Nella notte tra martedì e mercoledì, Rafael Nadal farà il suo debutto nel torneo di Acapulco contro Mischa Zverev. Appena giunto in Messico, il numero due del mondo ha rilasciato un intervista al quotidiano locale Milenio, spaziando su molti temi.
L’attenzione si è inizialmente concentrata sul nuovo Rafa Nadal Tennis Centre di Cancun, espansione del complesso di Maiorca e prima tappa di una progetto che prevede l’apertura di una serie di strutture d’avanguardia patrocinate dal campione spagnolo. “Conosco il paese, è una destinazione affidabile, vengo da anni in questa zona e mi è stata presentata l’opportunità di avviare un progetto innovativo, come questo centro nell’hotel Grand Palladium. Rappresenta un’estensione dell’accademia che ho a Maiorca, a cui partecipano persone provenienti da tutto il mondo. Il Messico era un’opportunità imbattibile per fare la prima espansione“.
La conversazione è proseguita poi secondo binari consueti: Federer e il record di Slam, i giovani e il gap da colmare con i più forti, quale leggenda del passato vorrebbe affrontare. Sul primo tema, Rafa è stato come sempre molto diplomatico: “Il mio obiettivo è essere felice e cercare l’opportunità di aggiungere grandi successi alla mia carriera. Però non penso solo agli Slam. Sono solo quattro tornei all’anno, mentre io cerco di godermi ogni giorno e ogni settimana di una carriera che mi ha dato più di quanto avessi mai immaginato“. Anche sui cosiddetti Next Gen, la risposta di Rafa è stata prevedibilmente e politicamente corretta: “Non ci sono barriere. Tsitsipas ha battuto Federer in Australia, Borna Coric mi ha battuto più volte. Sono bravi, giovani e hanno ancora molta strada da percorrere”. Potendo tornare indietro nel tempo invece Nadal incrocerebbe volentieri le racchette con Bjorn Borg: “Mi hanno paragonato spesso a lui e una sfida sulla terra sarebbe davvero speciale”.
La monotonia delle domande si è improvvisamente spezzata quando l’intervistatore ha fatto notare a Nadal che ormai ha quasi 33 anni, come Cristo. “Spero di fare una fine migliore“, ha detto ridendo il maiorchino, prima di concentrarsi sulla spinosa situazione politica del suo paese, alle prese con le future elezioni e le continue spinte autonomistiche della Catalogna. “L’unica soluzione è la convivenza. La Catalogna ha un posto speciale nel mio cuore, ci ho passato molti momenti importanti e onestamente non riesco a concepire una Spagna senza Catalogna“.