Chi può, si conceda un pisolino, per prevenire colpi di sonno durante la nottata che viene, perché si prospetta lunga. A partire dalle 4 ora italiana scattano le semifinali femminili dell’Australian Open 2019 e ci sarà di che divertirsi, vista l’importanza dei premi in palio: non solo l’accesso alla finalissima, ma anche la scalata alla vetta del ranking mondiale che, come sappiamo, da lunedì prossimo sarà governata da una tra Petra Kvitova, Karolina Pliskova o Naomi Osaka.
Si comincia con la due volte campionessa di Wimbledon, apparsa inavvicinabile negli ultimi quindici giorni abbondanti tra Sydney e Melbourne, opposta alla sorpresissima Danielle Rose Collins. Kvitova sinora ha passeggiato sfruttando un tabellone non esattamente proibitivo, regalando peraltro la sensazione che la faccenda non avrebbe assunto contorni troppo diversi anche qualora il rango delle rivali fosse stato più alto. Collins è man mano salita di tennis e fiducia insieme al progredire del torneo, dopo essere stata a un centimetro dall’eliminazione nell’incredibile primo turno gettato alle ortiche da Julia Goerges. Tra le due esiste un precedente, recentissimo, andato in scena nell’ultimo torneo di Brisbane: game, set and match Kvitova, in quell’occasione, ma quanti brividi per l’ex Petrona ancora in fase di rodaggio e infatti sconfitta al turno successivo da Anett Kontaveit: Collins è stata a due punti dal match sul 5-4 del secondo set dopo aver perso il primo, cedendo poi il tie break e la frazione decisiva. Ha le armi per combattere anche questa volta contro un’avversaria decisamente trasformata e, soprattutto, contro l’enorme pressione di una semifinale Slam? Tutti gli indicatori danno segnale negativo, ma Danielle non ha nulla da perdere, ergo può essere pericolosa.
La collegiale (due titoli NCAA con l’Università della Virginia) da San Pietroburgo di Florida da lunedì sarà almeno ventitré al mondo: mica male per una ragazza che fino a lunedì scorso non aveva mai vinto una partita di tabellone principale in un torneo dello Slam. Kvitova di strada nei Major ne ha fatta un pizzico di più, per utilizzare un eufemismo piuttosto temerario, ma quella di domani sarà per lei la prima semifinale in uno Slam da Wimbledon 2014 e la seconda a Melbourne dopo quella ceduta nel 2012 a Maria Sharapova, nei giorni in cui per la sua ascesa alla prima posizione delle classifiche mondiali sembrava solo questione di tempo: tempo che potrebbe essere arrivato, solo con sette anni di ritardo.
CHI FERMA NAOMI? – Il secondo duello di semifinale sarà tra Karolina Pliskova e Naomi Osaka: Pliskova la “numero uno WTA” l’ha già assaporata – per lei otto settimane in vetta nell’estate del 2017 – e la debordante impresa riuscitale la scorsa notte rimontando Serena Williams da uno a cinque sotto nel terzo parziale potrebbe darle una spinta in più per recuperare lo scettro. Dovesse staccare il pass per l’ultimo sabato del torneo, Karolina diventerebbe la prima giocatrice ceca a giocare la finale a Melbourne dal 1991, anno in cui l’impresa riuscì all’indimenticata Jana Novotna (mentre l’ultima a vincere il titolo fu Hana Mandlikova nel 1987). La gemella destrorsa della casata Pliskova è l’unica giocatrice imbattuta nella stagione in corso e ha sin qui avuto un percorso relativamente accidentato (set persi con Brengle, Giorgi e, appunto, Serena) ma ha destato una grande impressione quando ha dovuto tirare fuori il carattere nei momenti importanti: per una ragazza a cui l’assenza di grinta è sempre stata addebitata come un difetto piuttosto grave, non è cosa di poco conto.
Per lei sarà la terza semifinale slam in carriera (vittoria a New York 2016 contro Serena, sconfitta a Parigi 2017 contro Simona Halep), mentre l’avversaria farà il bis dopo il successo ottenuto lo scorso settembre su Madison Keys nella trionfale cavalcata allo US Open 2018. La giovane giapponese sta trovando una continuità di risultati che non ci vergogniamo a definire entusiasmante (sempre almeno in semifinale eccezion fatta per le Finals di Singapore da New York in poi) e nel corso del torneo ha smarrito set contro Sevastova e Hsieh senza tuttavia mai veramente rischiare. I precedenti sono tre e dicono due a uno Pliskova, sempre sul duro, ultimo faccia a faccia nella finale di Tokyo dell’anno scorso vinto dalla ceca.
Pronostico di lettura difficilina, come dimostrano le quote vicinissime approntate dai bookmakers, tra le due migliori battitrici in gara: al momento la classifica degli ace è comandata da Naomi con 35, mentre Karolina ne ha messo a segno uno di meno. L’impressione è che si giocherà sul filo del rasoio, del caldo e della capacità di scacciare la paura, per quanto possibile. L’occasione è ghiotta e per fortuna non ci tocca scommettere, vista la difficoltà dell’impresa: riposiamo in serata perché la sveglia suonerà nel cuore della notte e ne varrà la pena.