NOLE SENZA PROBLEMI – Dura poco la rivincita della loro prima e unica sfida del mese scorso o, almeno, dura poco la speranza di Taylor Fritz di prendersi la rivincita contro Novak Djokovic. Rispetto a Monte Carlo, l’americano scende in campo con ben altra convinzione, supportata sia dall’uscita prematura di Nole (la terza negli ultimi tre tornei) in terra monegasca sia dalle proprie prestazioni di questi giorni che gli sono valse il secondo turno, tra le quali spicca la vittoria contro Dimitrov da qualificato tirando 15 ace. Il ritorno alla realtà arriva spietato a metà del primo set e basta un robot in modalità provvisoria per tenere a bada Taylor con i suoi 23 gratuiti.
Fritz inizia con una percentuale di prime infinitesimale, il che è un bene per lui dal momento che con la seconda ha una percentuale di trasformazione quasi doppia. Negli scambi, quando non è chiamato fuori dalla sua zona di comfort magari a raggiungere palle un po’ corte e basse, riesce a comandare con il dritto e a non concedere tanto quanto ci si aspetterebbe sulla diagonale di rovescio, anche perché il colpo bimane di Nole, pur sempre solido, non fa la differenza le rare volte che viene diretto sul lungolinea, poco preciso e penetrante. Ciò, tuttavia, non sembra assolutamente un problema per il numero uno del mondo che, con un’impressionante percentuale di prime, non concede nulla al servizio.
L’equilibrio si rompe al settimo game, un po’ per soddisfare il luogo comune, un po’ perché Taylor forse si distrae pensando che ha già eguagliato il numero di giochi vinto l’altra volta. Allora, tre gratuiti fra cui un dritto a chiudere, un volée appoggiata in mezzo al campo e il break è servito. Come da manuale quando bisogna confermare, Djokovic si ritrova per la prima volta in difficoltà sulla propria battuta, con Fritz bravo a conquistare l’occasione – unica – per rientrare subito, meno a sprecarla colpendo male di dritto. Con il conforto del vantaggio, c’è un’apparizione del rovescio serbo in parallelo; per il resto, si ritorna alla normalità che porta Nole a incamerare il meritato 6-4.
Il ragazzone californiano torna a spingere efficacemente con il dritto, ma si inguaia da solo già al terzo game ed è puntuale Djokovic nel dargli la spinta decisiva restituendogli un paio di colpi profondi e centrali che forzano altrettanti errori; confermato senza esitazione alcuna il vantaggio, il detentore degli ultimi tre Slam accetta volentieri un altro break dall’avversario, nell’occasione anche un po’ sfortunato, che varrà il 6-2 finale dopo 65 minuti. 16 vincenti tra cui 7 ace per Nole che lascia solo 8 punti sul proprio servizio, salvando l’unica palla break e trasformandone 3 su 3.
IL PESO DI STAN – Senza alcun affanno, Stan Wawrinka sfonda la leggerezza di Pierre-Hugues Herbert (arrivato dalle qualificazioni) lasciandogli appena cinque game. Praticamente mai in partita il francese, in grado di giocarsi qualche game spalla a spalla solo nella fase iniziale del secondo set. Lo svizzero si guadagna il secondo turno sfruttando le sue armi, senza mai concedere una palla break e prendendo d’autorità il comando delle operazioni quando gli scambi si allungano. Nella battaglia a colpi di pallate, il divario di braccio tra i due è troppo ampio. In avvio Herbert fa fatica nei colpi di inizio scambio e finisce travolto, visto che il primo set va in archivio in appena 27 minuti. La partita sembra tornare gradevole nel secondo parziale, quando cresce l’intensità al servizio del doppista francese. Herbert spinge forte, sapendo di avere poche chance nel vivo dello scambio. Il rischio sfugge però di mano nell’ottavo game, quando tre doppi falli regalano a Wawrinka il break decisivo. La prima risposta vincente di Herbert arriva solo nell’ultimo game, troppo poco per tenere in vita una partita del genere. Titoli di coda in poco più di un’ora.
