Decisamente soddisfatto Nick Kyrgios dopo la bella performance contro Alexander Zverev nella finale di Acapulco. Soddisfatto, certo, per aver vinto il quinto titolo in carriera dopo aver superato avversari del calibro di Nadal, Wawrinka e appunto Zverev. Tuttavia Nick si dimostra stranamente contenuto nelle sue dichiarazioni e, seppur sfrontato, spesso, nel farsi beffe di campioni come Rafa, dimostra grande rispetto nei confronti dell’amico Sascha e mantiene un profilo basso. “È una sensazione fantastica” dichiara Nick subito dopo aver dominato l’avversario all’ultimo round di un torneo perfetto per lui. “Non mi aspettavo molto oggi, so che non ero il favorito e che lui avrebbe giocato un gran tennis; è un giocatore incredibile e sapevo che avrei dovuto mettere in campo il mio stile di gioco. Sono contento di questa performance”.
“Spero sia un esempio per la gente il fatto di emergere in una competizione nella quale non si parte favoriti”, ha continuato Nick. “Vengo da un periodo difficile, ero “down and out”, davvero. Se posso farlo io, forse allora lo potete fare anche voi. Non ero certo nelle migliori condizioni e non sapevo cosa sarebbe successo, ma poi vivi una settimana come questa e le cose possono cambiare. Quindi, se posso farlo io, ci potete riuscire anche voi! “.
Nonostante le vittorie contro due campioni slam (Nadal e Wawrinka) e due top 10 (Isner e Zverev), Nick ammette di non aver espresso in campo il suo livello migliore: “Non è stato il mio miglior tennis in generale, ho cercato di fare il massimo ma altre volte ho giocato meglio. Tuttavia, in finale, è stato davvero un ottimo match, contro un buon amico (Sascha). È una persona fantastica, un giocatore fantastico, un grande esempio“. E il pubblico messicano? Anche se il tennista australiano, spesso e volentieri, ama raccogliere le provocazioni e rispondere a sua volta – e ad Acapulco non si è certo risparmiato – ha ammesso che “l’atmosfera è stata fantastica, e anche se a volte sono stato fischiato, ho apprezzato la vivacità del pubblico. È bello vedere gli spalti gremiti, giochiamo anche per questo. Spero di tornare a disputare il torneo nei prossimi anni”. Dichiarazione quantomeno curiosa, dopo aver zittito il pubblico sia verbalmente – contro Nadal – che per mezzo di un gesto eloquente al termine della finale contro Zverev.
“Questa vittoria certo mi dà molta fiducia. Se valgo un top 10? Forse. Ho il gioco di un top 10 ma quello che faccio fuori dal campo non corrisponde a quello che farebbe un top 10. Giocatori come Sascha, Novak, Rafa, fanno ogni giorno le cose giuste. Io no. Fuori dal campo non sono affatto un top 10. Per esempio, oggi sono andato a fare jet-ski alle 17.30 e la finale era alla 21; non penso che un giocatore al top avrebbe fatto questo genere di cose. Devo migliorarmi molto in questo. Devo essere più disciplinato, più professionale e fare le cose giuste. Voglio continuare a lavorare per riuscirci”.
Parole che si fa quasi fatica a credere siano uscite dalla bocca di Nick, così come la dichiarazione stranamente possibilista sull’eventualità di assumere un allenatore. “Non ho ancora un coach e forse dovrei cominciare proprio da lì“, ha dichiarato Nick completando il discorso sulla sua intenzione, vera o presunta, di rincorrere una nuova professionalità. Non è escluso che gli sia servita da sprone la battuta che Sascha Zverev gli ha riservato durante la cerimonia di premiazione, quando nel completare il classico giro di ringraziamenti e congratulazioni si è espresso così: “Questo è il momento in cui dovrei congratularmi col tuo team; hai un paio di persone lì ma onestamente non so nemmeno quale sia la loro reale occupazione!“.