L. Djere b. [7] J.M. del Potro 6-3 2-6 7-5 (da Madrid, il nostro inviato)
Perde di un soffio Juan Martin del Potro, al termine di una partita, in particolar modo nel terzo set, davvero spettacolare. Il campione argentino ha tenuto bene il campo per quasi due ore e mezzo, arrivando a un solo punto dalla vittoria. Un ritorno battezzato da una sconfitta, ma non certamente negativo per la qualità complessiva della sua prestazione. Del resto non era certo stato fortunato il tennista argentino nell’abbinamento del sorteggio del suo secondo torneo del 2019 (e primo sulla terra battuta). Laslo Djere è uno degli specialisti più in forma di questa prima parte del 2019, con undici vittorie su quindici partite giocate sul rosso, che gli hanno regalato il titolo a Rio de Janeiro, la finale a San Paolo e la semifinale a Budapest.
Cambia mille volte la tonalità della luce sul campo Arantxa Sanchez, a causa del vento che sposta le nuvole e fa vivere – a spettatori e giocatori – continui e rapidissimi balzi dal sereno a dei brevi schizzi di pioggia.
Delpo, qui amatissimo (come in verità un po’ dappertutto), torna in campo col suo sguardo timido e fa subito capire che le celebri potenze dei suoi fondamentali di dritto e servizio sono rimaste le stesse. La ruggine dovuta alla lunga inattività però c’è, e inevitabilmente si converte in un linguaggio del corpo inizialmente dimesso: l’argentino guadagna inutilmente palle break sia nel primo che nel terzo gioco, ma è lui a perdere il servizio nel corso del sesto game. Djere, dopo aver rischiato nei primi due turni di battuta, riesce a concedere all’8 ATP solo due punti nei successivi quattro turni: grazie a un unico break conquistato, converte con un servizio vincente, dopo 40 minuti, il set point a favore.
Nel gigante di Tandil l’avvicinarsi inesorabile della sconfitta fa scattare però qualcosa. Nel quarto gioco del secondo parziale riesce a brekkare per la prima volta il suo avversario, un evento che accende anche il pubblico, sino ad allora distratto e silenzioso. Parte infatti il famoso “Ole Ole ole Delpoo Delpooo” risuonato tante volte in quasi tutti i più grandi stadi di tennis del mondo: è il segnale che il campione argentino è davvero tornato a giocare. Si vedono con maggiore frequenza i suoi dritti al fulmicotone: Djere è alle corde, sommerso dalla maggiore potenza dei colpi del’argentino e nessuno si sorprende quando viene brekkato dal gigante di Tandil una seconda volta. Quando sul set-point da difendere il serbo butta lungo il rovescio, Del Potro fa partire un “vamos” che rimbomba in tutta l’arena.
Il sesto gioco del terzo set è il più bello dell’incontro: entrambi i giocatori giocano al meglio delle loro possibilità, si vedono bellissimi punti e si vivono grandi emozioni, anche perché Del Potro non converte quattro palle break (a fine match saranno 9 su 11 le occasioni di break mancate da Delpo). Un rovescio lungo di Djere manda Del Potro al match point dopo due ore e dieci di partita, ma Djere lo annulla con bravura e coraggio, concludendo un lungo scambio a rete. Il tennis sa essere crudele: nel gioco successivo il serbo gioca a braccio sciolto un grande game, guadagnandosi la possibilità di andare a servire per il match. Pochi minuti dopo il serbo guadagna così l’accesso agli ottavi, dove affronterà in una partita inedita Marin Cilic.