Guardati le spalle, Roger!
Nemmeno il tempo di festeggiare il 100esimo titolo in carriera, che subito Roger Federer ha preso il volo in direzione Palm Springs. Quest’anno la sfida a Indian Wells si profila complicata per lo svizzero che si trova a difendere i 600 punti della finale dello scorso anno. Federer, che col successo di Dubai è risalito fino alla quarta posizione in classifica, dovrà infatti guardarsi le spalle dai diretti inseguitori. Ben sette degli attuali top 10 difendono 45 punti o meno, il che significa che hanno moltissime possibilità di incrementare il proprio bottino, mentre Roger può migliorare solo vincendo il titolo. Kei Nishikori ad esempio non ha punti in scadenza, essendosi ritirato prima dell’inizio del torneo nel 2018, ed è il primo candidato a scalzare lo svizzero. Anche Kevin Anderson, eliminato nei quarti l’anno passato, vorrà dire la propria. Per essere sicuro di rimanere in top 5, Federer dovrà raggiungere almeno i quarti di finale (l’ultima volta che non è finito tra gli ultimi otto è stata nel 2010).
Chi ferma Novak Djokovic?
Sul cemento californiano tornerà a giocare anche Novak Djokovic, fermo dalla vittoriosa campagna Slam in Australia. L’anno scorso proprio su questi campi arrivò una tremenda sconfitta contro Taro Daniel, seguita a ruota dalla figuraccia contro Paire a Miami, che indusse più di un’anima a intonare il De profundis per il serbo. Tutti sappiamo come si è evoluta poi la storia e oggi più che mai Nole sembra essere l’uomo da battere. La clamorosa prova di forza offerta contro Nadal nella finale degli Australian Open ha infatti scoraggiato chi magari si sperava di scorgere qualche scricchiolio nel RoboNole 2.0. Djokovic si presenta a Indian Wells con 10 miseri punti da difendere e con il mirino puntato sul sesto titolo (sarebbe record). In caso di vittoria, oltre ad aumentare in maniera significativa il proprio vantaggio sul secondo posto, il serbo eguaglierebbe Nadal per numero di Masters 1000 vinti (33). Tuttavia il suo percorso potrebbe presentare ostacoli non da poco, su tutti il potenziale terzo turno contro Nick Kyrgios e l’eventuale incontro nei quarti contro il redivivo Gael Monfils.
Kyrgios, la mina vagante
Si può amarlo o si può odiarlo, ma Nick Kyrgios a tennis ci sa giocare proprio bene. Dopo mesi di indolenza agonistica, ad Acapulco l’australiano ha finalmente mostrato un ottimo livello di tennis, mettendo in fila uno dopo l’altro Nadal, Wawrinka, Isner e Sascha Zverev. A stupire più dei suoi colpi però sono state le dichiarazioni in conferenza stampa, durante la quale Nick ha ammesso di non avere uno stile di vita da top 10. Tra le pieghe di queste confessioni l’australiano ha paventato la possibilità di assumere un coach per rimettersi un po’ in riga. Segni di redenzione? Ha messo finalmente la testa a posto? Le esperienze passate indurrebbero a non sperarci troppo, ma mai dire mai. In qualunque caso, è lui la mina vagante da tenere d’occhio in questa edizione. E quel terzo turno con Djokovic…
Osaka contro le vertigini
Gli occhi di tutti non possono che essere puntati sulla numero uno del mondo, Naomi Osaka. La giapponese si dovrà confrontare, oltre che con le avversarie, anche con il pesante ruolo di defending champion. Dodici mesi fa infatti Naomi stupì il mondo conquistando proprio a Indian Wells il primo titolo della sua carriera. Ora però il pronostico della vigilia pende dalla sua parte e c’è grande interesse nel vedere come si approccerà a questa inedita situazione. Le settimane immediatamente successive alla vittoria degli Australian Open sono piuttosto state movimentate dopo la rottura a sorpresa con il coach Sascha Bajin e la sconfitta contro Kiki Mladenovic a Dubai, ma Osaka ha affermato di non essere preoccupata e di non vedere l’ora di tornare a competere. Proprio Mladenovic potrebbe essere la sua prima avversaria sulla strada verso la difesa del titolo.
Una poltrona per cinque
Come spesso accade ultimamente in campo femminile, la contesa per la prima posizione del ranking mondiale è quantomai aperta. Ben cinque giocatrici hanno infatti la possibilità di conquistare la vetta al termine di questo torneo. Oltre ovviamente all’attuale numero uno, Naomi Osaka, le candidate sono Petra Kvitova, Simona Halep, Sloane Stephens e Karolina Pliskova. Osaka deve raggiungere la finale per essere sicura di mantenere la leadership, mentre in caso di sconfitta prematura dovrà ovviamente dipendere dai risultati delle altre. Eventualmente potrebbe bastarle anche la semifinale, a patto che né Kvitova né Halep sollevino il trofeo. Appese ad un filo invece le speranze di Karolina Pliskova che, a meno di un’ecatombe, è costretta a vincere e a sperare che Halep esca prima della finale.