(foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
Lo splendido Australian Open di Karolina Pliskova, impreziosito dall’incredibile rimonta ai danni di Serena Williams, si è fermato in semifinale al cospetto delle “bordate” di Naomi Osaka. È la stessa ceca a riconoscere i meriti della sua avversaria: “Io credo che lei abbia giocato un match incredibile. Ad essere onesta, il migliore della sua vita dal mio punto di vista. Non credo che possa ripetere una prestazione del genere, secondo me non ha sbagliato niente. Tutti quei vincenti, e così pochi errori… Non penso di aver fatto male qualcosa. Ho avuto qualche opportunità, è vero. Ma non ho mai avuto il controllo in quei momenti. Non c’era molto che potessi fare. Ho lottato, ho atteso qualche errore da parte sua, ho provato ad essere aggressiva sui miei colpi. In questo momento non sono arrabbiata, lei ha meritato di vincere. È una grande giocatrice, non mi aspettavo certo che giocasse un brutto incontro. Però mi aspettavo qualche errore, come le capita a volte in alcune partite. Non oggi”.
SERENA LASCIA IL SEGNO – La rimonta nei quarti di finale contro Serena, che Karolina non dimenticherà tanto facilmente, ha lasciato però i classici “strascichi”, fisici e soprattutto mentali: “Non avrei disdegnato un giorno di riposo in più, forse mi avrebbe aiutato. La partita con Serena non è stata semplicemente dura, è stata anche molto faticosa dal punto di vista mentale. Oggi forse ho perso un po’ di spinta, ma ho fatto il possibile. Nelle ultime tre settimane, credo di aver giocato qualcosa come quindici partite… è tanto. Forse un giorno di riposo avrebbe aiutato, ma è così che va. Non c’è alcun bisogno di parlare di questo argomento”.
IL FUTURO – Pliskova non fa drammi e rimane positiva: “È il miglior inizio di stagione della mia carriera, non voglio essere troppo negativa”. Dieci le vittorie consecutive della ceca, che l’hanno portata prima a sollevare il trofeo nel torneo di Brisbane e poi a raggiungere la terza semifinale Slam della sua carriera (dopo US Open 2016 e Roland Garros 2017). “Chiaramente sono un po’ dispiaciuta, come dopo ogni sconfitta, soprattutto quando la partita è stata combattuta. Ma la stagione è lunga, tutto può ancora succedere. Sono contenta del mio gioco, della mia squadra. Tutto quello su cui abbiamo lavorato ha funzionato, quindi non c’è alcun motivo per essere arrabbiata. Sì, volevo la finale, ma è così che va: solo due giocatrici possono contendersi il trofeo. Avrò la mia occasione nei prossimi tornei dello Slam, ne sono certa”.