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VIDEO – Ubaldo Scanagatta con Ben Rothenberg: l’incredibile sconfitta di Serena contro Pliskova
[7] Ka. Pliskova b. [16] S. Williams 6-4 4-6 7-5 (da Melbourne, il nostro inviato)
Quando in campo ci sono due ex numeri 1, ci si può aspettare un bello spettacolo tennistico. E Serena Williams e Karolina Pliskova ci hanno fatto divertire, persino oltre le aspettative, in virtù di un terzo set dall’epilogo clamoroso. La statunitense ha fallito quattro match point – il primo per fallo di piede su una prima in campo! – per poi subire cinque giochi consecutivi, sempre più frastornata e incapace di reagire. Non ci sarà quindi il re-match di New York contro Osaka, né arriverà qui in Australia il suo Slam numero 24.
PREVIEW – Tre i precedenti (2-1 Serena), gli ultimi due sono stati allo US Open (2016 e 2018). Il più recente vide Williams vittoriosa senza problemi, ma le pecche dal punto di vista tattico di Karolina furono evidenti. Il tennis splendido e lineare della ceca, nel momento in cui non produce direttamente vincenti, a una belva da accelerazioni come Williams rischia di metterla in palla, il che ovviamente è una pessima idea. Serena va spostata a tutti i costi, magari anche prendendosi rischi e sbagliando se capita, vediamo se oggi Pliskova ci riuscirà.
AVANTI PLISKOVA – L’inizio è molto buono per Karolina, che regge bene, spinge, trova geometrie efficaci e al terzo game brekka l’avversaria: 2-1 per lei. Notiamo subito, però, che Williams sta servendo molto lento (finora, max 168 kmh con la prima, una media di 144, siamo a 25-30 chilometri all’ora meno del suo solito). Anche sullo scambio, al netto della bella partita che sta giocando la sua avversaria, Serena non sembra molto ben messa come spostamenti così come spinta delle gambe (alcuni dritti le volano via malissimo, colpiti da rigida e senza spinta delle ginocchia). Speriamo che non abbia qualche guaio fisico. Nel quinto game, indietro 3-1 e 0-40, tre palle per il secondo break, Serena reagisce, annulla lo svantaggio, dopo una parità va ancora sotto, ma alla fine, mettendoci ben dodici punti, tiene il servizio e rimane in scia. Da parte sua, Karolina viaggia che è un piacere con dritto, rovescio e battuta, è veramente in forma qui a Melbourne la ceca. E vederla quando è in forma è uno spettacolo tecnico non comune.
Per non farsi staccare definitivamente Williams deve dare fondo a tutta la sua aggressività: molla un paio di urlacci dei suoi dopo altrettanti bei vincenti e questo le serve per scuotersi, siamo 4-3. In un attimo, di potenza e precisione, Pliskova sale 5-3. Serena continua a servire piano, tra i 140 e i 150-160 kmh a parte pochissime eccezioni, forse la ceca dovrebbe provare ad affondare di più con le risposte, potrebbe farle molto più male. Tenersi una come la statunitense incollata nel punteggio è un gran rischio, soprattutto nel momento in cui stai oggettivamente controllando la partita. Per sua fortuna, e gran bravura (ace sul primo set.point), senza patemi Karolina chiude 6-4: un set a zero per lei, giusto così per quel che si è visto in campo finora (Pliskova 11 vincenti, 5 errori, Williams 13-11).
RISCHIO SERENA, POI 1-1 – Un nastro assassino in favore della ceca costa a Serena una palla break da affrontare nel primo game del secondo set, ma Karolina sbaglia un rovescio, dopodiché due belle pallate di Williams la mandano avanti 1-0. Pliskova, che è ancora immacolata alla battuta (zero palle break concesse) pareggia 1-1: ora c’è molto equilibrio, il gioco è scarno, la maggior parte dei punti si risolvono in 2-3 scambi al massimo. Serena sta cercando di alzare il livello prendendosi molti rischi, soprattutto in risposta – e fa bene – ma Karolina ribatte colpo su colpo. Buon match tutto sommato, Williams adesso tira spesso la prima a velocità più consone alla qualità del suo servizio (chissà perché ha iniziato così imballata?), mentre i fondamentali di Pliskova rimangono sempre uno spettacolo tecnico godibilissimo. Super-risposta lungolinea di Karolina nel quinto game, e seconda palla break del set per lei, ma Serena è brava in attacco e annulla. Due punti dopo, però (bella una difesa della ceca con pallonetto in contropiede), è ancora palla break, e lo slice in rete della statunitense le costa il turno di battuta. 3-2 e servizio Pliskova, vediamo se saprà andare fino in fondo.
