La questione sembra a questo punto soltanto formale, non essendo in discussione la sostanza. Torino continua ad attendere la decisione dell’ATP sull’assegnazione delle Finals 2021-2025 e mantiene un certo ottimismo, nonostante l’affare si sia dimostrato ampiamente scivoloso. Soprattutto perché il verdetto continua a slittare, in totale assenza di comunicazioni ufficiali (da Indian Wells a Miami, ma ora ci siamo lasciati alle spalle anche la Florida). I contorni rimangono sfuggenti. Così com’è accaduto anche quando si parlava di deadline per la presentazione dei requisiti.
Nell’incertezza e nella mancanza di notizie (e anche di grandi manifestazioni di interesse mediatico) da parte delle concorrenti, Torino è ancora in piedi e – consapevole che i suoi ritardi sembrano esserle stati perdonati – ne approfitta per darsi l’ultimo ritocco. Leggiamo così, con un margine interpretativo, l’ultima puntata della corsa al grande evento che si è celebrata ieri nella riunione del Credito Sportivo. La banca dello sport italiano si trova materialmente a erogare la fideiussione da circa 78 milioni di euro che ha rimesso in corsa Torino ai tempi supplementari, rispetto alle originarie scadenze non rispettate.
A versare i fondi sarà il Governo, che ha assicurato la copertura con il decreto del presidente Conte che ha spinto improvvisamente Torino in pole position rispetto a Londra, Manchester, Singapore e Tokyo. Stando a quanto si apprende da La Gazzetta dello Sport, nella serata di ieri l’istituto di credito nella sua sede romana ha prodotto la documentazione integrativa richiesta dall’ATP per procedere all’assegnazione. Un passaggio meramente formale, che ha destato qualche preoccupazione per la tempistica ma che non dovrebbe rimettere in discussione il cammino di queste settimane. Sul fronte locale, si mantiene cauto Roberto Finardi (assessore allo sport della giunta Appendino) nelle dichiarazioni riportate da Tuttosport: «Se le Finali Atp arriveranno saremmo felicissimi, intanto vorrei salvare quello che già c’è». Il riferimento è tutti i requisiti non economici (dall’impiantistica alla strategicità geografica, insieme al patrimonio storico e culturale) che avevano fatto sembrare il capoluogo piemontese la prima scelta quando ancora non si parlava di soldi. Oggi è prudenza di circostanza, in attesa del verdetto ATP.