Mirjana Lucic-Baroni non riesce a vivere senza tennis e dopo 16 mesi lontana dai campi si appresta a fare il suo secondo rientro nel circuito. La 37enne croata negli ultimi tempi è stata fermata da un persistente infortunio alla spalla destra ma adesso sembra pronta per giocare; è lei stessa a farlo sapere sul suo profilo Facebook, affermando di aver trattato il problema senza ricorrere ad un intervento chirurgico. Nonostante non sia più una tennista in erba, è su questa superficie che dovrebbe avvenire il suo rientro grazie all’utilizzo del ranking protetto (era n. 30 al momento della sua ultima partita, disputata all’Australian Open 2018). La sua ultima apparizione su erba risale invece al primo turno di Wimbledon nel 2017, quando perse in tre set da Carina Witthoeft.
Proprio su quei campi Lucic-Baroni in passato è stata in grado di esprimere il suo miglior tennis e nel 1999 raggiunse addirittura la semifinale, battendo Seles e arrendendosi solamente a Graf. La sua storia – meritevole di un libro per sua stessa ammissione – è entrata nel vivo all’età di 15 anni, quando vinse in coppia con Martina Hingis lo Slam australiano e trionfò anche al primo torneo di singolare disputato, proprio in patria a Bol. Il capitolo più recente e soddisfacente è quello relativo all’Australian Open del 2017, dove in maniera del tutto inattesa si issò fino alle semifinali venendo sconfitta dalla poi vincitrice Serena Williams, mentre l’aspetto più tetro è quello relativo alle violenze subite in tenera età per mano del padre. Lei stessa si è espressa sull’argomento, e in un’intervista fatta con il nostro direttore proprio durante quel magico torneo di Melbourne, ha raccontato anche della sua passione per la cucina a per la ristorazione.
L’ultimo torneo vinto da Mirjana Lucic-Baroni (sposata con un italo-americano, per questo è presente il secondo cognome Baroni), è quello di Quebec City nel 2014 e anche in quell’occasione la croata mise a segno un primato: il maggior lasso di tempo intercorso tra un titolo e un’altro. Adesso ha 37 anni e di tempo per piazzare qualche altro record di longevità ne ha in abbondanza.