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VIDEO – Ubaldo Scanagatta con Ben Rothenberg: l’incredibile sconfitta di Serena contro Pliskova
Gli Slam sono brutte bestie. Se fatichi tanto nei primi turni, paghi pedaggio. Così Nishikori, che aveva fatto 3 maratone in 5 set, in semifinale si è arreso dopo 53 minuti. A Djokovic, che avevo visto affaticatissimo nel finale contro Medvedev, non poteva andare meglio. E credo che non gli sia dispiaciuto neppure che Raonic abbia perso da Pouille. Con quel servizio Raonic può dare fastidio a chiunque, anche a Djokovic che pure possiede la miglior risposta fra tutti. Contro Pouille sulla carta Djoker dovrebbe correre meno rischi, anche se – curiosamente – non ci ha mai giocato altro che in allenamento.
Vero che Pouille ha battuto una volta Nadal all’US Open e che qui ha certo giocato molto bene contro Coric e Raonic – non c’è due tennisti senza tre…con la desinenza finale in “ic” – però il primo francese a raggiungere una semifinale Slam dopo Monfils all’US Open 2016 (e qui dopo Tsonga nel 2010) potrebbe sentirsi già appagato dopo tali exploit. Insomma io non lo vedo in grado di impensierire sul serio Djokovic (anche se l’ho visto servire molto bene) a meno che Novak non abbia qualche problemino alla schiena.
Intanto lui ha negato di aver richiesto ieri di allenarsi a porte chiuse. Questo è stato lo scambio di battute avvenute in conferenza stampa a seguito di una mia domanda:
Q: Quando hai affrontato Medvedev l’altra sera non sembravi molto fresco a fine partita. Mi chiedo se fossi preoccupato: alcuni colleghi serbi mi hanno detto che ieri nessuno ha potuto assistere ai tuoi allenamenti. Puoi confermarlo? E quali erano le tue preoccupazioni?
A: Ho giocato molti scambi lunghi con Medvedev, ovviamente alla fine ero esausto. Ma allo stesso tempo ho recuperato bene e non avevo dubbi che sarei stato in forma stasera. Riguardo all’allenamento a porte chiuse non è affatto vero. Non ho mai chiesto nulla a riguardo, mi sono semplicemente allenato sulla Margaret Court Arena quando non c’era nessuno. Mi sono divertito. Forse qualcuno dell’organizzazione del torneo, non saprei.
Q: Posso venire a vedere il tuo allenamento domani?
A: Certo, puoi anche sedere sulla mia panchina!
Dopo di che Nole ha aggiunto: “Porta la racchetta, giochiamo un po’”. Mah, secondo me non accadrà. Figurati se qui mi permettono di entrare in campo con lui. Me lo impediranno di sicuro. Peccato, mi piacerebbe un sacco provare. Anche soltanto per poter dire di aver fatto uno, due palleggi con il n.1 del mondo. Sarebbe una esperienza indimenticabile…seppur probabilmente imbarazzante perché sono anni (con tanti chili di sovrappeso) che non ho più preso una racchetta in mano, altro che con mia figlia un paio di volte.
RAFA VS STEFANOS – Non c’è dubbio che la semifinale che incuriosisce di più è l’altra, quella del duello generazionale fra Rafa Nadal e Stefanos Tsitsipas che si vedrà su Eurosport alle nove e mezzo del mattino italiano di questo giovedì. Vincerà l’esperienza o la freschezza? Il precedente di Toronto, favorevole a Rafa dopo un primo set molto combattuto (76 62) che autorizza Stefanos a dire “Avrei potuto vincere” conta abbastanza poco. Quando si hanno gli anni di Tsitsipas si fanno progressi alla svelta, mese dopo mese. E poi a Toronto Stefanos era probabilmente un po’ ubriaco di successi, per aver battuto quattro top-ten. Giocava la sua prima grande finale.
Qui ha giocato per la prima volta sulla Rod Laver Arena grazie al nome e al prestigio del suo avversario, del suo idolo Roger Federer. Adesso ha già vissuto quell’esperienza, uno stadio gremito ed entusiasta, tantissimi emigranti greci a tifare per lui e… stavolta gli spettatori neutrali che per solito tifano tutti Federer, beniamino del mondo, potrebbero anche scegliere lui anziché Nadal che ha tantissimi sostenitori ovunque ma non esercita lo stesso appeal di Roger. Tsitsipas si è ben ripreso dallo choc di aver battuto Federer ripetendosi contro Bautista Agut che non voleva saperne di dargli via libera. Il ragazzo ha colpi e personalità per diventare un supercampione. Se già adesso… lo sapremo fra quattro giorni.
Contro Federer avevo la sensazione che man mano che il match andava per le lunghe aumentassero le chances di Stefanos. Contro Nadal forse non è così, sebbene anche fra Rafa e Stefanos ci siano 11 anni di differenza all’anagrafe. Non si può tuttavia dimenticare che sebbene Rafa fin qui non abbia perso un set, c’erano diverse incognite sul suo stato di forma alla vigilia del torneo, per via del fatto che non aveva più giocato dall’US Open. Quattro mesi di stop non sono pochi. Ovvio che se tutte le cose filassero lisce per Rafa, fin dall’inizio, lui non si farebbe certo pregare per “matare el chico Greco”.
