Roland Garros 2015, QF: Safarova def Muguruza 7-6(3), 6-3
Questo video è un buon punto di partenza per capire perché quell’anno Safarova sia arrivata in finale a Parigi: grazie a un tennis ad alto ritmo in grado di mettere in difficoltà qualsiasi avversaria, anche le più forti. Sei partite, sei successi in due set. L’avrebbe fermata Serena Williams, ma in quel periodo Serena era di un livello a sé stante.
E se negli ottavi Sharapova non era al 100% a causa dell’influenza, Muguruza nei quarti era davvero un ostacolo di primissimo livello: in ottima condizione e perfettamente a suo agio sui campi francesi. Ricordo che Garbiñe l’anno successivo avrebbe vinto quello stesso Slam, perdendo un solo set (il primo giocato) su sette partite.
Di questo exploit parigino di Safarova va ricordato un dato che è quasi un record: sei tiebreak disputati, tutti vinti. Due contro Pavlyuchenkova, uno in ciascuno nei match vinti contro Lisicki, Sharapova, Muguruza, Serena. Dopo le tante accuse di “braccino”, Lucie si sarebbe presa la soddisfazione di giocare sempre al meglio i punti più pesanti di quei match.
Roland Garros 2015, Fin: Williams def Safarova 6-3, 6-7(2) 6-2
Per l’importanza della posta in palio, sicuramente la partita più importante della carriera di Safarova. Terminata con una sconfitta, ma non credo che Lucie debba avere rimpianti per quel match: in quel momento Serena era una numero uno quasi irraggiungibile, e già averla obbligata al terzo set è stata una impresa, e una dimostrazione di “tigna” eccezionale.
Ricordo che a un certo punto Williams si era trovata avanti al servizio per 6-3, 4-1, 40-15: una situazione che avrebbe potuto demoralizzare e abbattere chiunque. Invece Safarova ha continuato a combattere, non ha mollato, fino a risalire e vincere il secondo set al tiebreak, grazie anche a un passaggio a vuoto di Williams. Sull’entusiasmo di quell’exploit Lucie aveva vinto i primi due giochi del terzo set, ma a quel punto Serena aveva cambiato marcia e conquistato di fila i sei game conclusivi.
Toronto 2017, QF: Stephens def Safarova 6-2, 1-6, 7-5
Lo so, non si fa, è sbagliato: in un articolo come questo non va bene chiudere presentando una sconfitta. Avrei dovuto inserire la finale di Praga 2016, ultimo torneo vinto in singolare contro Samantha Stosur. Oppure una video scelto fra una delle cinque vittorie Slam in doppio, insieme a Mattek. O forse una partita su erba, superficie su cui Safarova ha spesso offerto del gran tennis, anche al di fuori della semifinale di Wimbledon 2014. Ma sono legato a questo match, perchè durante questa partita ho pensato che avremmo potuto rivedere la miglior Safarova, e che il ritorno ad alti livelli fosse ancora possibile.
Il quarto di finale di Toronto 2017 è stato un match inatteso, un regalo inaspettato offerto da due giocatrici con alle spalle un periodo estremamente tribolato: Safarova per tutto quanto si è detto, Stephens per i postumi di una frattura al piede complicatissima da guarire.
Per quanto può contare oggi, ecco l’andamento: Safarova si era spinta avanti fino a servire per il match sul 5-4 terzo set. Quel decimo game sarebbe diventato un game-fiume, da oltre venti punti, con anche tre match point a favore di Lucie non convertiti. Alla fine Sloane avrebbe ottenuto il break, e sull’onda di quel break avrebbe poi chiuso a proprio favore la partita 7-5.
Ma il punteggio conta poco. Soprattutto di quel match vanno ricordate due cose. La prima: la qualità di gioco, con un terzo set strepitoso. Abbiamo avuto la conferma che quella partita fosse speciale qualche settimana dopo, quando Stephens avrebbe vinto gli US Open offrendo nuovamente un livello simile a questo.
L’altro aspetto memorabile è stato l’atteggiamento delle protagoniste. Due tenniste di talento, reduci da lunghi periodi difficili, che vivono contemporaneamente una serata di grande ispirazione: l’impressione era che entrambe fossero consapevoli di aver ritrovato, dopo tanti problemi, il loro gioco migliore. E infatti per lunghi tratti si è assistito a un tennis senza troppe sovrastrutture, in cui i freni mentali passavano in secondo piano di fronte alla soddisfazione e alla leggerezza del momento magico ritrovato: grandi scambi, con la palla colpita senza timori, recuperando le sensazioni dei giorni più felici
Curiosamente Safarova e Stephens si sarebbero incontrate di nuovo la settimana successiva, a Cincinnati. Ma ormai le loro strade si erano virtualmente separate: per Sloane quella partita canadese era diventata un passaggio importante per tornare ad altissimi livelli; per Lucie, purtroppo, sarebbe rimasta una serata irripetibile, l’ultima prestazione straordinaria in un periodo di grandi difficoltà.