dal nostro inviato a Dubai
In un giorno si possono fare tante cose. Anche cambiare completamente volto al proprio tennis, lasciando nello spogliatoio tutte le insicurezze e dominando sul campo un avversario che aveva già dimostrato di essere molto pericoloso.
È quello che è riuscito a fare Roger Federer, già sette volte campione a Dubai. Rifilando un nettissimo 6-2 6-2 a Borna Coric si è qualificato per la decima finale negli Emirati, che potrebbe valergli il 100esimo titolo di una carriera sempre più longeva. Tra lui e la tripla cifra c’è ancora Stefanos Tsitsipas, che in carriera ha giocato meno della metà delle finali che lo svizzero ha disputato solo a Dubai; nel primo e unico incrocio ufficiale, però, a Melbourne, è finita con la vittoria del ragazzino. Lo svizzero ha sempre detto che per lui il centesimo trofeo non rappresenta il record a cui tiene maggiormente, ma la finale di domani appare carica di significati al di là della prospettiva di fare cifra tonda. La conclusione di questa divertente 27° edizione del Dubai Duty Free Championship può essere facilmente interpretata come la “rivincita” degli ottavi degli ultimi Australian Open tra il giocatore più vincente di sempre e quello che, fatte tutte le debite proporzioni, nello stile di gioco maggiormente gli assomiglia.
NESSUNA FATICA – Federer ha disputato 67 minuti praticamente perfetti, ma Coric è apparso sin da subito stremato dalle maratone dei giorni precedenti. Si è rivelato un buon sparring partner, permettendo all’elvetico – reattivo e centrato – di dare spettacolo in ogni fase della partita. Lo stesso Roger, molto soddisfatto in sala stampa, si è espresso in questi termini: “Senza dubbio Borna oggi non era al meglio: è capitato anche a me alcune volte trovarmi al suo posto e non è facile. Non era facile nemmeno da parte mai non dargli speranze, stare sempre molto concentrato e non dargli occasioni di entrare in partita e fargli capire che sarebbe stato molto complicato girare la partita in suo favore. Ho giocato bene, sono contento della mia prova“.
E dire che con Coric, teoricamente, si alzava nettamente l’asticella degli ostacoli tra Federer e il suo centesimo titolo in carriera. Dopo aver affrontato tre top 40, la semifinale metteva di fronte allo svizzero un avversario di un paio di spanne superiore ai precedenti. Il croato (13 ATP, guadagnerà una posizione da lunedì) è un giocatore in netta ascesa che lo aveva sconfitto negli ultimi due incroci, a giugno 2018 sull’erba di casa di Halle e lo scorso ottobre a Shanghai, quando non aveva concesso nemmeno una palla break allo svizzero. Anche il terz’ultimo precedente tra i due, un anno fa a Indian Wells, aveva visto il croato sprecare il vantaggio di un set e di un break (e anche nel terzo Borna era stato avanti nel punteggio). A dirla tutta, però, Coric ha iniziato il 2019 leggermente al di sotto delle aspettative dopo la chicca della Coppa Davis vinta in novembre.
Inoltre, per quanto più giovane del suo avversario di oltre quindici anni, negli ultimi tre giorni ha giocato tre tie-break decisivi rimanendo in campo 7 ore e 29 minuti. Una fatica ben maggiore di quella dello svizzero che ha invece diluito in un giorno in più le 4 ore (e 5 minuti) impiegate per raggiungere l’undicesima semifinale a Dubai della sua leggendaria carriera.
LA PARTITA – Un boato se possibile più forte di quello dei giorni precedenti accoglie in campo Roger Federer nella serata di Dubai: il termometro in campo indica i 21 gradi, e una brezza fresca e a tratti intensa percorre le tribune del centrale. Non dovrebbe essere minimamente un fattore a favore del campione svizzero, che invece, complice un avversario all’apparenza spento, offre un gran tennis che ovviamente entusiasma il pubblico. A prescindere dalla prova del croato, quello visto nel primo set è il miglior Federer del torneo. Il divario tra i due tennisti nel parziale iniziale è anche maggiore di quello che indichi il punteggio, 6-2, con cui si chiude, grazie a un servizio vincente di Federer, dopo 32 minuti.
Borna, che ieri sera contro Basilashvili ha chiuso oltre l’una di notte il personale trittico di tie-break vinti al terzo set, ci capisce davvero poco e lo si vede anche nel corso del primo gioco del nuovo set. Riesce a guadagnarsi quattro palle per conservare la battuta, ma, sul 40 pari, con un doppio fallo e un dritto in corridoio, manda avanti lo svizzero anche nel secondo parziale. Col Federer di stasera al servizio (80% di punti vinti sia con la prima, 68% con la seconda, 7 ace con appena un doppio fallo; un solo game arrivato ai vantaggi quando serviva in tutto l’incontro), la partita termina in pratica lì, come è certificato dal secondo break subito da un Coric, sempre più fantasma di se stesso.
In poco più di un’ora di gioco Federer guadagna la prestigiosa possibilità di raggiungere l’ennesimo traguardo prestigioso, il 100esimo titolo: intanto dalla prossima settimana salirà almeno al quinto posto del ranking ATP, che diventerà quarto in caso di vittoria del titolo. Dovesse perdere la finale, non tarderà comunque a riconquistare la quarta piazza in classifica in virtù del forfait di del Potro a Indian Wells.
Risultato:
[2] R. Federer b. [6] B. Coric 6-2 6-2
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