Però non so invece come reagirebbe, più il suo fisico che la sua “cabeza”, se Tsitsipas partisse in tromba, vincesse il primo set, arrivasse al quarto avanti due set a uno. Rafa non è più un giovane pischello, sul cemento le sue giunture hanno spesso scricchiolato, fra l’altro le previsioni meteo dicono che dovrebbe tornare il grande caldo, al punto che non si esclude per le semifinali femminili Kvitova-Collins e Pliskova-Osaka anche l’ipotesi di un tetto chiuso. Vero che Rafa e Stefanos giocheranno invece nella sera australiana, però qui quando si suda, si suda davvero.
Rafa non ha solo 5 anni meno di Roger. È sempre stato anche più naturale corridore, maratoneta, dello svizzero. I match infiniti non lo hanno mai spaventato, però quando si va verso i 33 anni e si gioca quel tennis dispendioso che gioca lui, ci deve pur essere un momento in cui la tenuta alla distanza non è più la stessa. È un momento vicino? Lontano? Io dico che non lo sa neppure Rafa. Solo un vero test, quale quello cui potrebbe sottoporlo Tsitsipas, potrà dirlo. Federer non è mai riuscito a strappargli il servizio, nonostante si sia procurato 12 palle break. Ma quello è sempre stato un pochino anche il suo difetto.
Se offri 12 palle break a Nadal puoi star sicuro che almeno una o due te le converte in break. Però può anche succedere che non sia capace di procurarsene così tante e allora l’esito finale cambia. Vedremo.
SEMIFINALI FEMMINILI – E vedremo anche queste semifinali femminili nella notte, dopo che Serena ha perso una partita…non da lei. Da 5-1 al terzo e matchpoint al servizio. L’ultima con match point risaliva al Roland Garros 2010, quando successe quel che successe con Justine Henin che le fece ripetere un servizio vincente sul match point sostenendo che non era pronta (cito a memoria, mi pare che andò così, non ho proprio il tempo di andare a ricercare quell’episodio). Ricordo a memoria anche alcune clamorose rimonte e caterve di match point annullati che pregherei i lettori più volenterosi e preparati di ricercare nei match del ’93 al Roland Garros fra Gabriela Sabatini e Mary Joe Fernandez (mi pare che Gabriela fosse avanti 61 e 5-1 e che sprecò 5 match point, di cui almeno uno con un catastrofico doppio fallo che la mandò in crisi) e del ’95 sempre al Roland Garros fra Chanda Rubin e Jana Novotna che la ragazza ceca avanti 61 e 50 riuscì a dilapidare ben 9 match point.
Del resto, della Novotna forse ricorderete anche il pianto sulla spalla della duchessa di Kent allorquando nella finale di Wimbledon sciupò un vantaggio di un set e un 4-1 con palla del 5-1 contro Steffi Graf. I più anziani lettori di Ubitennis ricorderanno come me invece la semifinale dell’US open 1975 vinta da Manolo Orantes su Guillermo Vilas. L’argentino vinceva 2 set a 1 e 5-0 nel quarto. Secondo me fu sul 5-1 e non sul 5-0 che ebbe 3 match point sul 40 a 0, ma non ne sono sicurissimo. Di sicuro so che il giorno dopo Connors che era il grande favorito contro un Orantes stanchissimo… perse tre set a zero! C’è anche una famosissima rimonta di Cochet e Tilden negli Anni Venti, ma ora proprio… mi chiedete uno sforzo troppo grosso.
Va solo detto che Serena non è parsa prendersela poi troppo, perché Pliskova ha tirato delle mazzate pazzesche su secondo, terzo e quarto match point. Serena a mio avviso avrebbe dovuto fermarsi un po’ quando è scivolata nello scambio del primo match point. Che non abbia più fatto un solo punto sul proprio servizio da quel momento in poi proprio non ci sta.
Semifinali Kvitova-Collins dunque stanotte. E anche se a Brisbane Petra ha vinto di misura e qui è previsto un caldo che Petra soffre sempre oltre ogni dire. io sarei sorpreso che perdesse. Collins non può non essere già più che soddisfatta per l’exploit compiuto. Vero che è ragazza molto matura, sa quel che vuole. Fra Osaka e Pliskova, beh, mi aspetto una gran partita, anche se Pliskova per me è sempre un po’ un’incognita. Certo con la nostra Camila Giorgi, poi con Muguruza e infine con Serena mi è parsa formidabile. Spero solo che sia una bella partita. Per finire segnalo che i due ragazzini italiani, Zeppieri e Musetti stanno rispondendo alle aspettative generali. Sono entrambi nei quarti e se dovessero vincere si incontrerebbero in semifinale, garantendoci un finalista sicuro. Già all’US open avevamo avuto Musetti in finale. Sono segni di risveglio. Ad maiora però.