da Barcellona, il nostro inviato Federico Bertelli
[7] D. Medvedev b. [4] K. Nishikori 6-4 3-6 7-5
MEDVEDEV DI SOSTANZA – Gran partita, sia sotto il profilo tecnico che soprattutto sotto il profilo mentale, disputata da due giocatori che hanno dato tutto per vincere, e che alla fine si è decisa su pochi episodi.
La prima semifinale mette di fronte un habitué del torneo, il due volte vincitore Nishikori, con il debuttante Medvedev. Fino ad ora negli scontri diretti è il giapponese ad essere avanti, ma la sensazione è che l’equilibrio potrebbe regnare in una partita a scacchi piuttosto preannunciata fra due giocatori dotati di grande intelligenza tennistica, privi di punti deboli evidenti (e aggredibili senza sforzo) e, per quanto forti, sprovvisti di un colpo devastante in grado da solo di cambiare le sorti del match. Il tennista russo, che non è di base uno specialista della terra battuta, con l’avvio della collaborazione con Igor Andreev sta rapidamente migliorando anche su questa superficie. Lo stesso Nishikori nella conferenza stampa del giorno precedente ammetteva di aspettarsi una partita con scambi lunghi.
LA PARTITA – Nishi comincia la partita più aggressivo, alla ricerca degli angoli e con soluzioni più creative e anche con qualche sporadico serve&volley. Medvedev invece gioca solido e profondo. Tatticamente in questa prima fase il giapponese è maggiormente in pressione e sembra voler accorciare gli scambi mentre il russo è completamente a suo agio nel palleggio prolungato. Tuttavia, più si va avanti più Kei fatica a trovare questo tipo di soluzioni e la partita diventa sempre più una guerra di logoramento. E Medvedev infatti alla prima occasione ne approfitta e passa a condurre. Questa supremazia si esplica anche nel momento in cui Daniil va a servire per il primo set: Nishikori riesce a salire a break point, ma il russo cala un servizio vincente e due ace per chiudere il primo set.
Il secondo set comincia sulla falsariga del primo con Nishikori che non riesce a trovare soluzioni tattiche convincenti, ma riesce a rimanere a galla. Il momento in cui la partita gira è il settimo game, nel quale Nishikori si trova ancora una volta in difficoltà e comincia ad accettare il fatto, che per giocarsi fino all’ultimo l’access in finale, l’unica soluzione è scendere in trincea a sputare sangue assieme all’avversario. Da questo momento Kei accetta gli scambi lunghi e si mette a remare da fondo, rimanendo solido soprattutto sulla diagonale di rovescio. E da qui in poi, gli scambi lunghi iniziano a prendere la direzione del Giappone, con Medvedev che adesso vacilla. Improvvisamente diventa Medvedev il giocatore che cerca di uscire per primo dagli scambi e nell’ottavo game alcune palle corte giocate senza troppa convinzione consentono a Kei di prendere il sopravvento.
Il vento a questo punto sembra essere girato, e il terzo set inzia ancora nel segno di Nishikori che porta a cinque la striscia di game vinti consecutivamente. Qua però si vede chiaramente che lo sforzo – soprattutto mentale – per Nishikori è stato enorme; lo si vede anche dal body language, con Nishi che cerca ogni secondo utile fra i punti per recuperare la concentrazione. Arriva così, solo parzialmente a sorpresa, il contro-break di di Medvedev. A questo punto la partita diventa emotivamente intensissima, nessuno dei due ha la forza di buttare definitivamente a terra il rivale e ogni game dal 3-3 in poi è una guerra. La partita è destinata a girare su degli episodi, il quadro perfetto per consentire recriminazioni a chiunque dei due dovesse perdere.
Su una palla break a suo favore Medvedev sbaglia un rovescio vincente di due dita; poi ne gioca in maniera avventata una a sfavore scegliendo il primo serve and volley del match: la sorte però lo bacia e il passante di Nishikori esce di un niente. Quando tutti ormai pensavano al tie-break decisivo, Daniil trova l’aggressività e la solidità mentale per mettere in difficoltà il giapponese e con alcune soluzioni pregevoli si arrampica fino al primo match point, che converte senza farsi pregare.
Gran partita, alla fine della fiera. Medvedev ha dimostrato una solidità notevole e nel momento decisivo, invece che perdere la calma come contro Lajovic a Montecarlo, è rimasto freddo. Questo è il genere di partite che possono assumere un significato decisivo e consentirgli di compiere l’ultimo passo verso la top 10 che adesso dista solo 400 punti.