La grande novità del Miami Open di quest’anno era la sede della competizione. Dopo tanti anni, per ragioni di mancanza di spazio, ci si è spostati dal caratteristico Crandon Park, sull’isola di Key Biscane, al ben più asettico ma confortevole Hard Rock Stadium e all’area che lo circonda. Il campo centrale è stato proprio costruito all’interno dell’enorme impianto da oltre 64mila posta a sedere di solito utilizzato per le partite interne della squadra locale di football americano, i Miami Dolphins. Dopo ormai diversi giorni di partite, si possono cominciare a trarre le prime impressioni su questa arena di gioco assai peculiare. E a farlo sono stati Novak Djokovic e Roger Federer, i due tennisti più attesi nel torneo.
“Il vento era sempre un fattore a Key Biscane. Era molto forte. E là c’era tanta umidità e caldo. Qui poiché siamo all’interno di uno stadio da football, sembra di giocare indoor. Non senti il vento”, ha commentato Nole al termine della sofferta vittoria in tre set contro il qualificato argentino Federico Delbonis. “Oggi c’era un po’ di brezza in realtà ma è completamente diverso per quanto riguarda il sole e il vento. Non c’è luce nel campo dopo le 13. È perfetto per giocare a tennis. Ma l’assenza di sole e vento rendono le condizioni un po’ più lente. Non è facile sfondare con un solo colpo. Bisogna avere più pazienza e faticare per ottenere il punto”. Tali condizioni sulla carta dovrebbero favorire il fenomeno serbo che predilige i lunghi scambi in cui può imporre il suo forsennato ritmo da fondocampo e far valere le sue eccezionali doti atletiche.
Meno contento invece dovrebbe essere sulla carta Federer, il quale, in virtù di un tennis offensivo e di un’età ormai avanzata, cerca di abbreviare gli scambi. Più che altro però il campione elvetico si è soffermato su un piccolo ronzio che si sente in campo, non troppo diverso da quello dei campi indoor. “C’è un po’ di rumore nello stadio. Penso sia a causa della grandezza e dell’impianto di ventilazione. È un po’ strano per il tennis. Ma a volte si sente nei campi indoor”, ha detto a riguardo dopo aver sconfitto anche lui con fin troppi patemi il caldissimo moldavo Radu Albot. “Non è qualcosa quindi di completamente nuovo. Mi è già capitato e mi sono adattato rapidamente”.
Le grandi ombre, che incombono sul campo per chi gioca nei primi match e rendono le immagini televisive non proprio nitidissime, non danno molto fastidio a Federer. “Le ombre non sono un problema. La luce dura veramente poco” ha affermato. “Per il resto è un posto molto grande. Gli spalti sono enormi. È insolito per noi. Pensavo che avrebbero sistemato il campo nell’angolo dello stadio invece che sul lato lungo. Ma è una bella atmosfera”.
Insomma, nonostante qualche piccolo inconveniente, l’Hard Rock Stadium ha l’approvazione dei due protagonisti più attesi del torneo maschile. Vedremo chi riuscirà a sfruttare meglio le nuove condizioni.