da Indian Wells, il nostro inviato
Versione ridotta, più per curiosità che altro, della rubrica tecnica da bordocampo: a volte, anche piccoli dettagli fuori dalla norma possono essere interessanti da analizzare. Perchè non è affatto scontato che siano chiari a prima vista, a meno di non andare a controllare i filmati. Su-Wei Hsieh, 33 anni, 27 WTA, diversi scalpi anche eccellenti in saccoccia soprattutto nell’ultimo anno (battute Muguruza, Radwanska, Kerber, Pliskova, Halep, messa in gran difficoltà Osaka a Melbourne – era 7-5 4-2 40-0 – per citarne alcuni) appartiene a una categoria di tenniste assai marginale, ma niente affatto estinta. Parlo delle cosiddette “quadrumani”, le giocatrici che eseguono sia dritto che rovescio a due mani, che hanno avuto la massima rappresentante nella grande Monica Seles (9 Slam), poi Marion Bartoli (Wimbledon 2013), per arrivare alle attuali Luksika Kumkhum, la nostra Georgia Brescia, e appunto l’amica Hsieh.
Rispetto a tutte le altre, però, Su-Wei ha una caratteristica unica. Le quadrumani, di norma, eseguono un rovescio a due mani normale dal lato dell’arto non dominante, e un dritto bimane con presa invertita (mano dominante in fondo al manico, mano di appoggio sopra) dall’altro, per l’ovvia ragione del non dover mollare mai la presa, potendosi semplicemente limitare a ruotare o aggiustare il grip (quando lo fanno). Hsieh, invece, esegue due rovesci bimani classici (lei è destra): la cosa richiede un mini gioco di prestigio, ovvero un fulmineo e preciso spostamento delle mani sul manico, ogni singola volta, tra un colpo e l’altro. Bizzarro, tecnicamente affascinante, notevolissimo dal punto di vista della destrezza e della coordinazione. Evidentemente, visti i gran bei risultati dell’ultimo periodo in singolare (Su-Wei è stata numero uno in doppio, specialità che prediligeva fino a due anni fa, prima della storia del suo paese ad arrivare in cima a una classifica del tennis professionistico tra l’altro), la cosa per lei funziona, e pure alla grande. Vediamocela insieme, in 30 secondi di video, è veramente una “chicca” tecnica pressoché unica.
Come possiamo vedere, Su-Wei utilizza una racchetta con manico più lungo del normale, evidentemente su misura, tiene la mano dominante nel centro, e in pratica sposta alternativamente nello spazio sopra e sotto la sinistra (anche se in realtà muove anche la destra, portandola in fondo al manico dal lato sinistro, il suo “vero” rovescio, ma il lavoro grosso lo fa con quella opposta). Una rapidità di tocco, e una sensibilità ‘da borseggiatrice’, considerata la rapidità con cui deve eseguire questi aggiustamenti. Brava Hsieh, bel personaggio tra l’altro, e divertentissima da vedere in partita, il doppio rovescio bimane le consente di fintare gli angoli, così come le rotazioni (in coda al pezzo, vedete un’affettata mica male, con la testa della racchetta che scatta sotto la palla invece di coprirla all’ultimissimo istante), in modo estremamente fastidioso per le avversarie. Oltre a questo, la rende un’incontrista fenomenale, bombardandola di servizi e accelerazioni da fondo non la sfondi praticamente mai. L’unico aspetto svantaggioso è che Su-Wei, come tutte le quadrumani, ha un minore allungo, colpendo così devi sempre essere sulla palla con le gambe vicine e veloci. Ma se ce la fai, ottieni controllo e possibilità di mascherare le traiettorie molto bene. Se ne sono ben accorte tante di quelle giocatrici che questa trottolina terribile ha fatto – sportivamente – diventare matte.