Sulla strada del superclassico (sarebbe il trentanovesimo episodio) che tutti attendono in semifinale, Federer e Nadal hanno da superare l’insidia di due scontri generazionali. In cui partono comunque da chiari favoriti. Se il maiorchino ha già battuto cinque volte Karen Khachanov, si presenta inedito l’incrocio tra Roger e Hubert Hurkacz. Il sorprendente polacco, 67 ATP, ha raggiunto qui il picco più alto della sua giovane carriera dopo essere uscito dall’ombra alle Next Gen Finals milanesi. Dopo il successo su Nishikori al terzo turno, il ventiduenne di Breslavia ha ribaltato il pronostico anche contro un Denis Shapovalov teoricamente più testato su questi livelli.
IL GIOVANE HUBERT – “Giocare nei grandi stadi era il mio sogno sin da bambino – racconta -, ho iniziato a giocare a tennis a cinque anni seguendo mia madre. Con l’andare avanti nel torneo mi sto rendendo conto che posso giocarmela anche con i giocatori importanti. Sarà divertente affrontare Federer, uno dei miei idoli, ci siamo allenati insieme una volta l’anno scorso a Shanghai. Sono qui negli Stati Uniti con la mia famiglia ed è fantastico vederli in tribuna, la loro presenza mi rilassa“.
A UNA CERTA ETÀ… – Federer ha lasciato appena cinque game a Edmund e sembra motivato dallo scoprire un nuovo avversario, nella sua costante ricerca di stimoli d’eccellenza. “Anche contro Kyle non avevo mai giocato, affrontare ogni settimana per la prima volta ragazzi giovani è per me interessante“, le sue parole, accompagnate dall’ennesima riflessione sulla longevità agonistica. La sollecitazione arriva dal bel torneo che ha visto protagonisti altri due vecchietti come Ivo Karlovic e Venus Williams.
“A una certa età non è più la classifica a muoverti, fa la differenza la capacità e la voglia di godersi la vita nel circuito – le sue parole – dagli allenamenti ai viaggi oltre alle partite. Il tennis di alto livello offre la possibilità di vivere dei privilegi e mi fa piacere vedere sempre più ragazzi e ragazze felici di quello che fanno, anche avanti con gli anni. Poi chiaramente fanno la differenza i progressi nella preparazione, nel recupero e nell’alimentazione. Prima si parlava solo di un bagno caldo e di una banana, adesso siamo più avanti, anche se mi piace non perdere del tutto la dimensione genuina di questo sport“.
MUSICISTA PER UN GIORNO – Lo svizzero torna a pattinare sulla scivolosa disputa sul più grande di tutti i tempi (il cosiddetto GOAT), puntando una fiche sull’impossibilità di un confronto trasversale tra le epoche. “Penso che tra trent’anni i giocatori inseguiranno nuovi obiettivi rispetto ai miei o, andando a ritroso, di quelli di Sampras. Il confronto è giusto farlo all’interno della stessa generazione, ma sempre con cautela. Questa è solo una piacevole chiacchierata prima di salutarci, per me non ha altro valore“. La serata però non si può chiudere senza un’ultima suggestione.
Se Belinda Bencic, qualche giorno fa, ha ammesso che “vorrebbe essere Roger Federer per un giorno“, come ha risposto alla stessa domanda il diretto interessato? “Belinda conosce bene come funzionano le mie giornate – sorride -, io in realtà per un giorno non vorrei essere un giocatore di tennis, ma un musicista, vedere come si sta sul palco“.