CILIC E GLI ALTRI – È una vittoria convincente e tutt’altro che scontata quella che Marin Cilic mette a segno contro Jan-Lennard Struff . Il primo set è tedesco, nessuna sorpresa con il Marin di questi tempi e ancora in gara per miracolo. L’uomo di Medjugorje ci vuole credere e va a servire per il secondo parziale; un nastro fortunato dona a Struff la doppia opportunità per rientrare, ma Cilic fa vedere di che pasta vorrebbe essere sempre fatto e sfodera un paio di ace, il primo con una seconda, così da far vedere che oggi le ha entrambe, e si va al terzo. Marin strappa subito il servizio tedesco e salva palle del contro-break come se nulla fosse, incurante anche della violazione di tempo sanzionata dall’arbitro. Struff replica poco dopo con una giocata di fioretto e gli spettatori non possono fare a meno di chiedersi se non stiano mettendo in scena un episodio di Ai confini della realtà.
Ostentando sicurezza e tranquillità neanche fosse nel suo spot pubblicitario, Cilic non si guarda indietro e raggiunge gli ottavi: che sia cambiato qualcosa? La Croazia riserva però un’altra sorpresa: Borna Coric è eliminato in due set da Lucas Pouille, che non vinceva un match ATP dall’Australian Open, proprio dove aveva ottenuto l’unica vittoria nei tre precedenti contro Borna. Esce subito Gilles Simon, sconfitto in tre set da Hugo Dellien, il venticinquenne boliviano che sulla terra sudamericana di febbraio aveva messo in mostra un drittone personale dall’efficacia superiore e dei pantaloncini bianchi di una taglia inferiore. Risolto il problema degli short in maniera anch’essa personale (passando al blu), il qualificato Hugo rimonta lo svantaggio di un set e si avvia a infliggere al buon Simon un doppio 6-1. Il francese viene improvvisamente destato dall’ultima chiamata per il treno del secondo turno e risale dall’1-4 pesante, ma Dellien gli strappa di mano il biglietto sul predellino del tie-break.
Joao Sousa si presenta pronto a vendicare l’erbosa sconfitta dello scorso anno, ma Adrian Mannarino è lucky loser doppiamente fortunato e trova una delle rare vittorie su terra imponendosi in tre set sul portoghese che non sta attraversando il periodo più brillante della carriera. Dopo due ko al primo turno a Montecarlo e a Budapest, riparte la corsa di Hubert Hurkacz (anche lui risalito dalle quali). Il polacco supera in due set Alex De Minaur, che non vince una partita da febbraio ad Acapulco. Un break in ogni set è stato sufficiente per condurre in porto una partita interpretata dal polacco con grande regolarità, traducendo in punti l’87 per cento delle prime di servizio.
con la collaborazione di Pietro Scognamiglio
Risultati secondo turno:
[1] N. Djokovic b. [Q] T. Fritz 6-4 6-2
[9] M. Cilic b. J-L. Struff 4-6 6-3 6-4
[5] D. Thiem b. [Q] R. Opelka 6-7(2) 6-3 1-0 rit.
[4] R. Federer b. R. Gasquet 6-2 6-3
Risultati primo turno:
[Q] H. Hurkacz b. A. De Minaur 6-3 6-4
M. Fucsovics b. D. Goffin 6-4 7-5
G. Pella b. [12] D. Medvedev 6-2 1-6 6-3
S. Wawrinka b. [Q] P. H. Herbert 6-2 6-3
[10] F. Fognini b. K. Edmund 6-4 6-3
[LL] A. Mannarino b. J. Sousa 7-5 5-7 6-1
D. Schwartzman b. [16] M. Cecchinato 6-0 4-6 6-1
[Q] H. Dellien b. G. Simon 4-6 6-1 7-6(4)
J. Chardy b. [Q] A. Ramos 6-2 4-6 7-5
[WC] D. Ferrer b. R. Bautista Agut 6-4 4-6 6-4
J. Millman b. S. Johnson 7-6(5) 7-6(5)
[13] B. Coric b. L. Pouille 6-3 7-5