Il sussulto di orgoglio di Williams è però feroce. due pallate vincenti (più altrettanti gratuiti di Karolina), e il controbreak arriva immediato, alla prima occasione: 3-3, e subito dopo 4-3 Serena. Non era il momento di togliere il piede dall’acceleratore per Pliskova, però Williams a livello di personalità e presenza agonistica non ha rivali, brava lei. La ceca, con un bel turno di battuta (2 ace), si rimette subito in carreggiata, 4-4. Poco dopo, essere stata 40-15, e tre ace, non bastano alla ceca per tenere la battuta del 5-5, dopo 16 punti la palla break per Serena, che è anche un set point, è decisiva, bella risposta in pressione della statunitense, arriva l’errore della ceca, ed è 6-4 Williams, si va al terzo. L’impressione è che da un lato l’inerzia della partita sia cambiata, e il punteggio lo certifica, dall’altro c’è netta la sensazione che Karolina avrebbe potuto e dovuto fare di più.
5-1 SERENA, POI IL DRAMMA – Molto decise entrambe a inizio terzo set, tengono con autorità il servizio nei primi game. Ora le statistiche ci dicono Serena 39 vincenti, 24 errori (Pliskova 24-11); ottimo livello, il pubblico che gremisce la Rod Laver Arena si diverte e parteggia un po’ per l’una un po’ per l’altra, bene così. Sul 2-1 in suo favore, la statunitense piazza uno strappo brutale, roba da Serena dei tempi migliori: con un cambio di marcia che lascia Karolina frastornata, Williams spara una sequenza di risposte, accelerazioni, attacchi e ace da campionessa, a dire poco. Due break, e un parziale di 12 punti a 4, la fanno volare 5-1 e battuta. Letteralmente, ha messo la freccia e se n’è andata, non ci sono nemmeno grandi responsabilità della ceca, semplicemente all’improvviso le sono piovute addosso 10 minuti di pallate clamorose.
A questo punto però iniziano a delinearsi i contorni del dramma. Sul primo match point Serena commette fallo di piede e poco dopo si procura una piccola storta alla caviglia, due eventi che aiutano Pliskova a recuperare uno dei due break di svantaggio. Forte del pericolo scampato, la ceca tiene la battuta del 3-5 senza rischi. Inaspettatamente, tocca a Williams avere un passaggio a vuoto mentre serve per il match per la seconda volta: un doppio fallo, un bel dritto di Pliskova, un paio di errori ed ecco il secondo break subìto da Serena: 4-5, batte Pliskova, vediamo un po’. Arriva il 15-40, altri due match-point per Serena: sul primo un gran rovescio, sul secondo un bel dritto salvano Karolina, bravissima e coraggiosa qui. Una risposta aggressiva dà a Williams la quarta possibilità di chiudere la partita, ma ancora la pressione della ceca gliela cancella. Rovescio da standing ovation di Karolina poco dopo, e siamo 5-5. che roba, che emozioni.
Nell’undicesimo game, un gratuito di dritto e un doppio fallo mandano Serena sotto 0-30, il vincente di Karolina lo fa diventare 0-40, e un altro errore dà il break a Pliskova, che dopo aver annullato quattro match-point si trova a servire per il set sul 6-5. Partita incredibile. Pliskova, splendida, non trema (un dritto chiuso in controbalzo fa esplodere lo stadio), sale 40-0 e tre match point per lei. Ne annulla due spingendo bene Williams, ma il dritto in rete sul terzo le costa tutto, regalando a Karolina la prima semifinale agli Australian Open, dove affronterà Naomi Osaka (2-1 i precedenti per Pliskova, l’ultimo match la finale di Tokyo l’anno scorso, vinta da Karolina). 6-0 di parziale, con quattro match-point annullati lungo la strada, da 1-5 a 7-5: cose che si vedono raramente, impresa memorabile per Pliskova e incredibile occasione mancata per Serena.
“Credo che lei sia salita di livello nel secondo set, è stata molto aggressiva“, racconta ancora incredula Karolina a fine match. “Io ho giocato in modo troppo passivo, e sotto 5-1 nel terzo mi sentivo praticamente già negli spogliatoi. Ma adesso sono qui. Mi sono detta ‘proviamoci’, ho sfruttato l’opportunità e alla fine ho vinto. Sono contento di affrontare Naomi, certo è pericolosa ma credo nessuno possa essere più pericoloso di Serena. Adesso un bagno ghiacciato – lo fanno tutti insieme a me nel box, è una tradizione – poi relax e una buona cena!”.