Per raggiungere lo straordinario successo ottenuto da Roger Federer è necessaria una meticolosa organizzazione dei tempi. Poche sono le cose che possono essere lasciate al caso e la routine deve diventare così familiare da passare quasi in secondo piano. È per questo che quando il match di quarti di finale dello svizzero è stato programmato alle 11:00 di mattina, in molti sono rimasti sorpresi, compreso il diretto interessato. Una delle tante abilità di Roger tuttavia, è anche quella di sapersi adattare alle diverse situazioni di gioco e quindi qualche piccolo accorgimento è stato sufficiente per superare anche questo ostacolo: “Ho messo la sveglia alle 07:00 e sono andato ad allenarmi alle 08:30. Poi sono tornato a casa e ho fatto una doccia; ho parlato un po’ della partita, mangiato la pasta alle 09:30 (rigatoni Roger?) e sono tornato qui. Fatto il riscaldamento ero pronto per giocare. Le cose sono state un po’ differenti ma per fortuna mi era stato detto con un giorno e mezzo di anticipo che avrei giocato alle 11:00. Ho detto ‘va bene’, che potevo fare? Non hai scelta, devi solo andare a letto prima e io l’ho fatto”.
Il prossimo ostacolo che invece gli proporrà il campo prende il nome di Rafael Nadal (condizioni fisiche dello spagnolo permettendo) e sia i tifosi che gli organizzatori non potevano sperare in qualcosa di meglio. Prima dell’inizio dei quarti di finale, con Roger opposto al polacco Hurkacz, sembrava proprio lui ad avere la strada più semplice verso l’ennesimo Fedal, e così è stato. Lo svizzero però, dopo un torneo di alti e bassi come quello disputato a Dubai, non ha nascosto la sorpresa: “Personalmente sono contento di essere in semifinale, non che non me lo aspettassi, ma sicuramente è andata meglio di quanto pensassi“. Parlando poi più nello specifico del suo gioco, c’è un colpo che al momento gli regala maggiori soddisfazioni: “Tengo la battuta in maniera agevole, e quando mi appresto a servire sono a mio agio mentalmente. Penso che si sia visto finora durante questa settimana e spero che continui così. Contro Rafa ovviamente ne hai bisogno“.
I suoi sostenitori ovviamente si augurano che il trend visto nelle ultime sfide con Nadal non cambi – Federer ha una striscia aperta di cinque vittorie consecutive contro il maiorchino – ma è lo stesso Roger a chiedere cautela in vista del 39esimo Fedal. “Non credo che quei cinque match contino molto, onestamente. Molto tempo è passato, forse sfortunatamente dal punto di vista della rivalità; è sempre meglio continuare a giocare contro di lui. Sono successe un sacco di cose negli ultimi 18 mesi. Certamente posso guardarmi indietro e vedere tutte le cose buone che ho fatto, ma non posso fare copia/incolla e giocare esattamente allo stesso modo”.
Cercando poi di spiegare a parole cos’è che rende così magiche le sfide tra loro due, lo svizzero si concede qualche considerazione sul passato. “Siamo due persone molto diverse, sia come personalità che come giocatori. Il modo in cui affrontiamo le cose è molto differente, ma entrambi troviamo il modo di eccellere. Poi c’è il fatto che lui ha un gioco impostato per la terra mentre io per l’erba, e tutti e due abbiamo dovuto lavorare per adattarci alle altre superfici. Quando lui è venuto fuori io ero già numero 1 e il suo cercare di raggiungere la vetta ha reso la rivalità ancora più interessante. È stato proprio un bel viaggio al suo fianco“.
Infine, anche se mancano ancora due giornate di gioco alla fine del torneo di Indian Wells, c’è nell’aria un po’ di fermento per l’imminente torneo di Miami (mercoledì 20 marzo si disputeranno i primi turni maschili), soprattutto per il cambio di sede da tempo annunciato che vede il Masters 1000 trasferirsi dalle spiaggie di Key Biscayne al mastodontico Hard Rock Stadium. Federer, in vena di ricordi, si lascia andare a degli interessanti aneddoti sulla sua carriera e sul legame affettivo verso l’ormai vecchio domicilio del torneo.
“Mi mancherà tutto di Key Biscayne. Era una grande sede con tantissima storia; un tempo era considerato il quinto Slam. Giocavamo al meglio dei cinque set dall’inizio del torneo e lì ho disputato parecchie battaglie epiche. Sono cambiate un sacco di cose. Riesco a ritornare indietro fino al ’98 quando vinsi il titolo junior contro Coria in finale e Nalbandian in semi, per conquistare la posizione n. 1 a livello junior. Era il primo anno che l’evento si teneva a Crandon Park. Quindi ovviamente ho dei sentimenti contrastanti su questo cambio di sede, ma spero comunque che sia stata fatta la scelta giusta. Capisco la logica che c’è dietro, tuttavia mi mancherà quel posto. È normale, come a tutti i giocatori”.
In ogni caso l’idea di giocare nella casa dei Dolphins, squadra di NFL, lo stuzzica un po’: “Non ho mai giocato in uno stadio di football e sono sicuro che sarà eccitante“.
EDIT (17/03): l’articolo è stato pubblicato prima della notizia del ritiro di Nadal, così come la conferenza è stata rilasciata prima dell’ufficialità