Lorenzo Musetti è senza dubbio una delle maggiori speranze del tennis azzurro. Nativo di Carrara, si allena vicino a La Spezia allo Junior Tennis San Benedetto sotto l’egida di coach Simone Tartarini, che lo segue sin da quando era bambino, e a Tirrenia con il programma federale. Nella sua carriera c’è anche molto del Park Tennis Club di Genova, che per primo ha creduto in lui tesserandolo all’età di soli 12 anni e per il quale ha giocato la Serie A quest’anno senza mai perdere un singolo (battendo anche Berrettini junior, n. 430 ATP).
Dotato di un tennis esplosivo e d’attacco, Lorenzo è un classe 2002: 16 anni e già un 2018 da incorniciare, con i successi agli U18 di Firenze e Salsomaggiore, i quarti a Wimbledon Junior e soprattutto la finale agli US Open Junior persa in tre set contro Thiago Seyboth Wild, maggiore di lui di due anni, più forte e più potente e soprattutto con un ranking ATP al n. 464. Musetti invece, che vanta due sole presenze in tornei ITF – due sconfitte a Pontedera, a pochi passi da casa, nel 2017 e nel 2018 – deve ancora conquistare il suo primo ATP.
Non c’è fretta, però, con le porte del circuito juniores ancora aperte. Lo US Open dello scorso anno, a detta dello stesso Lorenzo, è stata l’esperienza più emozionante della sua giovanissima carriera: “Ho vissuto delle sensazioni che non avevo mai provato” ci racconta, e non stentiamo a crederci perché è riuscito nell’impresa di inanellare cinque vittorie consecutive nel tabellone principale del torneo, inclusa la semifinale contro l’americano Brooksby che ha letteralmente dominato dall’inizio alla fine.
Anche se non sa ancora se considerarsi un tennista professionista, sicuramente sta lavorando duro per diventarlo e il suo programma di allenamento è quello di un professionista. La sua giornata abituale prevede la sveglia alle 7.20, una sessione in palestra alle 8.30 e dalle 11 alle 13 circa allenamento sul campo da tennis; quindi una pausa per il pranzo e ancora in campo dalle 15 alle 18, orario in cui inizia a studiare, fin verso le 20. Un programma molto intenso, che sta portando i suoi frutti. Ci svela che sta allenando principalmente il servizio, per rendere il suo gioco pericoloso già dall’inizio del punto: per essere competitivo a questi livelli è un’arma a cui non si può più rinunciare. Il dritto funziona alla grande, così come il gioco di volo, ma è l’intelligenza tattica di Lorenzo a stupire, una certa maturità nell’approccio alla partita – soprattutto se si pensa che ha solo 16 anni – che gli consente di portare a casa incontri che altri suoi coetanei non sono ancora in grado di vincere.
La preparazione fisica rimane uno dei nodi da sciogliere, perché è necessario potenziare la massa muscolare per acquisire più potenza e peso sui colpi, per cui ci sta lavorando molto. E l’aspetto mentale? “Su quello non ho ancora iniziato, ma se proseguirò in questo percorso e diventerò a tutti gli effetti un professionista del circuito maggiore sarà un lato da curare maggiormente. La pressione nella vita di un professionista c’è sicuramente, ma è un aspetto a cui i tennisti sono abituati e in qualche misura imparano a conviverci”.
Quanto alla programmazione di quest’anno le idee sono abbastanza chiare: “Farò i tornei Slam juniores e poi mi dedicherò ad attività transition e challenger”. Sì, perché con l’introduzione del Transition Tour e la rivoluzione dei tornei Futures i giovani tennisti come Lorenzo dovrebbero essere favoriti nel delicato momento dell’ingresso tra i professionisti.
EXTRA-TENNIS – Lorenzo pare un ragazzo serio e tranquillo, centrato, a domanda risponde senza farneticazioni né vanesie e senza spendere troppe parole. È conciso e va dritto al punto, dote che speriamo possa definitivamente accorpare al suo tennis. Fuori dal campo invece? “Come potete immaginare non ho tanto tempo libero e sono spesso lontano da casa, in giro per il mondo per i tornei. Studio privatamente al liceo linguistico, con questa programmazione era impossibile riuscire a frequentare la scuola normalmente come fanno i miei coetanei, però mi piacciono molto le lingue straniere. Quando posso cerco di svagarmi e di uscire con i miei amici. Oltre ai ragazzi conosciuti per via del tennis ho anche altri amici al di fuori del contesto sportivo, quelli dell’infanzia soprattutto. Non ho però una fidanzata, penso sia difficile avere un rapporto serio e stabile a questa età. Vedremo in futuro…”.
La sua maturità traspare nettamente quando gli chiediamo se è un peso per lui passare tanto tempo lontano da casa. “Mi ci sono abituato ormai, anche se la lontananza da casa un po’ pesa sempre… quando torno mi piace anche giocare a tennis con mio padre, è lui che mi ha trasmesso la passione per questo sport, lui mi avviato alla competizione, la mia famiglia mi sostiene e mi accompagna in giro, nei limiti del possibile“. E soprattutto non ha mai pensato di mollare, né ha mai smesso di credere nel sogno per raggiungere il quale deve ancora fare molta strada: “Ci ho sempre creduto, non ho mai avuto questo tipo di problemi“.
La grinta e la voglia di provarci seriamente sembrano effettivamente doti che gli appartengono naturalmente, unite a una capacità di variare il gioco, una fantasia “all’italiana” che lo rendono competitivo anche con giocatori più forti di lui sul piano fisico. Diciamocelo, è un piacere per gli occhi vedere all’opera un giocatore così. Se ancora non vi è capitato di vederlo giocare e siete curiosi, l’Australian Open junior è pronto a cominciare: tra i favoriti, addirittura accreditato della prima testa di serie, ci sarà anche Lorenzo Musetti. Il 16enne di Carrara esordirà attorno alle 3 di notte italiane contro la wild card locale Tai Sach, suo coetaneo
Paola Farina