da Montecarlo, la nostra inviata
Non c’è storia nel primo match di Marco Cecchinato. L’azzurro infatti passa il turno praticamente quasi senza giocare a causa del ritiro di Damir Dzhumur. Il tennista bosniaco, n. 54 ATP, ha avvertito forti dolori agli addominali e, sul 4-0 per l’azzurro, ha deciso di dare forfait. Ora per il 26enne palermitano ci sarà Stan Wawrinka. Un secondo turno complicato visto il background dello svizzero che, in fondo, nonostante stia risalendo la china e abbia ricominciato a vincere partite, è ancora una sorta di “mina vagante” in tabellone. Ma anche Marco ora è potenzialmente avversario ostico per tutti da quando, un anno fa, ha cominciato a fare faville sull’amata terra rossa per esplodere al Roland Garros, dove raggiunse una storica semifinale. Rilassato e sicuro di sé, così Cecchinato si è presentato alla conferenza stampa post match.
Cosa è successo esattamente oggi a Dzumhur? E poi, comincia una stagione importate per te. Qui l’anno scorso ti rivelasti e poi è cominciato tutto. Come la stai vivendo e come ti stai avvicinando a questi due mesi che sono fondamentali per il prosieguo dell’anno?
Dzumhur faceva fatica quando serviva e, quando ci siamo stretti la mano, mi ha detto che sentiva dolore agli addominali; ci ha provato ma continuava a sentire dolore. La stagione 2019? Beh, è ancora molto lunga perché finirà a novembre. Certo, ci sono tanti punti da difendere. E poi finalmente sta arrivando questo famoso Roland Garros. Tutti mi chiedono in conferenza del Roland Garros, la pressione c’è ma la sto affrontando molto bene. Ho una vittoria ATP e una semifinale sul cemento. Mi sto allenando bene con il mio allenatore e il mio preparatore. Oggi è stata una buona vittoria anche se è un peccato per il ritiro. Poi ci sarà un test match con Wawrinka ma voglio pensare a un torneo alla volta.
Potresti spiegarmi qual è il tuo rituale prima di un match e cosa prendi con te come portafortuna?
Di solito sto con le persone che fanno parte del mio team. Non voglio distrarmi, preferisco parlare, ridere e scherzare con il mio allenatore, il mio preparatore, il manager, la mia fidanzata, con le persone che mi sono sempre state vicine, anche quando non ero n. 16 del mondo. Sono le persone di cui mi fido. E poi, di solito, faccio il mio riscaldamento e parlo con il mio coach del match e, infine, entro in campo.
E c’è un oggetto in particolare? Per esempio Shapovalov porta con sé un peluche (un lupo del WWF adottato dal giovane canadese, ndr).
No, nessun oggetto in campo.
Il prossimo avversario sarà Wawrinka, è un avversario ostico e possiamo dire che sia un po’ una mina vagante…
Beh, direi che non è più una mina vagante, questo forse si poteva dire l’anno scorso. Ora è ritornato 30 del mondo e ha ricominciato a vincere di nuovo. È un signor giocatore. Spero che domani vada bene, l’importante è giocare dal primo all’ultimo punto e poi a fine match vedremo come andrà.
Per quanto riguarda il calcio, come vedi la fine della stagione? Intanto spero che il Milan vada in Champions. Penso che sia l’obiettivo di ogni giocatore. Seguo il calcio, mi piace tanto, sono molto appassionato e quando posso vado allo stadio; quando mi è possibile sono in contatto con i calciatori perché tra sportivi ci capiamo ed è un piacere confrontarsi anche con un altro tipo di sport.
C’è un giocatore del Milan che preferisci?
Il mio idolo è Kaka. È difficile diventare come lui però penso che la squadra stia lottando e possa raggiungere l’obiettivo Champions.
Rispetto a un anno fa, hai cambiato qualcosa dal punto di vista della preparazione dei colpi e pensi di essere un giocatore più completo adesso?
Sicuramente mi sento più completo e ora riesco a essere competitivo su tutte le superfici, una cosa che mi mancava tanto. Sul cemento inizio a vincere buone partite. Questo è molto importante per un giocatore, essere consapevole di poter essere competitivo. Ho lavorato tantissimo sul rovescio, l’ho migliorato tanto, già dall’anno scorso, mi aiuta a farmi vincere tanti incontri e mi fa sentire un giocatore più completo. Mi sento molto più solido rispetto a qualche anno fa.
Essere il n. 1 d’Italia ti dà un senso di responsabilità?
Certo. È sempre stato il mio sogno da bambino essere il n. 1 in Italia. E comunque c’è Fabio che è dietro di me solo di un posto; lui ha dato tanto all’Italia, è sempre stato un esempio per i risultati che ha ottenuto, per come si è espresso in Coppa Davis. Siamo entrambi nella Top 20.
L’Italia ha 20 giocatori nei primi 200. Secondo te è un nostro difetto quello di non riuscire a capire il lavoro che c’è dietro ai risultati, anche se non arrivano subito, come è stato nel tuo caso?
Penso che il lavoro paghi sempre. Io ho lavorato tanto altrimenti non sarei giunto a questa classifica. Penso che il tennis italiano stia bene, ci sono tanti giovani. Una mia qualità è quella di non aver mai dato importanza a quello che diceva la gente, anche perché fin da piccolo mi hanno sempre “massacrato” dicendo che non ero abbastanza bravo. Ora sono n. 16 del mondo. Non ho mai dato tanto peso alle chiacchiere o alle parole della gente. Io vado sempre dritto per la mia strada.
Risultati:
P. Kohlschreiber b. [LL] T. Daniel 6-1 6-3
[10] D. Medvedev b. J. Sousa 6-1 6-1
M. Kukushkin b. J. Chardy 6-3 6-4
D. Lajovic b. M. Jaziri 6-4 6-4
[16] D. Goffin b. [Q] G. Andreozzi 6-1 6-4
M. Fucsovics b. [12] N. Basilashvili 7-5 3-6 6-1
[WC] J. Munar b. [WC] L. Catarina 6-0 6-3
[11] M. Cecchinato b. D. Dzumhur 4-0 rit.
J.L. Struff b. [15] D. Shapovalov 5-7 6-3 6-1
R. Bautista Agut b. J. Millman 3-6 6-1 6-1
[13] F. Fognini b. [Q] A. Rublev 4-6 7-5 6-4
[Q] L. Sonego b. A. Seppi 7-6(4) 6-4
R. Albot b. [Q] A. Bedene 6-4 6-2
M. Klizan b. [Q] F. Delbonis 7-6(3) 7-5
D. Schwartzman b. [17] K. Edmund 4-6 6-3 6-1