Dal 2019 il circuito Challenger non è più lo stesso. La riforma introdotta da Chris Kermode ha determinato l’allargamento dei tabelloni principali da 32 a 48 giocatori e un tabellone di qualificazione formato da soli quattro giocatori. L’aumento di 16 giocatori a torneo ha portato anche a un’aumento generale del prize-money (di circa un milione di dollari).
L’obiettivo della riforma Challenger è rendere davvero professionistico l’intero circuito ATP, lasciando fuori chi non riesce a sopravvivere coi soli guadagni tennistici, la stessa linea adottata per la creazione del Transition Tour, che ha come obiettivo dichiarato la divisione tra professionisti e non professionisti. Le novità in ambito Challenger hanno però creato dei problemi che mettono in dubbio l’utilità della riforma stessa. A denunciare il fatto è stato Gastao Elias, il giocatore portoghese battuto da Lorenzo Musetti pochi giorni fa a Barletta. Elias ha postato sul suo profilo Twitter un messaggio diretto ai piani alti del tennis: “Quindi l’ATP taglia i tabelloni di qualificazione nei challenger a quattro giocatori perché “vogliamo rendere il circuito più professionale”, dicono. Ora però nelle qualificazioni del torneo di Murcia ci sono tre giocatori di doppio. Sì, sta funzionando…”. Con tutta l’ironia del caso.