Andy Murray si è operato all’anca. Ad annunciarlo è stato lo stesso scozzese tramite un post sul proprio profilo Instagram. Oltre alla foto di rito sul lettino dell’ospedale (un grande classico degli atleti infortunati), Andy ha voluto pubblicare anche una radiografia che mostra perfettamente la sua nuova protesi metallica.
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Murray si è sottoposto allo stesso intervento di ricostruzione dell’anca di Bob Bryan. Il gemellone, costretto a fermarsi dopo il torneo di Madrid, si è operato ad agosto ed è poi tornato in campo questo gennaio, a Brisbane, a circa sei mesi dall’intervento. Nelle scorse settimane, Bob ha rivelato di aver parlato spesso con Murray durante il torneo. Proprio dallo statunitense sono stati chiariti i dettagli dell’operazione e del processo di recupero. “Viene impiantato un sostituto artificiale dell’anca, una barra di metallo comunque molto performante per gli sportivi. Dopo due giorni dall’intervento mi sono alzato con le stampelle, tre settimane più tardi camminavo con un bastone allo US Open, il 5 dicembre ho ripreso ad allenarmi dopo la riabilitazione”. Lo scozzese si è informato minuziosamente su ogni aspetto medico e alla fine ha optato per l’intervento chirurgico.
Non si sa se la decisione di andare subito sotto i ferri sia motivata dalla chimera di un ritorno o piuttosto semplicemente da un dolore che, anche nella vita di tutti i giorni, si era rivelato insostenibile. Murray stesso aveva parlato delle sue difficoltà anche nei piccoli gesti quotidiani, come mettersi i calzini o allacciarsi le scarpe. Il colloquio con Bob Bryan e il suo esempio potrebbero però anche essere d’ispirazione per un ultimo valzer. Certo il doppio e il singolare richiedono uno sforzo fisico ben diverso e sia Murray che Bob hanno ammesso che non c’è certezza di poter tornare a competere. Questo tipo di intervento ha aiutato giocatori di basket, baseball e football con lo stesso problema, ma non è mai stato effettuato su un tennista singolarista di alto livello. Nessuna certezza dunque, ma una speranza di potersene andare alle proprie condizioni, quella sì.
Se infatti è piuttosto difficile, dati i tempi di recupero, che Murray possa coronare il suo sogno di dare l’addio al tennis a Wimbledon quest’anno, è anche vero che lo scozzese potrebbe anche posticipare l’ultimo saluto all’anno prossimo. In questo modo potrebbe affrontare la riabilitazione con calma, senza bisogno di affrettare i tempi, e poi concedersi l’ultimo ballo sull’erba di casa. Come vuole lui. Come è giusto che sia.