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Serena è la vera numero 1, ma Halep merita applausi
SVITOLINA SI GUADAGNA OSAKA – Third time is a charm. Al terzo confronto diretto Elina Svitolina supera Madison Keys, qualificandosi per la quarta volta ai quarti di finale di uno Slam, la seconda in Australia dopo quella dello scorso anno. L’ucraina, reduce da un esordio 2019 negativo con una sconfitta immediata a Brisbane, sembra essere ancora ai livelli dello scorso ottobre, quando macinava regolarità e avversarie fino al titolo nelle WTA Finals.
Tre set speculari, con una a comandare e l’altra a rincorrere. E quando ciascuna riesce a mettere in atto il suo piano principale, non c’è contromisura che tenga. Svitolina si appoggia alla grande e punge con il rovescio per volare 4-0 e poi 6-2; nel mezzo un Time Out Medico per trattare un dito del piede sinistro, che forse la condiziona nella mobilità brillante mostrata fino a quel momento. Keys si affida al suo dritto esplosivo che nel corso del torneo si è rivelato via via più potente e preciso, in sorprendente controtendenza con le sue abitudini, e risponde con un roboante 5-0 in avvio di secondo set, poi convertito in 6-1. Il terzo è una nuova passerella ucraina. Vittoria che in un certo senso potrebbe sbloccare Svitolina: è la prima contro una top 20 in uno Slam negli ultimi sette incontri (appena la terza totale in carriera), non ne batteva una dal 2016 (Ivanovic al Roland Garros 2016). Il suo problema, adesso, è che l’asticella si alza sensibilmente.
Ai quarti se la vedrà infatti con la campionessa degli US Open Naomi Osaka. La giapponese spara 51 vincenti e resiste all’affondo iniziale di Anastasija Sevastova, già battuta anche a inizio stagione a Brisbane (3-2 i precedenti adesso). “Mi hanno ispirato Tsitsipas e Tiafoe“, e si è visto. Incontro divertente, la lettone varia e a tratti incanta, leggera ma aggressiva, toglie il tempo e prende l’iniziativa. Break immediato che non cederà fino a chiudere il primo set, con Osaka che aggiusta il mirino prendendo rischi che non pagano.
Dal secondo parziale è un crescendo di vincenti per Naomi, che è ancora in corsa per diventare la decima donna della storia a vincere New York e Melbourne in fila (Serena Williams l’ultima a riuscirci nel 2015). Una pioggia di soluzioni definitive, specialmente con il dritto, costringono Sevastova a rincorrere e a perdere terreno in progressione: nel secondo set Osaka allunga nel sesto gioco, spingendo da 3-2 a 6-3. Si aggiunge un break di inerzia in avvio di set conclusivo (2-0), ma Sevastova è brava a concedersi un’ultima possibilità, variando al servizio spesso al centro e rimanendo concentrata fino al controbreak del 3-3; è un colpo di reni effimero, Osaka strappa immediatamente il servizio (4-3), e poi amministra. Con Svitolina sarà match da prime time, e la giapponese dovrà convivere con la pressione di essere la favorita.
MONOLOGO CECO, OCCHIO A PLISKOVA – Se è vero che quando Karolina Pliskova gioca a tennis da par suo può raggiungere picchi di rendimento assai difficili da eguagliare, di questa sconfitta si dovrebbe fare una colpa solo parziale a Garbiñe Muguruza, il cui raggiungimento degli ottavi di finale è sostanzialmente in linea con la sua attuale dimensione. Appare persino doveroso rivalutare ulteriormente la prestazione di Giorgi, capace di tenere il testa a testa fino a metà del secondo set contro una giocatrice che oggi ha spazzato via dal campo Muguruza in un’ora di gioco commettendo appena tre errori gratuiti, uno nel primo set e due nel secondo.
Baldissera e Gibertini, da Melbourne, avevano pronosticato un incontro non bellissimo che difficilmente avrebbe potuto avere una vincitrice diversa da Pliskova. È andata così. Nonostante il break subito in avvio di incontro – Muguruza è passata a condurre 2-1 e servizio – Karolina non ha battuto neanche per un istante le sue ciglia boeme, anzi ha preso immediatamente a giocare con un ritmo e una profondità insostenibili per la sua avversaria. Qualche aiuto da Muguruza è certamente arrivato: assai rivedibile lo smash che ha consegnato a Pliskova la palla del contro-break, così come il rovescio sballato che subito dopo l’ha convertita. La forbice tra le due giocatrici si è quindi fatta prima apprezzabile, poi severa e quindi incolmabile. Dal 2-2 del primo set Pliskova ha perso soltanto tre punti al servizio e ha potuto concentrarsi sui game di risposta, trovando soluzioni aggressive sia da fondo campo che nei pressi della rete. Un dato più di tutti: quando Muguruza ha messo in campo la prima, ha vinto solo la metà dei punti. Notevolissima Pliskova soprattutto con il rovescio incrociato – un paio di esecuzione strette da applausi – e il dritto in corsa, colpo che non sempre le ha garantito punti come è accaduto oggi.
Karolina mantiene così intatte le speranze di titolo e di leadership della classifica, che pure la vede ancora al settimo posto per la contemporanea vittoria di Svitolina. Ai quarti sfiderà Serena Williams, ma scendendo in campo così, potrà giocarsi le sue carte.
Risultati:
[16] S. Williams b. [1] S. Halep 6-1 4-6 6-4
[7] Ka. Pliskova b. [18] G. Muguruza 6-3 6-2
[4] N. Osaka b. [13] A. Sevastova 4-6 6-3 6-4
[6] E. Svitolina b. [17] M. Keys 6-2 1-6 6-1