Da Montecarlo, la nostra inviata
Lunghi riccioli che gli sfiorano le spalle, sorridente e con tanta voglia di parlare e scherzare. Il volto solare del giovane Stefanos Tsitsipas porta un po’ di luce sotto il tendone in cui si svolge l’ormai consueta tavola rotonda del day 1, reso ancora più grigio dalla pioggia che incombe sul Principato oggi. Del tutto rilassato per il suo primo media day monegasco, il greco non ha lesinato sorrisi e battute ai giornalisti presenti in sala. Attualmente n. 8 del mondo, Stefanos è infatti il n. 6 del seeding e, al primo turno, incontrerà il vincente tra Kukushkin e Chardy.
Il greco è decisamente felice di ritrovare l’amata terra rossa che è infatti la sua “superficie preferita perché come tennista sono nato proprio sulla terra“. E, in particolare, il torneo di Montecarlo è legato ad un bellissimo ricordo: “Avevo 12 anni quando sono venuto al Country Club la prima volta; ricordo che incontrai Novak Djokovic, fu molto carino con me e facemmo anche una foto insieme. Mio padre, in quel frangente, si lasciò andare a un “un giorno mio figlio giocherà con te!”; io guardai mio padre incredulo e fui molto imbarazzato, sembrava impossibile. Fantastico aver fatto quella foto. Anzi, ora che ci penso, la voglio proprio ritrovare (ride)!“. E poi l’Australian Open. Impossibile non rievocare lo splendido exploit di Stefanos a Melbourne di tre mesi fa quando sorprese Federer.
Ma non furono tutte rose e fiori perché in semifinale fu poi dominato da Nadal. “Mi ci è voluto parecchio tempo per smaltire la delusione di quella dura sconfitta. Nadal mi dominò, mi sembrava che avesse giocato da fenomeno. Non mi aspettavo davvero che poi Djokovic a sua volta gli desse quella terribile lezione. Significa che non ci sono limiti per i veri fenomeni!”.
Quali sono le sensazioni di Stefanos per questo primo appuntamento sul rosso? “Sono cinque giorni che mi alleno sulla terra e la transizione dal cemento al rosso è quella più dura, ci vuole molta più pazienza“. E cosa pensa del ritorno di Federer sulla terra (lo svizzero, dopo aver saltato da tre anni la stagione sul mattone tritato, quest’anno disputerà il torneo di Madrid e il Roland Garros)?: “Non so come gioca davvero sulla terra rossa perché non ci ho mai giocato, i risultati parlano per lui, di sicuro mi aspetto che serva molto bene“. Roger potrebbe vincere il Roland Garros? “I match in cinque set sono molto duri ma se vincesse molte partite in tre set aumenterebbero le sue chance“.
E Mouratoglou? “Patrick è un caro amico, un consigliere. È molto corretto e preciso, parla spesso con mio padre e il mio coach. Non mi piacciono le persone che parlano troppo ma lui mi dice poche cose ma buone“.