solito predilige…”, ha affondato il coltello Maria nella conferenza post match. Forse Maria stavolta “is really back”. Ma poiché al prossimo turno ha un altro osso duro, la beniamina locale Barty, poi eventualmente la vincente di Kvitova-Anisimova, sarà meglio aspettare a dirlo. Anche perché la metà bassa del tabellone è presidiata da Angie Kerber. Mi hanno fortemente impressionate tutte le tenniste appena citate. Kvitova che gioca bene per me è forse la più forte in assoluto, ma sappiamo bene anche quanto possa essere discontinua. La maturità della ragazzina del New Jersey, la diciassettenne Amanda Anisimova che si è liberata della temutissima Sabalenka (n.11), ha fatto scalpore. Questa ragazzina figli di genitori russi è davvero fortissima. Già oggi, non solo domani. Inutile dire che il suo idolo è Maria Sharapova… probabilmente perché russa trapiantata in America fin da bambina.
Passando agli uomini ero sicuro che Nadal fosse di un’altra categoria rispetto a De Minaur, il pupillo di Hewitt (per il quale stravede talmente che i vari bad boys Tomic e Kyrgios gliene dicono di tutti i colori). È stato come vedere di fronte sul ring due pugili di categorie diverse, un peso massimo contro un peso nemmeno medio, diciamo un welter. No match. E anche Federer contro… l’amico Fritz ha potuto fare quel che voleva. 6-2 7-5 6-2 non è così diverso da 6-1 6-2 6-4, ci sono solo due game in più per Fritz.
I colleghi spagnoli, sempre assai patriottici, facevano osservare a Rafa che, per via di quattro iberici al terzo turno, nessun altro Paese aveva fatto meglio. Ma Rafa ha avuto buon gioco a replicare (in spagnolo quindi non lo troverete sui transcripts): “Fino a 25 anni fa chi avesse raggiunto un quarto di finale in uno Slam sarebbe stato esaltato come il protagonista di un grande risultato. Ma poi da 15/10 anni abbiamo avuto tanti di quei giocatori, di top ten, che la gente spagnola… si è abituata male. Vero che siamo arrivati in quattro al terzo turno… ma siamo tutti di una certa età, Verdasco (che stava vincendo due set a zero con Cilic ma ha perso al quinto dopo aver avuto occasione di vincere in 4), io, Bautista Agut… il più giovane è Carreno Busta. L’unico giovane che abbiamo in questo momento è Munar… siamo realisti, mi sa che rimpiangeremo a lungo il periodo che abbiamo vissuto, perché il ricambio generazionale non mi pare che ci sia”.
Che dovrebbero dire gli svizzeri allora che dopo Federer e Wawrinka hanno solo Laaksonen? Inciso: in ottavi Roger troverà Tsitsipas e dovrà stare attento, molto attento, perché il ragazzino greco non ha timori reverenziali. E i cechi che si affidano ancora al “riesumato” Berdych che ha chiuso in bellezza contro Schwartzman e sarà il prossimo avversario di Rafa? Chi vincerà fra Rafa e Berdych troverà il vincente di Tiafoe-Dimitrov, partita fra i due che hanno fatto fuori Seppi e Fabbiano nonché giocatori brillanti, divertenti da vedere.
Ce ne sono meno nella parte alta del tabellone dove stanotte mi incuriosisce Djokovic-Shapovalov, anche se credo che Nole vincerà senza troppi problemi perché è troppo più solido, dove seguirò naturalmente Fognini-Carreno Busta con Fabio che giocherà certamente i colpi migliori ma potrebbero non bastare e poi però non c’è nessuna partita che mi ecciti particolarmente. Direi nemmeno fra le donne, a meno che Venus Williams riesca a mettere sotto torchio una Halep ancora convincente a metà. Ma ci credo poco. Credo quasi più in Camila Giorgi contro Pliskova. Ma magari confondo, da buon patriota, la speranza con la realtà.