Si può vivere di solo sport molto più a lungo rispetto al passato; è ovvio, è banale, ma è così. Roger Federer, che ne fa trentotto la prossima estate, solleva con regale nonchalance il titolo numero centouno della sua mistica parabola a Miami, certamente, ma non solo lui: ci sono Serena e Venus, Ivone Karlovic e peccato che Ferru stia per appendere la racchetta in garage. Si può vincere oltre la fatidica soglia dei trentacinque, perché la tendenza è quella e i “prossima generazione” dovranno mettersi il cuore in pace.
Com’è naturale, esistendo appassionanti storie tennistiche anche e soprattutto lontano dalle luci della ribalta, gli over archiviano risultati abbastanza sorprendenti un po’ ovunque: questa settimana la storiella arriva dallo stato del Nuevo Leon, Messico nord-orientale, dove si disputa il classico Monterrey Open, International da duecentoventiseimila dollari di montepremi. La copertina se l’è presa Greta Arn, giocatrice ungherese occupante la posizione numero 403 del ranking WTA, la quale compirà tra dieci giorni esatti quarant’anni. Arn aveva tentato la via delle qualificazioni, sconfitta nel turno decisivo da Beatriz Haddad Maia, ma la sorte le ha regalato il ripescaggio: baciata dalla fortuna, la longeva Greta si è presentata al primo turno e contro ogni pronostico ha sconfitto la spagnola Lara Arruabarrena, cogliendo il primo successo nel tabellone principale di un evento del tour maggiore dai tempi dello Us Open 2012, quando ebbe la meglio all’esordio su Agnes Szavay in un raro derby magiaro.
Come se non bastassero età della protagonista e lasso di tempo trascorso tra i due hurrà, sei anni e mezzo abbondanti, un’era geologica e forse più, a conferire alla notizia toni piuttosto accesi, urge precisare che Arn – comunque già numero 40 WTA nel 2011 e vincitrice di due titoli in carriera ad Auckland e a Estoril – nel 2013 aveva optato per il ritiro, staccando la spina per quasi quattro anni tra l’estate del 2013 e quella del 2017.
Ripartita come si conviene dal circuito ITF, Greta di tanto in tanto fa capolino nei tabelloni cadetti dei tornei maggiori, che raramente le dicono bene. Comprensibile, visti gli annessi e connessi della vicenda, ma nel tennis volere è potere eccetera eccetera: sarà banale, ma il regalo grosso per l’importante ricorrenza Greta Arn l’ha scartato davvero.