da Barcellona, il nostro inviato Federico Bertelli
La vittoria di Thiem su Nadal, per quanto non sia stata certo un fulmine a ciel sereno, è stata comunque di grande impatto se si guardano i numeri di Nadal a Barcellona. Nel torneo in cui storicamente Nadal ha esercitato il maggior dominio assieme a Parigi, prima della partita contro l’austriaco, lo spagnolo aveva giocato 22 partite tra semifinali e finali, vincendole tutte, con un computo set di 46-1. Battendolo sul campo che porta il suo nome, Thiem è diventato così il secondo giocatore in termini di partite vinte contro Nadal su terra rossa (quattro successi), dietro solo a Djokovic a quota sette vittorie.
Questo per contestualizzare un po’ la partita di Barcellona e confermare che in effetti, il senso comune di non dare mai per morto Rafa, ha del vero. Tuttavia, a seguito di questa sconfitta storica, almeno da un punto di vista statistico, la principale domanda che ci si può porre è: contro Thiem, Nadal è stato realmente competitivo? Il maiorchino in conferenza stampa ha espresso chiaramente il suo pensiero: a suo avviso è stata la miglior partita della stagione, si è sentito in lotta per la vittoria fino alla fine, e se non fosse stato per il servizio che lo ha tradito avrebbe avuto reali chance di successo. Vediamo allora se le sensazioni di Rafa sono condivisibili.
Nadal è stato realmente competitivo? Sì e no. Dal punto di vista mentale è stato competitivo al 100%: nell’ultimo game era sul punto di riaprire il secondo set e se il passante tirato sul primo break point non fosse finito sul nastro, la partita avrebbe potuto prendere un’altra piega. Dal punto di vista tecnico invece, Rafa è stato completamente dominato: non vi è una sola misura statistica in cui Thiem non lo abbiamo sopraffatto. E se in una partita il tuo avversario ha il triplo delle palle break, è difficile sostenere di essere stato competitivo: andando a vedere i dati ATP dei tornei degli ultimi 15 anni circa, solo nell’1% dei casi chi ha avuto un terzo delle palle break del proprio avversario è riuscito a portare a casa la partita. Per cui è già un miracolo che la sconfitta non abbia avuto proporzioni ben peggiori.
Ipotizzando in ogni caso che tale statistica sia stata sporcata dalla cattiva giornata al servizio di Nadal, si spiegherebbe solo una componente del rapporto, ovvero il numero delle palle break concesse da Nadal, che in virtù di un servizio poco efficace ha offerto il fianco a Thiem. Tuttavia questo assunto non aiuta a spiegare l’aspetto forse più preoccupante della statistica, ovvero la scarsa efficacia in risposta di Nadal. Stiamo parlando di un giocatore che in carriera sulla terra rossa era abituato a vincere circa il 60% dei punti sulla seconda di servizio del proprio avversario. Nel match perso contro Thiem a Barcellona invece, ha portato a casa la miseria del 31% dei punti, una delle performance peggiori della carriera di Nadal. Prendendo come riferimento le partite perse in carriera da Rafa, sulla seconda di servizio del suo avversario era comunque riuscito a portare a casa il 43% circa dei punti.
Per dare un’idea della prestazione di Rafa, può inoltre essere utile confrontare i numeri della semifinale con quelli della partita giocata da Thiem contro Pella, un signor giocatore su terra battuta, che quest’anno ha ottenuto sulla superficie risultati di tutto rispetto. Evidentemente la prestazione di Thiem contro Nadal è stata maiuscola e sicuramente superiore rispetto a quella fornita il giorno precedente. Tuttavia, data la vicinanza temporale e il fatto che la partita sia stata giocata sullo stesso campo, il confronto quantomeno ci può dare qualche indicazione utile. Nella partita in oggetto, Pella aveva portato a casa il 39% dei punti sulla seconda di Thiem, una performance quindi superiore rispetto a quella di Nadal. In ultima analisi, se nella semifinale il risultato è stato in bilico fino alla fine, è soltanto, ancora una volta, grazie alla ‘garra’ infinita di Rafa.
Concludiamo la nostra analisi con un confronto tra la vittoria di Thiem di Barcellona e quella ottenuta lo scorso anno a Madrid:
- innanzitutto a Madrid le condizioni erano più favorevoli a Thiem. Non è un caso che Rafa abbiamo vinto quel torneo ‘solo’ 4 volte da quando si gioca in terra battuta (2009), mentre a Barcellona i suoi successi sono 11
- l’anno scorso a Madrid, Nadal è comunque riuscito a essere incisivo sulla seconda di Thiem portando a casa il 57% dei punti
- la strategia che tanto successo ha dato ultimamente a Rafa (mantenere una posizione molto arretrata in risposta, scelta tattica benedetta anche da O’Shannessy) a Barcellona non ha pagato. In parte perché nella maggior parte dei casi le risposte non avevano quella profondità necessaria per consentire allo spagnolo di iniziare lo scambio in condizioni di equilibrio. E in parte perché Thiem, quando la risposta di Nadal ha funzionato, è stato in diverse circostanze abile a gestire le palle profonde e cariche di top spin dello spagnolo.
In generale quindi Rafa dovrà crescere significativamente per poter difendere il titolo di Parigi e più nello specifico per impensierire un Thiem che, almeno a Barcellona, si è dimostrato di un altro livello. Dominic ha soprattutto dato l’impressione di poter sovrastare Nadal sul piano della potenza pura, dato che nella maggior parte dei casi ha giocato colpi di chiusura in relativa sicurezza, senza andare a cercare le linee e quindi con margini di rischio accettabili.