Per sapere se la prossima settimana Naomi Osaka occuperà ancora la prima posizione del ranking WTA, bisognerà attendere la conclusione del torneo. La campionessa dell’Australian Open non è infatti riuscita a vendicarsi della scoppola subita a Indian Wells contro Belinda Bencic, consegnando letteralmente il match nelle mani della svizzera e il numero 1 in quelle di Simona Halep (che tornerebbe in vetta vincendo il torneo).
OSAKA OUT – Il primo set si è deciso su un brutto game al servizio di Bencic, che dopo aver recuperato immediatamente un break iniziale ha commesso un doppio fallo sul break point nell’ottavo game. Il dritto di Osaka è il colpo che fa la differenza negli scambi intensissimi che il pubblico dello stadio Arantxa Sanchez applaude. Bencic reagisce però alla grande a inizio secondo parziale. Due scelte sbagliate della giapponese le permettono di ottenere il break che la manda sul 3-0, ma Osaka non ci sta e si riavvicina immediatamente. Tuttavia proprio mentre organizza l’attacco finale, Osaka si vede investita dalle bordate di Belinda, che allunga nuovamente e chiude un rapidissimo secondo set per 6-2.
Dopo 75 minuti di mazzate, il terzo set inizia senza una vera favorita. Entrambe si portano sul 15-40 in avvio senza riuscire a guadagnare il break, ma lo strappo arriva poco dopo. Osaka dopo il discorso di coach Jenkins al cambio campo, infila un parziale di dieci punti consecutivi e manda Bencic nel pallone. Come avvenuto a inizio secondo set, la svizzera però si riprende in tempo e costringe Osaka a giocare un game di dieci minuti al servizio dove un vincente tira l’altro. La numero 1 respinge l’assalto e si porta avanti 4-2. Quando tutto sembra filare via liscio, Naomi si scompone, inizia mostrare segni di nervosismo (vola via anche la racchetta) e cede la battuta a zero al momento di chiudere il match sul 5-4.
Freddissima invece Bencic, che senza battere ciglio tiene il servizio a quindici e si porta sul 6-5, mettendo sempre più pressione sulle spalle di Osaka, che in un attimo è passata dallo sparare vincenti da ogni parte del campo allo sparare la palla senza più alcuna logica. La pazienza è finita, il ritmo svanito. La numero 1 cede ancora una volta il servizio, la partita e mette a serio rischio anche la permanenza in vetta al ranking mondiale. Una mai doma Bencic vola invece meritatamente in semifinale, dove ad attenderla troverà Simona Halep, che tornerebbe ad essere la numero 1 del mondo vincendo il torneo. E si sa, c’è grande feeling tra Simona e la terra rossa di Madrid.
HALEP SENZA AFFANNI – La due volte campionessa alla Caja Magica lo ha dimostrato anche oggi, conquistando la semifinale del torneo per la quarta volta in carriera grazie al successo in due set contro Ashleigh Barty dopo un’ora e mezza di gioco. Halep ha perso solo tre incontri sui 27 giocati nelle ultime cinque apparizioni a Madrid e deve ancora cedere un set nell’edizione in corso. Eppure si trovava di fronte una giocatrice che veniva da una striscia positiva lunga undici match e non perdeva un incontro da più di due mesi.
Le due si incrociavano per la prima volta sul rosso, con il bilancio complessivo in favore della rumena, 2-1. Nella rivincita di Sydney – dove l’australiana vinse tirando dritto fino alla finale – Simona e Ashleigh hanno dato vita a un primo set combattuto (48 minuti), girato per la prima volta al quinto game sul break della rumena. Ha il piglio della combattente però l’avversaria odierna di Simona, costretta a remare duro per comandare le operazioni rispetto alle precedenti passeggiate di salute nel torneo (ha perso solo 10 game). Il livello di Barty cresce con il passare dei giochi fino al controbreak che vale il cinque pari, ma il momento di grazia di Halep si concretizza nell’immediata accelerazione che le consente di strappare nuovamente il servizio per chiudere 7-5.
La seconda frazione è quasi una fotocopia della prima. Un brutto passaggio a vuoto dell’australiana permette a Simona di mettersi al comando già dal primo gioco. Oggi il servizio è efficiente (87% di prime in campo a fine match) e con il rovescio la numero tre del mondo trova tutti gli angoli possibili, sballottando Barty da un lato all’altro del campo. Ma come accaduto nel primo set, a un passo dal traguardo Halep non è abbastanza precisa e a Barty riesce qualche colpo a bassa percentuale, come la palla corta che le vale il controbreak. Tuttavia il suo momento positivo dura soltanto pochi minuti. Sul 5-5 manca più volte il campo con il dritto e concede il break ad Halep, che stavolta mette fine all’incontro in scioltezza.
FACILI STEPHENS E BERTENS – Considerando l’andamento dei primi due match femminili di giornata, si poteva supporre che anche i rimanenti sarebbero stati equilibrati, e invece le teste di serie numero 7 e 8 hanno centrato due vittorie agevoli, per lo meno sul piano del risultato. La finalista dello scorso Roland Garros Sloane Stephens, ha battuto la croata Petra Martic con un’ottima prestazione alla battuta (un solo break subito). La n. 36 del mondo invece, dopo aver sfruttato due ritiri nei match precedenti, ha terminato la sua dose di fortuna e si è arresa 6-4 6-3.
Anche l’olandese Kiki Bertens ha puntato molto sulla battuta e sulla potenza del suo gioco da fondo, ma lo ha fatto contro una tennista che in questo è maestra (Petra Kvitova), uscendone vincitrice. In quella che era una riproposizione della finale dello scorso anno, la campionessa in carica è apparsa affaticata e, complice forse l’orario (inizio alle 22:00) e le miti temperature, non è mai entrata in partita. Bertens questa volta non ha mostrato nessun segno di cedimento nei momenti importanti, mentre la ceca vede momentaneamente allontanarsi la vetta del ranking.
a cura di Pietro Scognamiglio, Antonio Ortu e Paolo Di Lorito
Risultati:
B. Bencic b. [1] N. Osaka 3-6 6-2 7-5
[3] S. Halep b. [9] A. Barty 7-5 7-5
[8] S. Stephens b. P. Martic 6-4 6-3
[7] K. Bertens b. [2] P. Kvitova 6-2 6-3