Anche WTA ha prodotto una classifica specifica che prova a valutare il rendimento su terra, concentrandosi sulle ultime stagioni (ne ha parlato Ubitennis QUI).
WTA ha infatti elaborato un criterio definito “Clay Court Index“, basato sui punti guadagnati su terra. Sono prese in considerazione le ultime stagioni in questo modo: 100% di punti guadagnati nel 2019, 75% di punti guadagnati nel 2018, 50% di punti guadagnati nel 2017, 25% di punti guadagnati nel 2016.
Il grande vantaggio di WTA è che dispone della possibilità di trattare i dati di tutte le giocatrici in attività e quindi la classifica va oltre i risultati delle prime 32 del ranking ufficiale (come nelle mie tabelle precedenti). Ecco i risultati aggiornati a dopo il torneo di Charleston 2019:
1. Simona Halep: 4090,50 punti
2. Kiki Bertens: 2059,25
3. Elina Svitolina: 1783,00
4. Garbiñe Muguruza: 1605,75
5. Jelena Ostapenko: 1585,00
6. Madison Keys: 1558,25
7. Sloane Stephens: 1419,00
8. Karolina Pliskova: 1382,75
9. Caroline Garcia: 1274,75
10. Petra Kvitova: 1203,00
11. Caroline Wozniacki: 1165.50
12. Anastasija Sevastova: 1065.25
13. Daria Kasatkina: 1053.75
14. Samantha Stosur: 1027.50
15. Anett Kontaveit: 989.75
16. Maria Sharapova: 902.00
17. Elise Mertens: 901.00
18. Laura Siegemund: 872.75
19. Kristina Mladenovic: 863.25
20. Irina-Camelia Begu: 854.50
Di questa classifica sottolineo tre aspetti. Il primo è il grande vantaggio di Simona Halep rispetto alle avversarie (praticamente il doppio di punti rispetto alla seconda), a dimostrazione dell’altissimo livello mantenuto nel tempo, una costanza ineguagliata dalla concorrenza.
Secondo aspetto: il sesto posto di Madison Keys. Recente vincitrice a Charleston 2019, dove ha dimostrato di avere imparato a difendere in scivolata sempre meglio. Un progresso nella fase di contenimento che ha rafforzato le ben più riconosciute doti offensive, che in passato le hanno permesso di raggiungere la semifinale del Roland Garros 2018, o la finale di Roma 2016. Direi che Madison è un caso di giocatrice che con l’esperienza ha scoperto che la terra non era poi così inadatta al suo tennis come credeva lei stessa nei primi anni di attività (“Maybe I’m a clay court specialist now!”, ha dichiarato dopo la vittoria in Sud Carolina).
Terzo aspetto: la presenza al 14mo posto e poi dal 18mo al 20mo posto di nomi che non compaiono fra le prime 32 del ranking. Mi riferisco a Stosur, Siegemund, Mladenovic e Begu.
Stosur è una australiana atipica, che nel tempo ha sviluppato una affinità sempre più forte con la terra, fino a farne la superficie preferita, malgrado abbia ottenuto il suo picco di carriera sul cemento (la vittoria agli US Open 2011). Non lo testimonia solo questa classifica, ma la serie storica di ottimi risultati ottenuti al Roland Garros (che includono una finale e tre semifinali).
Mladenovic era stata una delle protagoniste della stagione su terra del 2017 prima di andare incontro a una crisi tecnica e di risultati nella seconda parte di quell’anno da cui non si è ancora ripresa.
Siegemund è stata invece penalizzata da un grave infortunio al ginocchio subito nel 2018, con successiva operazione al crociato che inevitabilmente richiede lunghi tempi di recupero per ritrovare la miglior condizione. Scopriremo fra breve se il suo momento è arrivato.
In chiusura ecco il riassunto delle vincitrici e finaliste dei tornei su terra battuta disputati dal 2017 in poi. Da questo riepilogo emerge un aspetto spesso trascurato: in luglio è prevista una appendice su terra post-Roland Garros, collocata tra l’erba di Wimbledon e il cemento americano. Si tratta di tre International (di solito frequentati soprattutto dalle specialiste fuori dai primissimi posti del ranking), tornei di livello inferiore che comunque concorrono a determinare tutti i numeri analizzati in precedenza.