C’è poco da dire. La vittoria di Dominic Thiem a Indian Wells è un’impresa di quelle che in pochi (forse nessuno) avrebbero potuto prevedere. Invece contro ogni aspettativa, Dominator ha portato a compimento un torneo semplicemente perfetto. Lui che sul cemento ha sempre faticato a trovare un compromesso tra le sue ampie sbracciate e la necessità di non perdere troppo campo, ha sgambettato lungo il percorso maestri del veloce come Milos Raonic e lo stesso Roger Federer in finale. Contro lo svizzero, Thiem ha camminato spesso sul cornicione, salvando 9 palle break su 11 (18 su 22 nel torneo), ma alla fine ha visto ripagato il proprio coraggio.
Il primo Masters 1000 di Dominic Thiem è l’ultima prova dell’atmosfera di estremo equilibrio che sta pervadendo il tennis professionistico. Gli ultimi quindici Masters 1000 infatti hanno visto ben sette nuovi vincitori (oltre a Thiem, abbiamo A. Zverev, Dimitrov, Sock, del Potro, Isner e Khachanov). Per rendere meglio l’idea del peso di questo dato basta considerare che negli 86 tornei “1000” tra Bercy 2007 e Roma 2017 (primo titolo di Zverev) il numero di giocatori capaci di piazzare il primo acuto è stato lo stesso, ovvero sette (Murray, Tsonga, Ljubicic, Soderling, Ferrer, Wawrinka, Cilic). Questo perché gli eventi più importanti sono stati in quel periodo terreno di caccia privilegiato dei Fab Four, che si sono spartiti ben 75 titoli su 86 (87,2%).
Thiem è diventato inoltre il diciannovesimo vincitore diverso su diciannove tornei ATP giocati fino ad oggi. La striscia, che domenica si è trovata ad un solo set di distanza dall’essere interrotta, marca in maniera inequivocabile l’altissimo tasso di “democrazia” di questo avvio di 2019. L’equilibrio coinvolge anche il circuito WTA che con la strepitosa e sorprendente affermazione di Bianca Andreescu in California, ha visto allungarsi a tredici la lista delle monotitolate (record). Sommate, le due metà del mondo della racchetta danno dunque come risultato un quasi incredibile trentadue su trentadue, tra cui si contano ben dieci prime volte (sette in campo maschile e tre nel femminile). L’incantesimo si spezzerà a Miami? Probabilmente sì, ma se anche fosse non cancellerebbe uno degli avvi di stagione più curiosi degli ultimi anni.
I 19 vincitori ATP:
Roberto Bautista Agut – Doha
Kei Nishikori – Brisbane
Kevin Anderson – Pune
Alex De Minaur – Sydney (primo titolo)
Tennys Sandgren – Auckland (primo titolo)
Novak Djokovic – Australian Open
Juan Ignacio Londero – Cordoba (primo titolo)
Jo-Wilfred Tsonga – Montpellier
Daniil Medvedv – Sofia
Gael Monfils – Rotterdam
Reilly Opelka – New York (primo titolo)
Marco Cecchinato – Buenos Aires
Laslo Djere – Rio de Janeiro (primo titolo)
Stefanos Tsitsipas – Marsiglia
Radu Albot – Delray Beach (primo titolo)
Roger Federer – Dubai
Nick Kyrgios – Acapulco
Guido Pella – San Paolo (primo titolo)
Dominic Thiem – Indian Wells
Le 13 vincitrici WTA:
Karolina Pliskova – Brisbane
Julia Goerges – Auckland
Aryna Sabalenka – Shenzhen
Sofia Kenin – Hobart (primo titolo)
Petra Kvitova – Sydney
Naomi Osaka – Australian Open
Kiki Bertens – San Pietroburgo
Dayana Yastremska – Hua Hin
Elise Mertens – Doha
Belinda Bencic – Dubai
Alison Van Uytvanck – Budapest
Yafan Wang – Acapulco (primo titolo)
Bianca Andreescu – Indian Wells (primo titolo)