[3] D. Medvedev b. M. Fucsovics 6-4 6-3
Come da pronostico, Daniil Medvedev si aggiudica la finale di Sofia superando in due set Marton Fucsovics, già battuto nelle due precedenti sfide. Anche se non gli consente di migliorare la posizione in classifica (n. 16, best ranking, a 65 punti da Fabio Fognini), la vittoria conferma il buon inizio di stagione che fa seguito agli enormi progressi mostrati lo scorso anno dal ventiduenne russo. Molto buono anche il torneo di Fucsovics, che ha approfittato del forfait ai quarti di un influenzato Bautista Agut per poi avere ragione di un Berrettini mentalmente scarico secondo le parole di coach Santopadre. Nessuna sorpresa, quindi, compresa l’assenza di un tennista bulgaro nell’incontro per il titolo a Sofia (e già al secondo turno, del resto) che tuttavia si fa notare perché, nella stessa giornata, si disputano le finali tutta francese a Montpellier e argentina a Córdoba, in entrambi i casi con un contendente classificato fuori dai primi 100.
Pur non essendo spettacolare, Fucsovics padroneggia i fondamentali – servizio e dritto su tutti – e non ha paura di chiudere a rete quando la situazione lo richiede, però Medvedev non regala quasi nulla, neanche con quel dritto poco ortodosso, ed è al solito pericoloso con il rovescio. Come testimonia un impietoso 14% di punti vinti sulla seconda, per l’ungherese non è semplice trovare il modo di ottenere il “quindici” quando si entra nello scambio e deve ricorrere alla battuta per risalire da 15-40 nel game di apertura e per salvarsi ancora sul 2 pari. Al settimo gioco, il moscovita si prende il break ma, inaspettatamente, si distrae permettendo all’avversario di rientrare subito in partita. È pura illusione, tuttavia, perché Daniil ritrova in un attimo il suo gioco, piazza qualche buona accelerazione e incamera il set per 6-4.
Fucsovics è costretto a cercare altre e rischiose soluzioni, commette qualche errore di troppo e cede il suo secondo turno di servizio infilato da una risposta di dritto sul tentativo di serve&volley. “Bear” prosegue nella sua centratissima prestazione e contiene anche l’ultima fiammata di Marton alla vana caccia del contro-break nel sesto game. Il match è non ha più nulla da dire e Medvedev chiude dopo 81 minuti strappando a zero il servizio avversario. È il suo quarto trofeo dopo i tre alzati lo scorso anno.
Danill potrà dunque festeggiare alla grande domani il suo 23° compleanno e lo farà insieme a sua moglie che già lo aspetta a Rotterdam per il primo ATP 500 della stagione. E non nasconde il suo sogno: “Non sento il peso di dover emulare Safin o Kafelinikov ma un giorno vorrei diventare N.1 al mondo”.
La strada è ancora lunga ma nulla appare essergli precluso….