Novak Djokovic e Rafael Nadal sono sul punto di aggiungere un ulteriore capitolo, il numero 53, al grande libro che narra la loro rivalità. Nessuno nell’Era Open si è affrontato più volte di questi straordinari campioni e il duello di domani potrebbe rappresentare l’ennesima pietra miliare delle loro carriere. Due carriere che si sono intrecciate e accresciute a vicenda, in un genuino rapporto di simbiosi agonistica che ha spinto l’uno e l’altro a migliorarsi sempre di più, a correre e rincorrersi sui sentieri dell’Olimpo del tennis.
“È il mio più grande rivale”, ammette senza mezzi termini Djokovic, a margine della semifinale dominata contro Lucas Pouille. “Abbiamo giocato così tanti incontri. Alcuni di questi hanno rappresentato dei punti di svolta nella mia carriera. Mi hanno portato a ripensare il mio gioco. Ho avuto alcune grosse delusioni contro di lui, ma ho anche vinto grandi match. Queste sono le partite che mi hanno reso il giocatore che sono oggi, senza ombra di dubbio”.
Più cauto invece Rafa, che d’altronde non può esimersi dal nominare Roger Federer nella lista dei rivali che hanno influenzato maggiormente la sua carriera. “Mi sento fortunato ad aver avuto avversari di questo livello. Sono consapevole di aver diviso il campo e la carriera con i due giocatori più forti della storia, insieme probabilmente a me e forse a Rod Laver. Allo stesso tempo però è stato molto faticoso”. Poi però torna più specificatamente su Djokovic. “Io e Novak abbiamo condiviso momenti speciali sui campi più importanti del mondo e ci siamo spinti l’un l’altro ai limiti del nostro tennis. Domani avremo un altro episodio”.
Un altro episodio che si prospetta quantomai incerto nel finale. ‘Nelle puntate precedenti’ infatti entrambi hanno fatto bella mostra di una condizione invidiabile, sia tennisticamente che fisicamente. Da un punto di vista mentale poi la differenza con gli altri è stata abissale. Nole non ha perso la calma contro Daniil Medvedev, l’unico a creargli qualche grattacapo, e in semifinale ha tolto fin da subito ogni speranza di vittoria a Pouille. Lo stesso ha fatto Nadal contro Stefanos Tsitsipas che arrivava al penultimo atto con tanta autostima e addirittura velleità di vittoria, prontamente stroncate. Su questa grande capacità di Nadal di mettere pressione ai propri avversari, ha speso qualche parola lo stesso Djokovic. “L’intensità che mette in campo è immensa. Probabilmente è il giocatore più intenso che ho avuto modo di vedere e affrontare. Ti costringe a stare all’erta fin dal primo punto. Per questo il tuo tennis deve essere al 100% fin da subito. Lui non ti lascia mai entrare facilmente nel match”.
L’analisi pre match dei due in vista della finale è conforme al galateo della conferenza stampa e si limita alle solite e banali, ancorché giuste, affermazioni. “Come sempre, sarà difficile contro un giocatore come Novak, specialmente quando è in forma. Dovrò essere pronto al 100%. Allo stesso tempo però è anche un grande stimolo per me affrontare il numero uno del mondo su questo campo”. Leggermente più ciarliero e più “tecnico” Djokovic. “Cercherò di comandare il gioco, anche se non sarà facile contro di lui. Ha cambiato un po’ il servizio e ottiene molti più punti diretti. Certo giocare contro di me è diverso, così come per me giocare contro di lui, perché entrambi rispondiamo molto bene. Fisicamente dovrò essere al top, mentre mentalmente quello che permetterà a uno dei due di vincere sarà rimanere più concentrato, più determinato e gestire meglio i momenti di pressione. Non è un segreto”.