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VIDEO – Ubaldo Scanagatta con Barry Flatman sulla finale Djokovic-Nadal
[1] N. Djokovic b. [28] L. Pouille 6-0 6-2 6-2
Per il secondo anno consecutivo, dopo il ritiro di Chung contro Federer e la vittoria di Cilic contro Edmund, due semifinali a senso unico hanno deciso l’ultimo atto degli Australian Open maschili 2019. Sarà Novak Djokovic a sfidare Rafael Nadal per il titolo. Sarà la loro 53esima sfida, la seconda finale a Melbourne dopo quella del 2012, durata 5 ore e 53 minuti. Il numero uno del mondo ha liquidato in un’ora e 23 minuiti Lucas Pouille, che ha racimolato due game in meno di Stefanos Tsitsipas, tritato ieri da un grande Nadal. Per Djokovic, autore di una partita perfetta (24 vincenti a fronte di 5 errori non forzati), è la 24esima finale Slam, la settima a Melbourne Park, record condiviso con Federer, e soprattutto la ventesima vittoria consecutiva nei tornei dello Slam. Una vittoria nella finale di domenica potrebbe regalargli il 15esimo titolo Slam e il record assoluto di sette titoli all’Australian Open, staccando nuovamente Federer che lo scorso anno lo aveva agganciato a quota sei.
LA (NON) PARTITA – Nel primo set Pouille paga lo scotto della prima semifinale Slam della sua carriera. In soli 23 minuti Djokovic è già avanti di un set, senza concedere nemmeno un game a quello che pare essere un semplice sparring partner. E l’atteggiamento rilassato del numero uno del mondo ne dà ulteriore dimostrazione. Il francese non gioca affatto male, ma, come accade sempre in queste circostanze, il giocatore più forte detta i ritmi, rimanda tutto dall’altro lato e raccoglie una buona dose di punti gratuiti. Lucas impiega mezz’ora a vincere il suo primo game. Servono un dropshot vincente e due ottimi passanti per cancellare lo zero dalla casella dei game e impattare 1-1 nel secondo set. Il break arriva comunque di lì a poco. Un doppio fallo manda Nole in vantaggio 3-1 e il francese subisce il colpo, uscendo dalla partita. 6-2 per il serbo, la partita scivola via troppo velocemente per il dispiacere di una Rod Laver Arena stracolma.
Pouille inizia il terzo set col solito atteggiamento propositivo, che oggi può fare soltanto il solletico a Djokovic. Il break arriva ancora una volta nel quarto gioco, stavolta accompagnato da un urlaccio – probabilmente eccessivo – del sei volte campione in Australia. Un altro 6-2 per suggellare una prestazione perfetta e una sonora lezione a Lucas Pouille, che ha tuttavia pochissimo da recriminare. Il suo torneo è stato comunque strepitoso. La finale che tutti sognavano è servita, Nadal e Djokovic proveranno domenica a riscattare due semifinali molto deludenti.
LE PAROLE DI NOLE – “Sì, è stata una delle migliori partite che abbia mai fatto su questo campo, di sicuro. Dura per Lucas, ma ha fatto un gran torneo, gli auguro il meglio. Ha qualità per essere un top-10, ma la prima semifinale è difficile, c’è pressione, ma avrà altre occasioni. Un anno fa, sì, speravo di poter tornare dove sono oggi, ma è stato difficile. La cosa più importante è credere in me stesso, di poter giocare così, che il percorso funzioni”. Poi esce dalla sfera tennistica per parlare dei suoi affetti, che lo hanno certamente aiutato nella risalita al vertice: “Mio figlio grande non mi guarda, va all’asilo la mattina, l’ho sentito prima del match e non abbiamo parlato di tennis ma di Spider-Man (ride). Mi ha detto buona fortuna, e cerca di vincere!”.
Poi l’ovvia domanda sulla finale di domenica, che lo vedrà opposto a Nadal per la 53esima volta in carriera, la seconda qui a Melbourne. “Io e Rafa, la famosa finale di 5 ore e 53, se potrebbe succedere di nuovo? Beh, prima di tutto io il biglietto per una partita così lo comprerei subito. Ora c’è il super tie-break, quindi non potrà durare più di tanto. ma è stata un’esperienza unica nella mia vita“.