Nadal è il giocatore che imprime più topspin? Mannarino quello che arrota di meno? Il rovescio di Kyrgios supera la dieci rotazioni al minuto? Tutte le curiosità sui giocatori del Tour maschile trovano risposta in un semplice grafico. Grazie ai dati forniti da Tennis TV è stato possibile mettere nero su bianco il tasso medio di rotazione dei colpi dei primi cento giocatori del mondo (esclusi i 26 elencati a lato) durante la stagione 2018. Le informazioni sono state raccolte nell’arco di sei tornei, tre su cemento outdoor e tre su terra battuta, ovvero i Masters 1000 di Miami, Montecarlo, Roma, Madrid, Cincinnati e Toronto. Lungo l’asse verticale (ordinate) è indicata la media delle rotazioni al minuto dei rovesci del giocatore, mentre l’asse orizzontale (ascisse) riporta la media delle rotazioni al minuto dei dritti.
L’ANALISI – La rappresentazione cartesiana conferma che tra i Fantastici Quattro Rafael Nadal è il giocatore che imprime maggiore rotazione ai suoi fondamentali, soprattutto, come risaputo, al dritto (in media circa 3200 rotazioni al minuto). Ciò che va sottolineato è invece l’indice medio di topspin del rovescio di Nadal, che è il primo tra tutti i rovesci bimani dell’ATP. Lo spagnolo è ottavo nella classifica generale del rovescio: la top 10 è monopolizzata dai monomani con a capo Richard Gasquet (quasi 3000 rpm). Federer tra i Fab Four fa registrare la differenza meno marcata tra topspin di dritto (circa 2800 rpm) e topspin di rovescio (circa 2300), mentre Novak Djokovic ed Andy Murray hanno medie quasi identiche dal lato sinistro ma si differenziano molto per le rotazioni dal lato del dritto. Il colpo di Murray è quello con meno topspin tra i Fab Four, possibile indicazione del fatto che sia stato proprio il suo dritto – imperfetto tecnicamente – a logorare la sua anca fino al ritiro dalle competizioni. C’è da precisare però che i dati su Murray sono riconducibili a una sola partita, quella persa a Cincinnati contro Lucas Pouille. Quanto a Djokovic colpisce la sua collocazione nel centro quasi esatto del grafico, a dimostrazione dell’equidistanza del serbo dagli eccessi che è probabilmente la chiave principale dei suoi straordinari successi.
ITALIA ARROTINA? – Dividendo l’area del grafico in quattro quadranti si possono classificare quattro gruppi di tennisti distinti: quello in basso a sinistra ospita i colpitori più ‘piatti’ con topspin di dritto e di rovescio poco marcati, quello in basso a destra topspin di dritto marcato e topspin di rovescio modesto, quello in alto a sinistra topspin di dritto modesto e topspin di rovescio marcato, in quello in alto a destra trovano spazio topspin di dritto e di rovescio marcati. Proprio in quest’ultimo quadrante, quello degli ‘arrotini’, finiscono ben tre tennisti italiani. Marco Cecchinato è il secondo giocatore per rotazione impressa al rovescio, mentre si colloca poco oltre la media dalla parte del dritto. Nel lato destro invece primeggiano Fabio Fognini e Matteo Berrettini. Matteo ha addirittura il dritto più arrotato del circuito (3320 rpm circa), davanti a Sock, Kokkinakis e Nadal. Sarà l’omogeneizzazione delle superfici o la tendenza dei tennisti di questa generazione ad essere tecnicamente più completi, ma tra i primi otto dritti con più topspin trovano spazio solo tre tennisti dei quali si possa dire con certezza che si esprimono meglio sulla terra battuta: Fognini e Nadal, appunto, e Thiem.
Il dritto di Fognini è poco dietro a quello di Rafa Nadal. L’Italia è dunque un paese di “arrotini”? I dati confermerebbero questa ipotesi, ma non solo. I grandi risultati ottenuti dagli azzurri nel 2018 sono arrivati in larga misura su terra battuta (Ceck al Roland Garros, Fabio a San Paolo, Matteo a Gstaad), superficie che tende a premiare di più chi imprime tanta rotazione ai colpi.
Di sicuro questo dato è la conferma di come la scuola tennistica italiana, almeno finora, abbia impresso come indirizzo di riferimento quello della ‘net clearance‘ marcata. Nella formazione di un tennista l’esercizio cospicuo sul colpo molto arrotato può creare qualche problema quando si passa al professionismo e la necessità di imprimere maggiore potenza ai colpi definitivi si scontra con la difficoltà di controllare l’esecuzione, laddove invece nello scambio a velocità media un dritto profondo con molta rotazione aiuta a tenere l’avversario lontano dalla riga e quindi dalla possibilità di trovare un colpo vincente. Un tasso di topspin elevato non è però necessariamente correlato a un gioco conservativo o meno offensivo, anzi il grafico nel suo complesso dimostra come le tipologie di tennisti siano distribuite in modo piuttosto uniforme in tutti i quadranti. La conferma arriva dedicando attenzione ai ‘piattisti‘.
PIATTISTI – Concentrandoci invece sul quadrante in basso a sinistra, si notano diverse curiosità. Il rovescio di Kyrgios, per quanto possa sembrare con rotazione pari a zero, non è tra quelli più piatti. Juan Martin del Potro ha un tasso di rotazione minore di quello di Nick dal lato sinistro e lo stesso discorso vale per il dritto. Il gioco potente di DelPo è una delle poche eccezioni tra i non “arrotomani”, posto anche che dopo le operazioni al polso l’argentino tende a non esasperare il topspin dalla parte sinistra e a preferire il rovescio tagliato. Daniil Medvedev e Adrian Mannarino, pur essendo fisicamente molto diversi hanno le stesse medie da entrambi i lati del campo, molto simili a quelle di Roberto Bautista Agut. Il gruppo dei giocatori con tassi di topspin modesto è perciò formato in parte da regolaristi e in parte da giocatori che hanno buona attitudine sull’erba, come Gilles Muller e lo stesso Mannarino. In generale, il trend più evidente di questo quadrante è l’assenza di giocatori da terra battuta.
All’estrema sinistra figura Gilles Simon, che ha il dritto con meno rotazione del circuito ATP. Infine, se al vertice alto del grafico si posiziona Rafael Nadal, i colpi più piatti del circuito sono quelli di Mikhail Kukushkin, sotto le 1000 rotazioni al minuto col rovescio e poco meno di 2000 dal lato del dritto.